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Caos alla frontiera Siriana, perché la NATO cerca di vincere la Guerra per procura

di Tony Cartalucci - 10/06/2016

Caos alla frontiera Siriana, perché la NATO cerca di vincere la Guerra per procura

Fonte: SakerItalia

Un dramma programmato si sviluppa lungo il confine Turco-Siriano, poiché dei terroristi, armati e sostenuti dalla coalizione a guida Americana, che include la Turchia membro della NATO, l’Arabia Saudita ed il Qatar, presumibilmente stanno combattendo sia contro l’autoproclamato “Stato Islamico” (ISIS), sia contro le Forze Democratiche Siriane (SDF) sostenute dalla Siria, vicino ed attorno alla città Siriana di Azaz.

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La Reuters in un recente articolo intitolato: “Lo Stato Islamico avanza vicino al confine Turco; civili intrappolati” riferisce che:

Un gruppo di osservatori ha dichiarato che venerdì combattenti dello Stato Islamico hanno strappato, a dei ribelli Siriani, del territorio vicino alla frontiera con la Turchia, e si stanno muovendo verso una città che si trova sulla strada di rifornimento per i ribelli sostenuti dall’estero che combattono contro gli Jihadisti.

Il gruppo estremista ha combattuto in quell’area contro i ribelli per parecchi mesi. I ribelli, che sono riforniti dalla Turchia, il mese scorso hanno esercitato una grande pressione contro lo Stato Islamico, ma il gruppo ha contrattaccato e li ha ricacciati indietro.

La Reuters comunque tralascia alcune informazioni davvero cruciali – informazioni che, se presentate, farebbero sorgere grossi sospetti sull’intera narrazione dei media Occidentali, come la Reuters.

Se i ribelli sono riforniti direttamente attraverso la frontiera Turco-Siriana da una coalizione multinazionale, com’è possibile che le forze dell’ISIS siano in qualche misura meglio equipaggiate e capaci di soverchiare queste forze? La lunghezza di qualunque linea logistica dell’ISIS che sostenga i suoi combattenti in questa presunta battaglia, ammesso che non si estenda al di là del confine Turco-Siriano nelle immediate vicinanze degli scontri, dovrebbe essere di centinaia di miglia e dovrebbe costituire di per sé un immenso impedimento per le capacità di combattere dell’ISIS.

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Sarebbe notevole infatti, anzi incredibile per un’ISIS che non fosse in qualche modo aiutato e spalleggiato direttamente attraverso il confine Turco-Siriano, dove invece i presunti “ribelli sostenuti dall’estero” riceverebbero aiuti da nazioni quali USA, Turchia, Arabia Saudita e Qatar.

E di fatto l’ISIS, così come il qaedista Fronte Al-Nusra, sono accusati di ricevere aiuti di questo tipo dalla Turchia; molto recentemente con lo Stato Maggiore Generale Russo che ha accusato Al-Nusra di ricevere giornalmente rifornimenti di armi attraverso il confine con la Turchia.

Non soltanto propaganda Russa

Mentre alcuni facilmente rifiuteranno le accuse alla Nato di essere coinvolta nell’armare, aiutare, ed essere complice di organizzazioni classificate come terroriste nella guerra in corso in Siria, dicendo che si tratta di “propaganda Russa”, si dovrebbe sottolineare che ancora nel 2007, gli stessi giornalisti occidentali avevano cercato di mettere in guardia i lettori sul dispiegarsi di una cospirazione criminale tra particolari interessi Occidentali, per fare proprio questo.

