La Lega di Salvini arriva ad un punto di svolta: correre soli o (male) accompagnati?
di Luciano Lago - 02/11/2015
Fonte: Controinformazione
Per il giorno 8 Novembre, con la grande manifestazione indetta a Bologna dalla Lega, si saprà se il fronte della destra italiana si andrà a compattare tra le varie forze che lo compongono e finirà la corsa solitaria della Lega di Salvini che, da quando questi ha preso la segreteria nazionale, con una sua linea politica anti euro ed anti Bruxelles, – contro l’immigrazione/invasione, per il riscatto della sovranità nazionale, contro le multinazionali e per il rilancio delle produzioni locali, – aveva suscitato interesse ed appoggio in una buona parte dell’elettorato potenziale, non più limitata al Nord ma anche in altre aree del paese dalla Toscana alla Sicilia.
Il fatto saliente che si preannuncia ed incombe sulla manifestazione ( che sarà priva di simboli della Lega ) sarà quello di una ingombrante presenza: quella del cav. Silvio Berlusconi, il vecchio e screditato personaggio della politica italiana che vuole tornare di prepotenza sulla scena politica in forma attiva ed ha scelto di cavalcare la manifestazione della Lega, autoinvitandosi (come sembra) ed ottenendo l’accettazione da parte di Salvini.
Per la verità alla manifestazione ci sono assenze e presenze annunciate: quella già sicura della Giorgia Meloni, leader di F.llli D’Italia, la quale ha dichiarato: “….Saremo presenti con una delegazione. Stiamo inoltre valutando di promuovere, d’intesa con le altre forze politiche di centrodestra, per la giornata di sabato 7 novembre iniziative dello stesso segno nelle altre principali città d’Italia».
Così come la Meloni, altri esponenti dellla destra storica hanno dato il loro plauso e la loro adesione alla manifestazione, ad esempio Francesco Storace, ex segretario della Destra e vice presidente del Consiglio Regionale del Lazio che ha preannunciato la sua adesione.
Tuttavia il “pallino” delle decisioni e della linea da seguire non appartiene nè alla Meloni (comunque minoritaria) nè a Berlusconi, il quale, per quanto non rinunci ad un ruolo di preminenza, dispone di un partito ormai frantumato dalle diserzioni e dai passaggi di campo, nè tanto meno le decisioni spettano agli altri personaggi delle vecchie formazioni della destra.
Il “pallino” delle decisioni spetta proprio a Matteo Salvini, leader delle Lega che ha avuto la capacità di raggiungere, con la sua linea politica innovativa rispetto al passato, circa il 15% dei consensi potenziali dell’elettorato, la maggiore quota di consensi nell’ambito della destra.
Dovrà essere lo stesso Salvini, in occasione della manifestazione di Bologna, ad annunciare se accetta di correre in formazione con il partito di Berlusconi, Forza Italia, o se preferisce correre da solo evitando l'”abbraccio soffocante” di Berlusconi.
La scelta non è semplice per il Matteo dell’opposizione, visto che, da un lato, il Berlusconi potrebbe fornire alla Lega una pass di presentabilità presso il così detto “elettorato moderato” ma, dall’altro, gli alienerebbe il sostegno di coloro che hanno creduto per davvero alla sua linea di opposizione radicale all’Euro, all’oligarchia europea, agli interessi delle multinazionali ed il sostegno alla famiglia tradizionale.
Questioni difficilmente compatibili in una alleanza con Forza Italia, un partito che in Europa fa parte del PPE, il principale sostegno delle politiche europeiste di Bruxelles e con Berlusconi, lo stesso che da ultimo si è espresso anche a favore delle coppie gay.
Salvini era stato preso come riferimento, per le sue tematiche anti legge Fornero e contro gli studi di settore, per una nuova politica fiscale, anche da una buona parte della classe media, quella formata da piccoli imprenditori, pensionati ed artigiani, vessati e rovinati dalle politiche fiscali dei governi che si sono succeduti da Monti a Letta e poi a Renzi.
Con il suo possibile apparentemento con Forza Italia, Salvini rischia di perdere quei consensi che potrebbero esere regalati al partito dei 5 Stelle, altra forza di opposizione che si contende l’elettorato non “moderato” ma profondamente “arrabbiato”. Nessuno può scordarsi dell’appoggio dato da Forza Italia alla prima fase del governo Monti ed al Patto del Nazareno, la fase in cui Berlusconi ha collaborato con lo stesso Renzi alle riforme costituzionali, svolgendo il ruolo di “stampella” del governo.
