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Stupri in salsa globale

di Umberto Bianchi - 17/01/2016

Fonte: pensieroantagonista

 

Certo, il nuovo modello globale, imperniato sulla tanto magnificata ed osannata apertura dei mercati, sull’incontrastato ed amorevole dominio USA sul mondo (l’altro giorno ribadito con altrettanto amorevole arroganza da Mr. Obama, davanti alle tv di tutto il mondo, sic!), su solidarismo e buonismo distribuiti a volontà, può offrire delle inusitate ed inaspettate “uscite” da parte dei suoi ipocriti e melensi cantori. E’ dall’inizio del nuovo anno che l’intera Europa si è risvegliata, sconvolta da un altro, fra i fin troppi, spiacevole episodio di violenza. In preda all’euforia per i festeggiamenti di fine d’anno, nell’accogliente e buonista Germania merkeliana, turme di poveri cocchi tutti, guarda caso, appartenenti alla beata schiera degli immigrati-vittime-rifugiati-richiedenti asilo, si sono “ un po’ ” lasciati andare, scatenandosi in abusi e violenze di tutti i tipi contro tante ignare, giovani germaniche, ingenerando, logicamente, un’ondata di indignazione e sollevando leciti dubbi sul futuro del melting pot in Europa. E qui viene il bello. Le esangui forze di un progressismo radical-chic da operetta, di meglio non hanno saputo fare se non portare avanti un goffo e squallido tentativo di giustificare questi begli episodi. A partire dai nostrani begli esempi, offerti dalle vignette idiote di un Vauro, è stato tutto un “ma poverini, ora perché lo hanno fatto loro…ma anche gli italiani o gli altri europei stuprano…e poi questi sono “ragazzi”, vittime degli orrori della guerra, vengono da una cultura in cui tutte sono velate” e, conclusione logica, di fronte alla vista di tanta bionda gnocca a volto (e magari anche cosce) scoperte, i poverini no, non potevano resistere, pertanto bisogna capirli….e via discorrendo, in un continuo sminuire, rimuovere, giustificare, all’insegna di una cecità senza pari nella storia occidentale….E sì, perché se non lo si è capito, quello degli stupri non è solo uno squallido ed odioso, ma isolato, episodio di teppismo, ma rappresenta ben altro. Come tutte le invasioni che si rispettino, anche quella attuale, operata e programmata con il concorso dei vari rappresentanti dei Poteri Forti del Globalismo (Trilateral, Bilderberg, B’Nai Brith, Chiesa Catto-Gesuitica, Massonerie varie, ONG, etc.) e che oggidì, eufemisticamente, riceve il nome di “immigrazione”, conosce varie fasi. La prima è quella dell’arrivo alla spicciolata, in modo quasi anonimo, incoraggiata e foraggiata dal complice silenzio dei media che, del fenomeno, danno una descrizione di fattispecie costitutiva di una Post Modernità, in cui gli annoiati lavoratori nostrani si “godono” la new economy dei servizi mentre, i meno esigenti “migrantes” si cuccano quei rozzi e squalificanti lavori che lorsignori, a detta di questa narrazione, non vogliono più svolgere. La seconda fase è quella dell’arrivo di masse di improvvisati “profughi”, a piedi, in treno o a bordo di improvvisati natanti. Ora, per tutti costoro deve valere il piagnisteo, il compatimento, lo sdilinquimento senza se e senza ma, perché qui inizia la parte forte del piano, in virtù del quale, i ben più docili e meno esigenti stranieri, debbono essere insediati a tutti costi, nei posti ora occupati dai lavoratori autoctoni, così da poter “sic et simpliciter” sostituire e rimuovere costoro, a causa delle loro “eccessive” ed esigenti rivendicazioni, in un’ottica di sfruttamento indiscriminato delle risorse umane. Per cui quel che un autoctono ti fa con dieci, uno straniero te lo fa con uno-due. Una splendida occasione di “crescita”, complimenti! La terza fase passa attraverso il calpestamento, lo sdiminuimento, il disprezzo, per quei popoli che ospitano gli immigrati, di cui bisogna intimidire e fiaccare in ogni modo individualità, identità e volontà. E lo stupro, di questa volontà, rappresenta il momento “clou”, l’espressione più viva, la peggior forma di umiliazione e sottomissione che si possa propinare a popoli deboli, debosciati da decenni di nauseante propaganda democratica e buonista. E’ in atto il silenzioso genocidio dell’Europa e degli europei, ma anche di tutti coloro che, in qualche modo, si oppongono