Nell’articolo del New Yorker del 2007 “La nuova politica dell’Amministrazione è il reindirizzamento, favorendo i nostri nemici nella guerra al terrorismo?” il giornalista veterano, vincitore del Premio Pulitzer Seymour Hersh, avvertiva (il grassetto è un’aggiunta):

Per destabilizzare l’Iran, che in maggioranza è Sciita, l’amministrazione Bush ha deciso, in effetti, di riconfigurare le sue priorità in Medio Oriente. In Libano, l’Amministrazione ha cooperato con il governo dell’Arabia Saudita, che è Sunnita, in operazioni clandestine che erano finalizzate ad indebolire Hezbollah, l’organizzazione Sciita che è sostenuta dall’Iran. Gli Stati Uniti hanno preso parte anche ad operazioni clandestine contro l’Iran ed il suo alleato, la Siria. Un effetto secondario di queste attività è stato il rafforzamento dei gruppi estremisti Sunniti che abbracciano una visione militante dell’Islam e sono ostili all’America e disponibili verso Al-Qaeda.

Le fonti di Hersh, compreso l’ex agente della CIA Robert Baer, avvertivano di un imminente conflitto catastrofico che si stava pianificando tra Musulmani Sunniti e Sciiti, come parte di questa cospirazione. Lui predisse la necessità dei gruppi Sciiti di fare fronte al genocidio settario realizzato dagli estremisti sostenuti dall’America e dall’Arabia, con la responsabilità, a carico di gruppi come Hezbollah, di proteggere non soltanto i Musulmani Sciiti, ma anche i Cristiani ed altre minoranze etniche

I propositi che stanno dietro al Caos alle Frontiere.

Col senno di poi le parole di Hersh ora appaiono profetiche. Gli avvertimenti di un sostegno occidentale agli estremisti nel 2007, si sono tradotti in guerra aperta nel 2011, e dall’inizio della guerra ad oggi in un aumento di rivelazioni di complicità di USA, Turchia, Arabia, a Qatar nella crescita e nel mantenimento di estremisti come Al-Nusra e le molte altre organizzazioni che gli combattevano a fianco, comprese organizzazioni apertamente terroristiche come Ahrar Al-Sham e Jaysh al-Islam.

Questo pone la questione se il distacco dell’ISIS da Al-Nusra fosse più politico di qualunque scisma strategico, organizzativo o ideologico. Retorica a parte, esaminando le necessità logistiche dell’attuale guerra dell’ISIS contro i terroristi sostenuti dagli USA nel nord della Siria, appare chiaro che il gruppo, insieme ad Al-Nusra, sta ricevendo aiuti dal territorio Turco.

Immagine: Per anni è stato chiaro che l'unico posto nel quale la NATO cerca di stabilire una zona protetta è uno degli ultimi corridoi rimasti per rifornire l’ISIS ed Al-Qaeda dentro la Siria

Immagine: Per anni è stato chiaro che l’unico posto nel quale la NATO cerca di stabilire una zona protetta è uno degli ultimi corridoi rimasti per rifornire l’ISIS ed Al-Qaeda dentro la Siria

Quello che non si spiega, nel nord della Siria, è un ulteriore tentativo degli Stati Uniti e dei suoi alleati di creare e sviluppare il Caos, piuttosto che frenarlo.

Un sostegno continuativo degli estremisti, sia trascurando la sicurezza della frontiera, sia rifornendo direttamente ed intenzionalmente, armando, ed aiutando in altri modi le organizzazioni terroristiche, garantisce il massimo della violenza, la catastrofe umanitaria, ed un continuo pretesto per ulteriori incursioni lungo la frontiera della Siria, sia da parte delle forze Usa, sia di quelle Turche, all’inseguimento di quelle “zone protette” tanto desiderate, dove le forze dei terroristi possano meglio essere protette e posizionate, per lanciare le loro azioni distruttive più in profondità ed in modo più efficace verso il territorio Siriano.

In realtà il caos che gli Stati Uniti ed i loro alleati citano come giustificazione per un ulteriore coinvolgimento nel conflitto Siriano, potrebbe essere eliminato semplicemente mettendo in sicurezza le frontiere all’interno del territorio Turco. Le forze Turche sono dispiegate lungo la frontiera a fianco delle forze speciali Americane, della CIA Americana, e di una miriade di altre attività militari e di spionaggio dell’Europa e del Golfo Persico. La mancanza di messa in sicurezza della frontiera e di blocco dei rifornimenti ad Al-Nusra ed all’ISIS è intenzionale.

