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Georgia, torna la guerra fredda

di Enrico Piovesana - 04/10/2006

Dietro la crisi tra Mosca e Tbilisi lo scontro tra Usa e Russia per il controllo del Caucaso
L'arresto degli agenti russiIl presidente georgiano Mikheil Saakashvili alla fine ha ottenuto quello che voleva: far perdere la pazienza alla Russia. Visto che il Cremlino non ha raccolto nessuna delle innumerevoli provocazioni militari attuate nelle regioni georgiane controllate dai separatisti sostenuti da Mosca (Abkazia e Ossezia del Sud), giovedì scorso il nazionalista e filo-americano “Sasha” ha deciso di colpire direttamente l’orgoglio nazionale russo arrestando a Tbilisi quattro agenti segreti russi accusati di spionaggio. E’ stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
 
PutinL’embargo russo. La Russia, dopo aver accusato la Georgia di “terrorismo di Stato”, ha interrotto le relazioni diplomatiche con Tbilisi espellendo i rappresentanti georgiani in Russia e richiamando i propri dalla Georgia. Ha interrotto anche le comunicazioni stradali, ferroviarie, aeree e marittime tra i due Paesi.
Le basi militare russe in Georgia, e lungo tutto il confine, sono state messe in stato di massima allerta e ai soldati è stato dato ordine di usare “forza letale” in caso di necessità. Oltre ai 2.500 “caschi blu” russi schierati in Abkazia e Ossezia del Sud, Mosca ha ancora 3.500 soldati e mezzi corazzati nelle due basi russe ancora esistenti in territorio georgiano. Inoltre, la flotta navale russa nel Mar Nero è stata mobilitata per non meglio precisate esercitazioni al largo della costa georgiana.
La Georgia ha risposto mobilitando le proprie forze armate e ha preannunciato il richiamo di 100 mila riservisti.
 
GeorgiaRimesse ed energia. La Duma sta inoltre preparando un provvedimento che bloccherà anche i trasferimenti monetari dalla Russia verso la Gerogia, una misura che impedirebbe a 300 mila georgiani che lavorano in Russia di inviare le proprie rimesse in patria, che per l’economia georgiana rappresentano un risorsa assai rilevante, pari al 4 per cento del Pil.
“Le autorità georgiane devono capire che non si può umiliare colui che ti nutre”, ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.
Il pretesto che la Russia vuole utilizzare per giustificare questa mossa è la lotta al traffico e al riciclaggio di denaro sporco.
A Tbilisi non si esclude che il Cremlino possa decidere, come misura estrema, il blocco delle forniture di gas ed energia elettrica, per le quali la Georgia dipende quasi completamente dalla Russia. Un inverno senza riscaldamento e luce sarebbe un colpo durissimo per la popolazione georgiana e per la popolarità di Saakashvili. Putin ha già dimostrato con l’Ucraina di non farsi troppi scrupoli nel colpire la popolazione civile per togliere consenso a un governo sgradito: con Yushenko la manovra aveva funzionato alla perfezione.
 
Bush e SaakashviliLa Georgia verso la Nato. Sullo sfondo di questa crisi c’è la “guerra fredda” tra Usa e Russia per il controllo sul Caucaso meridionale e, in prospettiva, sulle rotte del petrolio e del gas del bacino del Mar Caspio. Una partita che al momento vede Washington in netto vantaggio, con la Georgia che il 16 settembre ha ricevuto il via libera definitivo all’ingresso nella Nato, previsto per l’anno prossimo. Per accelerare i tempi, il Senato Usa ha approvato sabato (due giorni dopo l’arresto delle spie russe) un finanziamento di 10 milioni di dollari destinati alla Georgia. Mosca, furente all’idea di trovarsi la Nato ai confini meridionali, potrebbe essere tentata di agire prima che sia troppo tardi, provocando un cambio di regime a Tbilisi.