“La vittoria della Brexit potrebbe provocare in Europa un 'effetto domino'”
di Daniele Scalea - 19/06/2016
Fonte: Sputnik
Il prossimo 23 giugno i cittadini del Regno Unito decidono se rimanere o lasciare l’Unione Europea. A una settimana dal referendum sopranominato “Brexit” aumentano i sostenitori della campagna Leave a favore dell'uscita di Londra dall'Ue: 55% contro il 45% che invece vuole rimanere.
— Cosa si aspettano i promotori della Brexit?
— Ci sono tre obiettivi principali: vogliono fermare l'immigrazione incontrollata; avere maggiore facilità di libero commercio con il mondo extra-europeo; prevenire il pericolo di creazione di un super-Stato europeo che limiterebbe notevolmente la sovranità del Regno Unito.
— Cosa potrebbe accadere all'Europa se vincessero i "sì"?
— Sicuramente nel medio periodo altri Paesi europei potrebbero seguire la Gran Bretagna, anche perché i promotori del "si" hanno aperto un dibattito con argomenti inediti su questioni come quella immigratoria. Inoltre, la Brexit potrebbe aiutare altri popoli a superare quello che finora è stato uno scoglio essenziale sulla strada dell'euroscetticismo, e cioè la paura di cambiare lo status quo.

— Condivide il parere di Donald Tusk secondo il quale l'uscita del Regno Unito dall'Ue "potrebbe essere l'inizio del processo di distruzione non solo dell'Ue ma anche della civiltà politica occidentale"?
— Sono d'accordo che l'uscita del Regno Unito potrebbe nel medio-lungo periodo portare a una disgregazione dell'Ue, tenendo però presente che forze centrifughe sono in atto già da anni e indipendentemente dal Brexit. Quindi più che un fattore causale, Brexit sarebbe una pietra miliare nel percorso di disgregazione dell'Ue. Per quanto invece riguarda la civiltà politica occidentale, è esistita per molto più tempo senza Unione Europeo, non penso proprio che finirebbe per la Brexit!
— Molti analisti scommettono su un effetto negativo soprattutto sui paesi del Sud Europa, che hanno uno scambio commerciale elevato e ricevono forti investimenti da Londra. Quali ripercussioni economiche avrà la Brexit sull'Italia?
— In realtà anche con la Brexit il commercio col Regno Unito continuerebbe senza eccessivi scossoni, non diversamente da come i Paesi dell'Ue commerciano proficuamente con gli USA. Anzi: nel caso dell'Italia, il bilancio commerciale è in pesante passivo con la Germania, che sta nell'Ue, e si riequilibra parzialmente proprio grazie alle esportazioni negli Usa, che sono extra-Ue. Quindi, non vedo enormi problemi a livello commerciale.
E' altresì vero che l'Ue uscirebbe indebolita dalla Brexit, e se l'Italia non potrà contare sul sostegno di una Ue solida perderebbe fiducia sul mercato e potrebbe incorrere in una nuova crisi del debito sovrano. Il che imporrebbe al nostro governo scelte molto difficili, in un senso o nell'altro.
— Il processo di uscita, inoltre, sarà probabilmente molto lungo. Sappiamo che l'articolo 50 del trattato di Lisbona stabilisce un limite di tempo di due anni affinché il Consiglio europeo e il Paese che vuole lasciare l'Unione trovino un accordo sui nuovi trattati da approvare per regolare i loro nuovi rapporti. Quanti anni ci vorrebbero per concretizzare l'uscita del Regno Unito?
— E' abbastanza difficile dirlo perché parliamo di qualcosa mai successo prima. Sarà solo l'eventuale uscita della Gran Bretagna a rivelarci come avverrà effettivamente questo processo.
— Che tipo di legami potrebbe essere instaurato tra il Regno Unito e la Ue quando questo processo sarà ufficialmente concluso?
— Immagino un rapporto analogo a quello che gli Stati Uniti hanno oggi con l'Ue. Quindi, dal punto di vista commerciale non mi immagino grossi cambiamenti e anche dal punto di vista culturale il legame permane. Non credo che ci sarà un isolamento del Regno Unito dal continente. Inoltre non va dimenticato che i paesi dell'Ue e la Gran Bretagna rimarranno legati tramite la struttura della NATO.
a cura di Marina Tantushyan