Ma il problema dei genitori gay è molto più ampio del “disagio del bambino”
di Adriano Scianca - 07/02/2016
Fonte: Il Primato Nazionale
Il dibattito sulla pericolosità dell’omogenitorialità nasce troppo tardi e sul piano sbagliato. La presa di posizione del presidente della Società italiana di pediatria, Giovanni Corsello, è sicuramente coraggiosa ed esprime perplessità più che legittime. Si tratta, se non altro, di una voce in controtendenza rispetto ai soliti “studi americani” secondo cui, addirittura, i bambini delle famiglie gaysarebbero più felici di quelli delle famiglie normali. Idiozie che non meritano commenti. Sembra del resto frutto di banalità qualunquistica l’argomento secondo cui la cosa migliore per i bambini è nascere in una famiglia serena e amorevole. Che tale modello possa replicarsi anche in una famiglia gay nessuno lo mette in dubbio (a parte l’opinione pubblica troppo condizionata da stereotipi confessionali, secondo cui tutti gli omosessuali sono perversi e squilibrati, ovviamente, ma questa testata non fa parte di essa).
E certo il modello “arcobaleno” appare ancora più idilliaco se lo confrontiamo sempre con famiglie tradizionali in cui il padre è un alcolizzato che picchia la moglie e molesta i bambini, stereotipo uguale e contrario a quello di cui sopra (con la differenza che non esistono degli “Etero Pride” in cui si esalta il femminicidio, mentre esistono i Gay Pride che forniscono argomenti sempre nuovi a chi vuole screditare il mondo omosessuale, e forse queste è un dilemma che un giorno si dovrà porre nell’universo lgbt, che pretende di essere preso sul serio e di fare scandalo allo stesso tempo). Ma non è questo il piano in cui va posta la questione.
La decostruzione dei ruoli materno e paterno è un disastro dal punto di vista simbolico. È un dato di civiltà. Qualcosa che non è probabilmente misurabile in modo immediato e quantitativo, con il solito questionario dato a un campione di cento persone in un’università americana, ma che non di meno ha effetti profondi sulla realtà. Gli altri attacchi simbolici al nostro ethos e al nostro ethnos – la decostruzione dell’idea di patria, di confine, di identità – stanno mostrando in questi ultimi tempi le loro conseguenze catastrofiche. Cancellare i ruoli di madre e padre è solo l’ultimo tassello. Limitarsi alle congetture sull’equilibrio individuale dei bambini adottati dalle coppie gay significa perdere di vista l’essenziale (e del resto i più onesti tra gli “esperti”, anche di orientamento omofilo, ammettono candidamente che in realtà, su questo, non abbiamo certezze in nessun senso). E l’essenziale è la demolizione di un punto cardinale, che vale per tutti e che è stato iniziato da fior di eterosessuali. Il prezzo da pagare sarà ben più alto di un bambino con i genitori finocchi che viene preso in giro alle elementari.