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Il “signor Islam” di nuovo sul banco degli imputati

di Enrico Galoppini - 05/07/2016

Il “signor Islam” di nuovo sul banco degli imputati

Fonte: Il Discrimine

Dopo gli attentati di Dacca, costati la vita anche ad alcuni italiani, è ripartito il j’accuse mediatico verso l’Islam. Anzi, il “signor Islam”.

Abbiamo potuto ascoltare, per l’ennesima volta, quei fabbricanti d’opinioni (cioè coloro che pensano al posto tuo) sicuri al 100% che questi fatti sono causati direttamente da un “difetto” nell’Islam stesso, a partire dalla figura del suo profeta, descritto da qualcuno come un “violento” che ha ispirato la violenza dei “terroristi islamici”.

Ma che vuol dire, in parole povere, che “è colpa dell’Islam”? Vuol dire – secondo questi mestatori – che l’Islam fa schifo e che bisogna starne alla larga.

I musulmani nel mondo sono quasi due miliardi, ma mica si può dedurre da gravi fatti come quelli occorsi in Bangladesh che tutti quanti ragionino nello stesso modo degli attentatori, pronti a tagliar gole a seconda della religione. Peraltro, più e più volte gli sgozzati (come abbiamo potuto vedere dai famosi “video dell’Isis”) sono… musulmani! La statistica parla chiaro: il numero maggiore di vittime dei “terroristi islamici” si conta tra musulmani.

Eppure deve esistere nell’immaginario del tele-suddito una specie di “signor Islam” da mettere alla berlina.

Se fa schifo la violenza, questo tipo di violenza (perché il vero non-violento si rifiuta persino di dare un ceffone), allora chi è pronto a dare del “violento” (anche solo potenziale) ad ogni musulmano dovrebbe condannare la violenza ovunque viene esercitata, anche con i droni pilotati dal deserto americano.

lings-Il-profeta-MuhammadSe si trova ripugnante la figura del “profeta violento” (una balla colossale che può essere messa in circolazione solo perché questa figura è tra le più misconosciute oggigiorno), per coerenza si devono condannare anche altri profeti biblici che non erano solo Peace&Love, ma tutti questi accusatori tacciono, altrimenti “Israele” e tutti quei “cristiani” fortemente influenzati dal Vecchio Testamento s’arrabbiano e li fanno licenziare.

La questione in realtà è tutta un’altra.

Esistono: 1) un problema interno, dottrinale, al mondo islamico (di qui lo scannamento tra fazioni, alcune delle quali sono talmente intransigenti che per esse tutte le altre sono “eretiche”); 2) un problema tra il mondo islamico e “l’Occidente”, verso il quale, dopo decenni di angherie e crimini inenarrabili, è scoppiato l’odio da parte di alcuni organizzatisi anche per vendicarsi, anche se pure al livello dei musulmani più quietisti è chiara la responsabilità del colonialismo; 3) infine, un problema dei più unilaterali tra i musulmani, presi tra più intransigenti del punto 1), che non intendono in alcun modo convivere con nessun altro al mondo, esattamente così come pensano i vari “fondamentalisti” americani o altri.

Oltre a questo, va detto che in società permeate di religione (comunque la s’intenda e la si viva) la risposta politica e/o militare non può prescindere da una ‘lettura’ della religione stessa. Nei paesi “occidentali” – che non sono esenti da fenomeni di violenza armata esercitata su chi andrebbe “civilizzato” – la prevaricazione non ha tinte “religiose” semplicemente perché qua della religione non interessa quasi più niente a nessuno. Ma i pretesti si trovano sempre e comunque (“democrazia”, “diritti umani”, “emancipazione delle donne” eccetera).

Non intendiamo certamente con poche righe esaurire un argomento che necessiterebbe di una trattazione più ampia ed articolata, ma quantomeno ci si faccia furbi, evitando di cadere nelle trappole “culturali” di chi, da una parte e dall’altra, intende far sprofondare il mondo in un perenne “scontro di civiltà”. Una volta contro quello, una volta contro quell’altro (Islam, Russia, Cina… la lista è inesauribile), ma guarda caso ci sono alcuni – i più “civili” – che non meritano alcuna ‘attenzione’ da parte di questi moralisti a senso unico, che con le loro “dotte” argomentazioni racimolate da una letteratura specialistica d’accatto fanno più danni della proverbiale grandine.

charlie-hebdoDi coerenza, manco a parlarne, perché non c’è uno – dicasi uno – di questi accusatori pronto a denunciare la violenza sempre e comunque quando viene esercitata su persone inermi ed indifese. Se c’è una strage a Parigi, siam “tutti Charlie”, ma se a Baghdad o a Damasco maciullano qualche centinaio di persone con un’autobomba non gliene frega un fico secco a nessuno. Oltretutto, almeno ufficialmente, i responsabili sono gli stessi, cioè quelli del “signor Islam”, ma trattando delle stragi di musulmani gli stessi so-tutto-i,o i quali assicurano che gli assassini “in nome di Allah” selezionano tra musulmani e non, dovrebbero spiegare perché vengono fatti fuori anche dei musulmani con le stesse modalità spregevoli con cui vengono ammazzati anche dei non musulmani.

Dovrebbero anche spiegare perché l’Iraq e la Siria sono un cumulo di macerie. Ma questo è pretendere troppo da dei ciarlatani senza né arte né parte che devono solo ringraziare la loro natura servile che li ha condotti a fungere a megafoni del potere. Di un potere violento né più né meno come quello dei “terroristi” che vorrebbero descrivere come “l’Islam”, anzi il “signor Islam”, che ogni santo giorno sarebbe chiamato da costoro a scusarsi ufficialmente per bocca di qualche “rappresentante” regolarmente redarguito e sbeffeggiato in uno studio televisivo solo perché è musulmano, e dunque in un modo o nell’altro compartecipe delle malefatte di questo strano ed inquietante “signore”…



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