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Finalmente qualcuno l'ha detto

di Massimo Fini - 13/09/2006

 
 
Finalmente qualcuno l'ha detto. Finalmente, qualcuno che ha autorità ha osato dire quello che in Occidente è impossibile dire senza essere accusati delle peggiori nefandezze, di fascismo, di marxismo o, com'è di moda oggi, di connivenza col terrorismo: che "il migliore dei mondi possibili, nato con la Rivoluzione industriale e razionalizzato dall'Illuminismo, non è affatto tale.
Finalmente qualcuno, che ha autorità, ha osato dire parole dure e chiare sull'Occidente, sul suo modello di vita e sulla arrogante pretesa, in quanto "cultura superiore", di imporlo, con l'economia, con il tambureggiante battere ideologico e, quando ciò non basta, con le bombe, a tutte le altre culture. Bisognava aspettare un Papa per arrivare a tanto, dato che tutti gli intellettuali occidentali, di destra e di sinistra, sono impegnati a cantar gli epinici del "migliore dei mondi possibili" di cui si può, naturalmente, criticare questo o quell'aspetto, ma che mai e poi mai può essere messo in discussione in modo radicale. Ha detto Benedetto XVI nel suo discorso a Monaco di Baviera: «Le popolazioni dell'Africa e dell'Asia ammirano le nostre prestazioni tecniche e la nostra scienza, ma al contempo si spaventano di fronte a un tipo di ragione che esclude totalmente Dio dalla visione dell'uomo ritenendo questa la forma più sublime della ragione da imporre anche alle altre culture».

Ovviamente Papa Ratzinger, da leader religioso, si preoccupa soprattutto della desacralizzazione del mondo occidentale. Ma il discorso, almeno "in nuce", è molto più ampio. Un mondo che si organizza, facendone il suo centro assoluto, intorno al mercato, che è uno scambio di oggetti inerti, non può produrre valori, nè religiosi nè di alcun altro tipo. Ed è responsabile di una formidabile perdita di senso. Ma l'Occidente, gonfio come una rana della sua superiorità materiale, vuole esportare e imporre il proprio vuoto esistenziale anche a culture e popolazioni che quei valori spirituali ancora li conservano e li difendono.

Una tremenda lezione per Bush, per i neocon, per i Pera e per tutti gli infiniti cantori della "cultura superiore" che ora, spaventati dall'Islam a sua volta spaventato da noi, affettano di voler recuperare i valori cristiani ma mantenendo intatto il contesto, economico e ideologico, che li esclude e quindi semplicemente strumentalizzandoli ai propri fini di egemonia universale. Un recupero totalmente falso e fasullo del cristianesimo. A questa mistificazione Papa Ratzinger ha detto no facendo una netta distinzione fra un Occidente cristiano e uno che finge solo di esserlo per poter allungare ancora più comodamente con tranquilla coscienza le mani sul resto del mondo già insidiato, quando non devastato, dal nostro strapotere economico e militare e affermando che è questo Occidente, e non il primo, che le altre culture giustamente temono.

Fra tante rievocazioni retoriche e bolse dell'11 settembre il discorso di Papa Ratzinger, pronunciato non a caso alla vigilia di quella giornata fatale, ne è l'analisi più acuta e meno scontata.