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L'ultimo libro di Ann Coulter: un pugno nello stomaco

di Guglielmo Piombini - 02/11/2006

 

Le persone non si arrabbiano quando dici il falso su di loro, ma quando gli dici la verità: forse è questo il motivo per cui il nuovo libro di Ann Coulter, Godless. The Church of Liberalism (New York, Crown Forum), che appena uscito ha raggiunto il primo posto nella classifica delle vendite su Amazon, sta facendo imbestialire i liberal americani. La furia sarcastica della biondissima autrice, ribattezzata sulla copertina del Time come Ms. Right, non risparmia infatti nessuna delle manie ideologiche dei progressisti.

La sinistra crede ad esempio che i criminali siano vittime della società, che i molestatori di bambini possano essere riabilitati, che i feti non siano persone umane, che il darwinismo sia un fatto, che il socialismo funzioni, che l’islam sia una religione di pace, che i selvaggi siano sempre buoni e vivano in armonia con la natura, che il riciclaggio sia una virtù, che la castità non lo sia, e così via. Queste dottrine sono razionalmente meno dimostrabili della storia dell’Arca di Noè, tuttavia vengono insegnate nel sistema scolastico pubblico, dal quale sono state bandite tutte le espressioni della tradizione giudaico-cristiana.

Le scuole pubbliche non possono menzionare la religione non certo perché lo vieta la Costituzione, spiega la Coulter, ma perché sono diventate le madrasse della Sinistra. Con una differenza: gli integralisti islamici che vivono negli Stati Uniti ricevono i fondi per le scuole coraniche dall’Arabia Saudita; i liberal invece costringono tutti gli americani a finanziare con le imposte le loro scuole “religiose”.

Per la Coulter l’ideologia progressista, pur facendo a meno di Dio, rappresenta infatti una vera e propria religione, con le sue sacre scritture (la sentenza Roe vs. Wade), i suoi martiri (la spia sovietica Alger Hiss o l’assassino Mumia Abu-Jamal), i suoi sacerdoti (gli insegnanti della scuola pubblica), i suoi luoghi di culto (le aule scolastiche) e la sua cosmologia (l’evoluzionismo).

In questa chiesa senzadio l’aborto rappresenta il più santo dei sacramenti: “non importa di cosa i progressisti si occupino di tanto in tanto - minare la sicurezza nazionale, aiutare i terroristi, opprimere la classe media, liberare i delinquenti violenti -, la questione irrinunciabile del loro programma, per la quale sarebbero disposti anche alla guerra, è quella dell’aborto”.

La Coulter non ha mai mezzi termini. La sua denuncia dell’ipocrisia sinistrorsa, che attacca le convinzioni morali e religiose degli avversari in quanto “non scientifiche”, è sempre serrata. I liberal infatti sono i primi a manifestare disprezzo per la scienza, quando contraddice la loro ideologia dimostrando ad esempio che il concepimento segna l’inizio di una nuova vita umana, che il nucleare e gli OGM sono sicuri, che il DDT permette di sconfiggere la malaria, che molte differenze tra l’uomo e la donna sono innate e biologiche, che l’AIDS colpisce in larga misura gli omosessuali o che la ricerca sulle cellule staminali adulte sta dando ottimi risultati.

In quest’ultimo caso ci si potrebbe chiedere come mai ai progressisti stiano tanto a cuore gli esperimenti sulle cellule staminali embrionali, che non hanno mai dato alcun frutto. Il motivo è che la ricerca sulle staminali adulte manca di un elemento decisivo: non implica la distruzione di una vita umana.

Sembra quasi che ai progressisti la scienza interessi solo quando permette loro di confezionare delle scuse per eliminare la vita umana. La loro pseudoscienza sostiene una religione alternativa secondo cui l’umanità è solo una parte, forse la più insignificante e dannosa, della natura. Per questo predicano la crescita zero della popolazione, la riduzione degli standard di vita e il vegetarianesimo. Al cuore della loro ideologia ambientalista vi è l’odio per l’umanità. “Noi invece, fedeli all’insegnamento biblico, crediamo di dover popolare la Terra finché ci sarà posto, per andare poi a colonizzare Marte”, scrive la Coulter.

L’autrice riserva le sue cannonate finali contro i custodi dell’evoluzionismo, il mito fondante dell’ideologia progressista. Questi “darwiniaci”, come li chiama, non sono seri scienziati che faticano tra tubi e provette, ma fanatici convinti che l’evoluzione debba essere vera a dispetto di tutte le testimonianze fossili di cui disponiamo dopo 150 anni di ricerche e di ogni altra prova contraria. Il loro metodo di discussione è quello di chiudere la bocca ai critici con l’aiuto di giudici compiacenti.

Il distretto scolastico di Dover, Pennsylvania, è stato condannato a pagare più di un milione di dollari di spese legali per avere cercato di introdurre l’insegnamento delle teorie del disegno intelligente nelle lezioni di biologia. Dopo una batosta del genere, chi avrà più il coraggio di criticare l’evoluzionismo nella scuola pubblica?

In realtà l’evoluzionismo interesserebbe ben poco ai progressisti, se non gli servisse per negare l’esistenza di Dio e per edificare una visione del mondo compatibile con i propri desideri: “Fai quello che vuoi: va a letto con la segretaria, uccidi la nonna malata, abortisci il figlio difettoso. Darwin dice che beneficerai l’umanità! Non sbaglierai mai se segui i tuoi istinti. Agisci e lascia che sia Madre Natura a selezionare i vincenti e i perdenti”. Non per caso Marx e Hitler adottarono esplicitamente la teoria di Darwin a sostegno delle proprie ideologie mortifere. Alla fine, conclude la Coulter, sono sempre i senzadio a eseguire i genocidi.

Un libro, come si vede chiaramente, senza peli sulla lingua, nel più puro stile coulteriano. Un pugno nello stomaco, insomma, che nel contesto esacerbato di certo mondo americano si comprende però benissimo. Da noi probabilmente meno, molto meno. Ma non è detto che sia meglio.

Guglielmo Piombini
(Il Domenicale, 28 ottobre 2006)