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Che succede in Iraq? Il capo di Stato maggiore britannico scatena il putiferio

di Luca Galassi - 15/10/2006

"Andiamocene al più presto dall'Iraq": il capo di Stato maggiore britannico scatena il putiferio
Dannato generale. Hanno scatenato un putiferio le dichiarazioni del Capo di Stato maggiore Richard Dannatt al Daily Mail: "L'esercito britannico deve andarsene al più presto dall'Iraq".

Il generale DannattStranieri benvenuti (se invitati). "La nostra presenza sta esacerbando i problemi della sicurezza del Paese", aveva detto l'alto ufficiale in un'intervista al quotidiano britannico. Rimbalzate sui media di tutto il mondo, le dichiarazioni non solo hanno scatenato un caso nazionale, ma anche aperto una crepa nella 'solidità' della coalizione internazionale in Iraq, che conta 160 mila uomini, 8.500 dei quali britannici, al punto da costringere Downing Street a prendere ufficialmente le distanze da Dannatt: "E' importante ricordare che siamo in Iraq per rappresentare il desiderio di aiuto di un governo democraticamente eletto, nel quadro di un mandato delle Nazioni Unite". Il generale aveva spiegato che essendo le truppe britanniche straniere, e sapendo che nei Paesi islamici gli stranieri sono benvenuti se invitati, "ebbene, noi certamente non siamo stati invitati da quelli che al momento ci stavano". La madre di uno dei 119 militari britannici morti nel Paese ha commentato: "Ottimo, finalmente qulacuno ha detto qualcosa".

Truppe britannicheDietro front. Il consenso del quale ha goduto l'esercito britannico si è limitato ai primi mesi dell'invasione, nella primavera del 2003, e l'iniziale tolleranza si è oggi trasformata in intolleranza. "Unica eccezione - ha ribadito Dannatt in un'intervista odierna alla Bbc - l'ottimo lavoro che i soldati britannici stanno svolgendo a Bassora, dove stanno realmente cercando di migliorare la situazione. Altrove la nostra semplice presenza è fonte di esasperazione". Dannatt ha spiegato all'emittente che "non c'è nessun divario col governo", correggendo il tiro sui tempi del ritiro (non "subito", ma "in un ragionevole lasso di tempo"), rientrando parzialmente nei ranghi quando, in una nota diffusa venerdì, ha definitivamente dichiarato: "Sono un soldato. Noi non ci arrendiamo. Non alziamo bandiere bianche. Resteremo nel sud dell'Iraq fino alla fine del nostro lavoro". Dannato generale.