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Cos’è questa ‘Europa’?

di Ugo Gaudenzi - 19/09/2006

 


Con una nuova “direttiva” il commissario al “mercato interno” della Ue, Charlie McCreevy ha tolto ai sudditi europei anche l’ultimo scampolo di potere nazionale di vigilanza e di tutela sociale sui processi di fusione tra istituti bancari e europei. Senza alcuna vergogna questo signore, non eletto dai popoli europei alla carica di “governo” che possiede, ha dichiarato che il fine della nuova normativa - che limita ad appena trenta giorni le possibilità di (semplice) sospensione di dichiarate incorporazioni bancarie - è “evitare che le Autorità nazionali (governi, parlamenti, agenzie di tutela del risparmio e di vigilanza sull’usura bancaria) che hanno il compito di vigilanza e supervisione sui processi di concentrazione, possano frustrare, annichilire, bloccare, le fusioni bancarie”.

Il perverso cerchio dello strangolamento delle tutele economiche e delle sovranità nazionali europee, nella parte occidentale della nostra più grande patria continentale, si è dunque quasi completato.

Per quanto riguarda l’Italia fu Beniamino Andreatta, mentore di Prodi, amico di Soros, della Banca d’Inghilterra e delle banche d’affari atlantiche, la guida della grande rapina poi detta delle “liberalizzazioni” o delle “privatizzazioni”. In combutta con il “commissario” europeo Van der Mirt e con la fattiva partecipazione del suo conterraneo Romano, l’attuale presidente del Consiglio allora presidente dell’Iri, a mandare alla svendita totale le partecipazioni statali, i gioielli di famiglia dell’Italia. Nel giro di una manciata d’anni ogni impresa strategica nazionale, dalla siderurgia al settore energetico, dai trasporti alle telecomunicazioni, dalle macchine utensili alla grande impiantistica, dall’alimentare ai servizi essenziali, è stata alienata, abbandonata, svenduta al peggior offerente.

Tacciamo, questa volta, per non rigirare il coltello nelle ferite che ci hanno inferto, di ricordare fatti alla mano l’operazione di rapina della Stet-Telecom, proprio in queste ore giunta al suo previsto nefasto epilogo, e cioè inserita nel bottino multinazionale del tycoon per antonomasia, Rupert Murdoch.
Hanno tolto alla disponibilità del popolo italiano aziende che rappresentavano la tutela dello sviluppo economico nazionale. Le hanno regalate a privati il cui unico interesse è il profitto.
Hanno imposto l’euro, una moneta unica europea, badando bene a non creare una rete di tutela per i cittadini.
Come preteso da New York e da Londra, nessun fondo monetario europeo è stato creato a difesa di questa valuta unica o a protezione delle nostre economie.
L’occidente europeo - e l’Italia in primis, perché già priva di ogni sovranità politica perché sconfitta in guerra e totalmente colonizzata dagli angloamericani - è diventato così il terreno privilegiato dei raids, delle incursioni, delle rapine, delle multinazionali e delle loro banche d’affari.
Nell’oriente europeo, soltanto la presa di potere autocratica di Putin è riuscita - eliminando i fantocci della speculazione atlantica Gorbaciov ed Eltsin - a contrastare l’assedio. E quanto accaduto giovedì, con l’assassinio dell’uomo di Putin che più si era opposto all’invasione delle banche d’affari, ne è la riprova.
Le stesse banche - che in Italia il fascismo aveva sottratto in gran parte alle infiltrazioni dell’usura internazionale e dal conflittuale connubio con le imprese - sono diventate i pilastri della piramide speculativa che soffoca e strangola le nazioni.
Banche, si badi bene, coordinate da istituti centrali - come la Banca d’Italia - che tutto sono fuorché banche nazionali a difesa della ricchezza di una nazione, ma istituti che speculano, con il signoraggio, sul denaro dei cittadini perché controllati da azionisti privati, da banche private e soggette non solo all’indistinta “Banca centrale europea”, ma alla ben più spettrale e anglo-americana “banca dei regolamenti internazionali”.

E il girone infernale, il complotto dei signori del denaro che strangola i popoli, non finisce certo qui.
Non è solo “economico”.
E’ culturale: è corifeo del pensiero unico della globalizzazione e della trasformazione del mondo in un’indistinta umanità di consumatori-sudditi, privati di ogni identità nazionale o comunitaria.
E’ militare. Dove non arriva con le sue incurisoni distruttrici delle economie dei popoli, il dominio globale liberaldemocratico viene esportato con le armi.

Non è di sicuro un caso che in questa nostra povera colonia europea, gli eurocrati di Bruxelles siano i trasmettitori e gli impositori di nuove “direttive” dette liberalizzatrici ma in realtà a totale e ferrea protezione di chi manovra governi e popoli dalle scrivanie di Wall Street e della City.
E’ sintomatico come Charlie McCreevy, da una parte, dichiari che l’unico “veto” alle fusioni bancarie possa essere dichiarato dalle autorità nazionali nel caso di sospetto “terrorismo internazionale”. “Terrorismo”, cioè, stile al-Qaida,quello preparato negli studios Cia di Langley, in Virginia.
Ma, attenzione..., non quello - sempre preparato a Langley - per massacrare il popolo iracheno e le sue istituzioni. O per insediare carceri della tortura in Europa.
O quello preparato a Tel Aviv per massacrare i palestinesi e i libanesi.
Quello non è terrorismo.
Lo chiamano export di democrazia.
Serve a far vivere gli oligarchi felici.
E ad annichilire i popoli.