L’apparentemento con Berlusconi sarebbe fatale per l’immagine di opposizione dura e pura della Lega e produrrebbe un effetto “minestrone” riscaldato, già visto in passato e finito male.
Esiste poi una assenza annunciata alla manifestazione di Bologna che è quella di Casa Pound, la formazione di estrema destra che aveva dato dall’inizio il suo appoggio alla Lega di Salvini, consentendo anche lo sbarco a Roma della Lega in chiave nazionale e non più padana. Sembra che Casa Pound abbia subdorato la presunta “svolta moderata” di Salvini e ne voglia a sua volta prendere le distanze.
Occorre dire che questo appoggio di Casa Pound alla Lega era stato coraggiosamente difeso dallo stesso Salvini, nonostante la selva di accuse di collusione con i gruppi “fascisti” arrivategli dagli abituali esponenti del pensiero “politicamente corretto”.
Risulta che, per una strana coincidenza, proprio in questi giorni l’azione repressiva della magistratura si sia abbattura sui militanti di Casa Pound e sono stati arrestati nove militanti del movimento accusati di aver partecipato e sobillato (secondo il magistrato) alcuni mesi addietro, i residenti del quartiere per provocare gli scontri con la Polizia, i blocchi stradali ed i trafferugli, avvenuti a Roma, nella zona di Casale San Nicola, causati dalle proteste contro l’arrivo di una gruppo di migranti da alloggiare nel quartiere. Vedi: Casale San Nicola: arrestati militanti CasaPound che difesero residenti
Un arresto a scoppio ritardato fatto su iniziativa di una Procura per presunte accuse che vengono fra l’altro smentite dagli stessi residenti che sostengono che la protesta era nata dalla loro stessa iniziativa e non per l’intervento di sobillatori esterni. Il fatto certo è quello che, piaccia o non piaccia Casa Pound come formazione politica, i ragazzi di C. P. difendevano il diritto dei residenti ad avere un quartiere sicuro ed a non diventare una zona di abbandono e di degrado, come accade sempre quando si verificano queste situazioni. Questo diritto a manifestare, come noto, viene di fatto riconosciuto e tutelato dalla magistratura esclusivamente ai Centri Sociali.
Quello che molti notano adesso è il silenzio “assordante” di Salvini e della Lega in questa occasione, che non difende e non si fa carico di denunciare l’azione repressiva, come ci si aspettava che avrebbe fatto, in coerenza con la linea anti immigrazione/invasione ed a difesa dei diritti dei cittadini italiani da lui sempre sostenuta.
Molti interpretano questo come un segnale di abbandono delle posizioni oltranziste di opposizione a favore di una nuova linea moderata della Lega di Salvini.
Da non trascurare poi la questione Roma dove, con l’abbandono forzato di Marino, la grave crisi di credibilità in cui è caduto il PD ed il suo apparato dimostratosi colluso con gli scandali e le tangenti, si è aperto uno spazio elettorale potenzialemte notevole per una fronte anti PD che volesse schierare un suo candidato. Come spesso accade Berlusconi, con una sua mossa a sorpresa, candida Alfio Marchini, il figlio di una famiglia di “palazzinari rossi”, alla poltrona di Sindaco di Roma con l’unica motivazione apportata: “piace alle donne”. Immediata la reazione stizzita della Meloni che contesta immediatamente la scelta del cavaliere ed intende sottrarsi a tale prospettiva di un doppio abbraccio, con il cavaliere e con l’erede dei palazzinari rossi.
Vedi: Su Marchini è rottura fra cav. e Meloni
Queste sono le uscite di un personaggio come Berlusconi ed a questo porterebbe un fronte comune con il cavaliere: a condividere tutte le iniziative, anche le più strampalate, per correre dietro ai voti dell’elettorato “moderato” che già da tempo in realtà ha voltato le spalle a consimile personaggio che ha delle precise responsabilità nel basso livello a cui è caduta la situazione italiana.
Molti nella Stessa Lega, sulla scelta di allearsi con il Berlusconi, iniziano a mormorare su quanto ne valga davvero la pena.
A Salvini la responsabilità di prendere una decisione e fare la sua scelta ma anche lui deve sapere che, come dicevano i romani, “quisque faber fortunae suae”.