Tra l'incudine ucraina e il martello siriano ribolle anche il Baltico
di Giuseppe Masala - 21/04/2016
Fonte: Megachip
I rapporti tra la NATO e la Russia non conoscono affievolimento della tensione:
- Ieri il prudentissimo (e generalmente ironico) Sergei Lavrov ha dichiarato che il comportamento turco potrebbe avere conseguenze disastrose. Il riferimento è anche alle tremila tonnellate di armi trasferite ai cosiddetti ribelli "moderati";
- Giunge notizia (lo dice The Telegraph) che l'accordo tra russi e americani che tendeva a evitare incidenti tra aerei russi e americani nei cieli della Siria è di fatto saltato;
- In Ucraina gli americani hanno trasferito truppe e mezzi blindati;
- Anche i russi parrebbero di nuovo dentro il Donbass (nella foto un RB-341V per la guerra elettronica, fotografato in territorio ucraino. Possiamo dire con certezza che questo mezzo certamente non è nella disponibilità delle due repubbliche di Lugansk e Donetsk);
- Nel Baltico continuano le manovre della NATO con cacciatorpediniere lanciamissili. Esercitazioni che i russi considerano una minaccia diretta (nonché una violazione dei trattati anti-proliferazione nucleare che vietano il dispiegamento in Europa di mezzi che hanno capacità di utilizzare missili a raggio intermedio);
- Per rappresaglia, sui cieli del Baltico i russi si lanciano in manovre spericolate contro le cacciatorpediniere USA;
- Gli USA stanno portando in Europa i loro migliori caccia di superiorità aerea (gli F-22 Raptor);
- Due giorni fa c'è stata infine una telefonata tra Obama e Putin che dalla Casa Bianca è stata definita "serrata". Fuori dal linguaggio diplomatico significa che c'è mancato poco che si mandassero affanculo.
L'arco della crisi si sta allargando a vista d'occhio: parte dalla penisola arabica (Yemen), passa in Siraq, arriva nel Caucaso (guerra strisciante tra Armenia e Azerbaigian), continua in Ucraina e finisce (per ora) nel Mar Baltico.