al piano di assimilazione globale messo in atto da “Lor Signori”, tra le calde mura di qualche vellutato appartamento di Manhattan, Londra o Tel Aviv. Iran, Russia, Libano, Palestina, ma anche Corea del Nord, Venezuela, Ecuador, Bielorussia e tanti altri, sono in cima ad una “black list” a conduzione angloamericana, che non tollera divergenze di sorta. Per questo la carogna usuraia ed imperialista, si inventa guerre contro califfati teleguidati da Sauditi, Turchi, Israeliani e compagnia bella. Per questo, Renzi ci parla di evasione fiscale, mentre permette ai colossi nordamericani dell’informatica di evadere il fisco italiano per miliardi e miliardi di Euro, oppure ci dice in diretta tv che la FIAT pre Marchionne, italiana nostrana e di sicuro prestigio internazionale, non lo convinceva, meglio l’anonimo colosso a conduzione globalista di adesso. Meglio il predominio dei pochi sui molti. Meglio la prepotenza, che l’equilibrio e la giustizia. Meglio l’arricchimento di pochi, a detrimento del benessere dei molti. Meglio una nazione governata da pochi raccomandati, in cui il Parlamento sia ridotto ad una specie di ristretto salotto da tè ed il Senato ad una specie di ridicolo parlatoio, senza funzione alcuna. Stupri, invasioni, miseria. Questo è la democrazia capitalista occidentale, che oggidì si vuole magnificare, quale esempio di universale tolleranza e libertà. Questo è anche il suo popolo-gregge che, dopo le stragi fatte dai soliti stranierottoli al servizio di Cia e Sauditi, accende le candele e fa le preghierine, anziché prendere le armi in pugno e scatenare un’insurrezione. Questo è ancora il suo popolo-gregge che, intontito da droga, birra, house music, non riesce neanche a spazzare via a calci dalle proprie città, quattro sub umani stranieri che, privi di qualunque dignità, si sono ridotti a piatire sesso nelle più squalificante delle modalità, quella dello stupro, con il codino consenso dell’imbecille e del venduto di turno. Ma, nonostante la gravità di questi eventi, non tutto sembra essere perduto. Scendendo al livello della più immediata fattibilità, sembra che il non eletto governo di Matteo Renzi, stavolta abbia commesso un errore di strategia. Il voler sottoporre a referendum popolare le proprie “riforme”, sebbene frutto di un preciso calcolo, potrebbe rappresentare per l’attuale Presidente del Consiglio, un notevole azzardo politico. Anche se dubitiamo fortemente che, nonostante le assicurazioni in tal senso, di fronte ad un esito politico negativo del quesito, il Matteo nazionale si dimetterebbe, certo l’immagine politica ed il consenso di cui il nostro gode adesso, ne risulterebbero fortemente compromessi. Per questo, oggi più che mai, è necessario mobilitarsi e partecipare al quesito referendario. Far saltare la riforma Renzi costituirebbe un primo, ma importantissimo segnale di inversione di tendenza, rispetto ai desiderata dei Poteri Forti. Il sogno perverso di fare del nostro paese, una repubblica oligarchica capitalista, subirebbe uno stop tale, da rimandare un altro tentativo in tal senso, a tempi molto più lunghi. Una attiva partecipazione al quesito referendario poi, costituirebbe il miglior viatico per dare inizio all’elaborazione ed all’organizzazione di una vera e propria prassi di democrazia diretta che vedrebbe, quando richiesto, la possibilità di sottoporre alla decisione popolare le decisioni più importanti in materia politica o economica, anche in senso propositivo. Uno strumento questo che, giova bene ricordarlo, non può essere valido per tutte le questioni attinenti alla vita di un paese, bensì unicamente per quanto attiene a scelte strategiche di rilievo, altrimenti, va da sé, attraverso il continuo ricorso al voto popolare, si creerebbe un vero e proprio conflitto di competenze con l’istituto della rappresentanza politica, generando la paralisi senza uscita, della vita di un paese. Quella di una democrazia diretta impostata “ad hoc”, rappresenta ad oggi, pertanto, l’unico strumento in grado di offrire una risposta decisa ai piani delle grandi concentrazioni di potere economico-finanziario internazionali ed ai loro lacchè. Sta solo a noi, quindi, cogliere l’occasione della sfida lanciata dal governo Renzi, per dare inizio ad un decisivo cambio di scenario.