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Divampa la protesta in Ungheria (...tornano le bandiere bucate)

di Luca Galassi - 21/09/2006

Divampa la protesta
Dopo le bugie del Primo ministro Gyurcsany, seconda notte di scontri: 60 feriti e 100 arrestati

La seconda notte più lunga e più scura dell'Ungheria dal 1989 si è conclusa con 60 feriti e oltre 100 arresti, a seguito di nuovi e violenti scontri tra la polizia e i manifestanti di centro-destra.

RepressioneIl bugiardo. Dopo l'assalto al Parlamento di lunedì sera, quando i feriti erano stati centinaia, migliaia di persone hanno affollato ieri la piazza Kossuth, davanti al Parlamento. L'ira contro il Primo ministro Ferenc Gyurcsany, 'il bugiardo', era sfociata nell'assalto alla televisione di Stato. Memore delle devastazioni di lunedì notte, la polizia si è presentata stanotte in assetto di guerra, ma ciò non ha dissuaso i manifestanti dallo scendere nuovamente in piazza. Per tutta la notte, in quella piazza che è stata teatro delle proteste durante la rivolta di Budapest del '56 contro l'occupante sovietico, sono risuonati gli slogan contro Gyurcsany. La televisione pubblica 'Mtv' aveva trasmesso la scorsa settimana un nastro registrato in cui il Primo ministro ammetteva di avere mentito agli elettori. Durante il suo 'mea culpa', Gyurcsany confessava candidamente agli ungheresi di aver raccontato menzogne sulla reale situazione economica del paese al solo scopo di vincere le elezioni politiche. Inoltre, dichiarava anche che durante la passata legislatura il suo governo non aveva conseguito nessun risultato.

L'assalto al ParlamentoUn ragazzo d'oro. Molti ritengono che la confessione di Gyursany abbia semplicemente scoperchiato una pentola che bolliva da tempo, e che i magiari siano stati esasperati dall'aumento delle tasse e dall'austerity che il governo socialista del Primo ministro ha imposto negli ultimi mesi. Il leader dell'opposizione, Viktor Orban, il cui partito di centro-destra 'Fidesz' uscì sconfitto dalle elezioni dell'aprile scorso, sta cavalcando la protesta di queste ore. Orban ha chiesto le dimissioni di Gyurcsany, e lo ha descritto come un 'dilettante triste e bugiardo'. 'Starò al mio posto e continuerò il mio lavoro - ha invece affermato il Premier -, le riforme fiscali vanno portate a termine'. Le proteste di piazza hanno scosso un Paese che era considerato un modello di progresso, tra quelli coinvolti dal crollo del comunismo. Nel 1989 l'Ungheria giocò un ruolo fondamentale nella dissoluzione del sistema degli Stati-satellite nell'Europa dell'est, riaprendo le frontiere con l'Austria e permettendo così a migliaia di tedeschi dell'est di fuggire in Occidente. Prima del recente scandalo, il 45enne Gyurcsany era stato il ragazzo d'oro del Partito socialista. Giovane, carismatico e promettente, era visto da tutti come un'ideale traghettatore dell'Ungheria verso la prosperità e verso il pieno riconoscimento come nuovo membro dell'Unione Europea.