La messa in sicurezza delle frontiere.

Per la Siria la messa in sicurezza delle proprie frontiere è stata infinitamente problematica. Tentativi di avvicinarsi e di riprendere territori lungo la frontiera sono stati compiuti non solo ovviamente dalle forze terroristiche sostenute dalla Turchia, ma anche da provocazioni militari Turche appoggiate dalla NATO. La Turchia bombarda regolarmente il territorio Siriano. I suoi sistemi aerei ed anti-aerei sono stati regolarmente dispiegati lungo la frontiera, cercando di scoraggiare l’aviazione, in primo luogo Siriana e poi Russa, dal colpire i flussi di rifornimenti mandati dentro al territorio Siriano per sostenere i gruppi terroristi, compresi Al-Nusra ed ISIS.

Immagine: Centinaia di camion passano ogni giorno attraverso la frontiera Turco-Siriana con l’obiettivo di sostenere l’esistenza dell’ISIS all’interno della Siria. Contrariamente a quello che la gente crede, gli eserciti richiedono enormi e continui rifornimenti per mantenere la loro capacità di combattimento. Nessun’altra spiegazione, se non la sponsorizzazione da parte di stati, può esserci per la guerra dell’ISIS in questa regione che dura da anni.

Immagine: Centinaia di camion passano ogni giorno attraverso la frontiera Turco-Siriana con l’obiettivo di sostenere l’esistenza dell’ISIS all’interno della Siria. Contrariamente a quello che la gente crede, gli eserciti richiedono enormi e continui rifornimenti per mantenere la loro capacità di combattimento. Nessun’altra spiegazione, se non la sponsorizzazione da parte di stati, può esserci per la guerra dell’ISIS in questa regione che dura da anni.

Il tentativo di evitare un confronto più diretto e più costoso con la Turchia ha costretto la Siria ed i suoi alleati a cercare metodi più indiretti per mettere in sicurezza la frontiera, usando i combattenti delle SDF (Syrian Democratic Forces) per occupare la zona ed opporsi alle forze Turche e della NATO, senza coinvolgere direttamente Damasco.

Per converso l’uso di queste forze irregolari ha dato alla NATO un’apparente spazio di manovra per compiere incursioni all’interno del territorio Siriano – perché afferma di non combattere contro forze Siriane, ma soltanto contro “terroristi Curdi”. Anche se questo fa a pugni con il preteso sostegno dell’America verso i gruppi Curdi nel resto del paese, è mitigato da una finta ricaduta politica tra Washington ed Ankara – a dispetto del fatto che le forze USA siano ancora gentilmente ospitate in Turchia e che i due ancora stiano lavorando alla distruzione della confinante Siria.

Una forza di pace internazionale, piazzata lungo la frontiera nord, oppure delle basi Siriano-Russe posizionate più a nord, potrebbero forzare una di queste due mosse da parte degli USA e dei loro collaboratori: un attacco diretto contro le forze di pace o contro le basi Siriano-Russe, rischiando l’allargamento della guerra, o l’uso di combattenti per procura nel territorio Turco, ma al costo di un’ulteriore esposizione di Washington e di Ankara nel puntellare e perpetuare Al-Qaeda e l’ISIS.

Entrambe le opzioni sono irte di complicazioni e di ostacoli da superare – forse perfino ostacoli insormontabili. Maggiori risorse occulte fatte arrivare ai combattenti delle SDF lungo la frontiera Turco-Siriana, potrebbero essere un’alternativa interessante. Siria e Russia potrebbero anche lavorare di più per far conoscere la reale natura delle linee di rifornimento di Al-Nusra e dell’ISIS che partono dalla Turchia – così come dalla Giordania ed attraverso l’Iraq direttamente dall’Arabia Saudita.

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Articolo a cura di Tony Cartalucci per Land Destroyer pubblicato il 31 Maggio 2016
Traduzione a cura di Luciano Ragazzi per SakerItalia.it