Putin non è una banderuola, le tensioni con gli Stati Uniti aumenteranno
di MK Bhadrakumar - 28/02/2016
Fonte: Aurora sito

Naturalmente, la parte russa va incolpata da tale strano paradigma. Resta il fatto che nelle elezioni presidenziali del 1996 Boris Eltsin cercava denaro, sostegno politico e patrocinio statunitensi per impedire ciò che sembrava al momento la vittoria quasi certa del leader del Partito comunista Gennadij Zjuganov. Ci fu un’enorme interferenza da parte di Stati Uniti ed alleati europei (e del FMI) e ‘competenze’ statunitensi certamente giocarono un ruolo cruciale nel garantire che Eltsin vincesse. Quando la campagna iniziò, il rating di Eltsin era pari al 6 per cento ma vinse le elezioni con il 54 per cento voti, nel ballottaggio dopo lo scontro doloroso al primo turno con Zjuganov. (Un resoconto contemporaneo, qui, della Monthly Review che fornisce dettagli affascinanti dopo il sottotitolo ‘Statunitensi alla riscossa, un ‘assegno russo’). Infatti, vi è una grande differenza oggi. Se a metà degli anni ’90 gli Stati Uniti dovevano mantenere Eltsin al potere, oggi l’accento è sul ‘cambio di regime’. La rinascita della Russia sotto la guida di Putin è un anatema per Washington. Gli Stati Uniti non possono tollerare che la Russia (o qualsiasi Paese) con tale modalità nazionalistica si opponga in modo formidabile alle loro strategie globali. A differenza della Cina, che può piegarsi alla forza, la Russia non è disposta a scendere a patti. La sua storia orgogliosa semplicemente non glielo permette. (Per inciso, resta da vedere se Mosca andrà avanti con i duri termini dell’accordo USA-Cina per imporre un blocco navale alla Corea democratica). Nel contesto attuale, le sanzioni occidentali contro la Russia sono in realtà dirette contro il Cremlino. I calcoli del perno degli Stati Uniti sperano nella recessione economica della Russia che crei malcontento sociale, rovinando le possibilità del partito di governo nelle elezioni e, a sua volta, facendo esplodere le proteste di massa. Putin ha avvertito che Mosca sconfiggerà qualsiasi piano degli Stati Uniti per istigare disordini politici in Russia, non importa il costo. Fidatevi di Putin. Tuttavia, la grande domanda resta: come i conflitti regionali in Siria o Ucraina sarebbero affrontati quando le due grandi potenze sono bloccate nella lotta esistenziale?
Idealmente dal punto di vista degli Stati Uniti, il caos in Siria dovrebbe inasprirsi entro l’estate, ponendo l’intervento russo in quel Paese nel mirino dell’opinione pubblica russa nel periodo precedente le elezioni autunnali. È interessante notare che Putin ha incaricato l’FSB di garantire 3 cose: “la sicurezza dei nostri piloti… in Siria e delle unità antiterrorismo che operano qui in Russia“; “sigillare in modo efficace” i territori russi dall’infiltrazione dei terroristi; e “impedire le attività dei gruppi clandestini” in Russia che potrebbero pianificare attacchi terroristici. A dire il vero, rispetto all’entusiasmo che Putin inizialmente espresse sull’accordo USA-Russia sul cessate il fuoco in Siria, è apparso notevolmente riservato rivolgendosi all’FSB. Mosca avrebbe ormai capito l’onere che viene posto direttamente sul Cremlino da Washington affinché il cessate il fuoco rimanga inviolato, mentre gli Stati Uniti non sono capaci o disposti a trattenere gli alleati regionali più attivi come la Turchia. Obama ha sottolineato che “molto (sul cessate il fuoco) dipende dal fatto che regime siriano, Russia e alleati siano all’altezza dell’impegno. I prossimi giorni saranno fondamentali, e il mondo starà a guardare“. Ha poi aggiunto: “molti siriani non smetteranno mai di lottare finché Assad non sarà cacciato dal potere. Non c’è alternativa a una transizione da Assad. E’ l’unico modo per porre fine alla guerra civile e unire il popolo siriano contro i terroristi“. (Trascrizione)Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora