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La sai l'ultima. Berlusconi: «La guerra in Iraq non la volevo»

di Aldo Vincent - 30/10/2005

Fonte: Aldo Vincent

 
«Ho tentato di convincere Bush. Con Gheddafi cercate altre vie per evitare l'attacco militare»
 
Sono andato su http://berlusconite.blog.excite.it per cercare cos’ha detto in precedenza Berlusconi sulla guerra in Iraq: tutto e il contrario di tutto. Eccone alcuni passaggi:
 
New York Times
In una intervista al New York Times, il primo ministro italiano ha parlato come sempre a ruota libera.
La mentalità di Berlusconi – commenta il New York Times – rispecchia e forse perfino va oltre la dottrina del presidente Bush di interventi preventivi contro il terrorismo”.
 
Secondo il presidente del consiglio italiano la “comunità delle democrazie” deve essere pronta a usare la forza in certi casi, come in Iraq, e questo approccio “potrebbe richiedere un cambiamento della legge internazionale, che finora riteneva inviolabile la sovranità di un singolo stato”.
 
“Oggi – ha proseguito Berlusconi – l’occidente è l’unica potenza militare, e all’interno dell’occidente vi è l’incomparabile potenza degli Stati Uniti. Oggi chiediamo dunque se è possibile, guardando al futuro, intervenire nel mondo intero come esportatori di democrazia e di libertà”.
 
A una domanda sulle truppe italiane inviate in Iraq su richiesta del presidente Bush, Berlusconi ha risposto: “Rispondere di no sarebbe stato impensabile per me”. Quando l’intervistatore ha fatto notare che Francia e Germania hanno assunto una posizione diversa dalla sua, “Berlusconi ha detto che soltanto il vincolo diplomatico del suo ruolo di presidente dell’Unione Europea gli impediva di rispondere francamente”. Subito dopo ha aggiunto: “Tutti dovrebbero essere consci dei loro doveri di gratitudine verso la grande democrazia americana”.
 
 
1993
Sulla guerra in Iraq, per confermare i dubbi sulla necessità del conflitto, «ma quando un nostro fratello si lancia in un affare, beh è mio fratello e lo appoggio, anche se non al punto di pagare le sue perdite. E io ho fatto lo stesso con gli Stati Uniti».
 
«nel nostro governo abbiamo ministri che non conoscono la ricchezza delle culture fuori e dentro l’Italia; ci sono poi persone che magnificano la guerra umanitaria, che è un controsenso; capita inoltre che da un Paese come gli Stati Uniti, con valori altissimi come la ricerca scientifica, ci siano persone che importano pubblicità e soap opera in Italia propinandole a tutti grazie al possesso delle reti tv. Dalle quali però scompare gradualmente la cultura e la musica, sommerse da spot pubblicitari e altro».
(Claudio Abbado, Tokio 22/10 )
 
 
Guerra senza Onu "Se Saddam non cede, l'attacco sarà a gennaio e
sarebbe inutile una seconda risoluzione come chiede la Francia,
sarebbe un nonsenso" (14-9-2002). "Siamo per una risoluzione dell'Onu
che dia termini precisi a Saddam e stabilisca l'intervento militare se
Saddam non dovesse accettare la risoluzione" (25-9-2002). "Con
realismo bisogna dire che non c'è alternativa alle due risoluzioni
dell'Onu, vista la posizione di Francia, Cina e Russia" (16-10-2002).

LA FERMA E DECISA POSIZIONE Di BERLUSCONI SULLA GUERRA
(Tratto da un discorso di Rutelli):
 
Mosca, 16 ottobre: credo che in Iraq non ci siano ormai più armi di distruzione di massa perché c'è stato tempo per la loro eliminazione o riallocazione.
 
Mosca, 16 ottobre: nessuno può porsi come obiettivo il travolgimento di un regime: il diritto internazionale non lo consente.
 
Lisbona, 17 ottobre: non ho cambiato posizione: con Blair resto il più vicino alleato di Bush.
 
Roma, 7 novembre: sulla guerra non posso che nutrire gli stessi sentimenti di Chirac.
 
Roma, 13 novembre: esprimo la personale soddisfazione perché sono stato unico tra i premier ad avere espresso il convincimento che Saddam Hussein avrebbe accettato la risoluzione dell'ONU.
 
Praga, 21 novembre: se si andrà ad una azione militare contro l'Iraq, si tratterà di un'azione comune, di un'azione multilaterale.
 
Roma, 30 dicembre: gli Stati Uniti hanno garantito che non daranno luogo a nessuna azione armata, se non nell'ambito delle Nazioni Unite.
 
Roma, 19 gennaio: è necessario dare agli ispettori il tempo che loro stessi riterranno necessario per concludere il loro lavoro.
 
Roma, 23 gennaio: sappiamo che ci sono ulteriori prove certe, su cui siamo tenuti alla riservatezza, sulle armi di Saddam Hussein.
 
Roma, 24 gennaio: ho convenuto con il Primo ministro spagnolo Aznar sull'assoluta inutilità di una riunione dei Capi di Stato e di Governo europei (che si sarebbe tenuta con successo pochi giorni dopo).
 
Roma, 1 febbraio: nessuno ritiene che un'organizzazione così diffusa nel mondo come Al Qaeda possa riuscire ad essere così organizzata senza il supporto di uno Stato; si ha ragione di ritenere che questo Stato sia l'Iraq.
 
Mosca, 3 febbraio: una seconda risoluzione delle Nazioni Unite è non necessaria; tuttavia, anche per chi dovrà intervenire in guerra, sarebbe opportuna per dare legittimità all'azione.
Roma, 5 febbraio: un intervento militare in Iraq, per avere piena legittimità, richiederebbe una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU.
 
Roma, 7 febbraio: se non ci sarà la seconda risoluzione, avremo, oltre al danno della guerra, tre danni ancora peggiori: l'ONU perderebbe la credibilità come istituzione capace di garantire la pace e la sicurezza nel mondo, avremo la sparizione di fatto dell'ONU, avremo un tracollo nella NATO tra l'Europa e gli Stati Uniti, avremo una divisione all'interno della stessa Europa.
 
Modena, 9 febbraio: se fossero solo gli Stati Uniti ad aprire il conflitto con l'Iraq, ci sarebbero risultati catastrofici per l'Europa.
 
Roma, 28 febbraio: l'azione militare di un paese al di fuori dell'ONU rappresenterebbe un fatto nefasto; non credo che nessuno si caricherà di una responsabilità così grave.
 
Roma, 12 marzo, dopo le dichiarazioni del ministro Martino sulla sua propensione personale ad andare in guerra: quella è una sua convinzione personale; io non sono un tecnico, non sono un tuttologo, non bisogna porre a me la richiesta su cose che non conosco; Martino, facendo il ministro della difesa, è anche un tecnico ed avrà riferito voci che ha sentito...
 
 
e per finire:
 
«Mi rallegro che la guerra è finita e che sia stata rapida e che abbiamo prodotto meno vittime di quanto si poteva temere».
 (Silvio Berlusconi, 10 aprile 2003)
i congiuntivi, signor presidente, i congiuntivi....
 
 
Aldo Vincent
il gelataio di corfu'
http://vincentaldo.splinder.com