Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / La chimera non è più una chimera

La chimera non è più una chimera

di editoriale - 08/11/2006

Scienziati inglesi vogliono produrre embrioni ibridi animali-uomo

La Hfea, autorità inglese per la fecondazione umana e l’embriologia, ha da ieri tre mesi di tempo per decidere se rilasciare, a due diverse équipe di ricerca (una guidata da Stephen Minger, del King’s College di Londra, e l’altra da Lyle Armstrong, del North East England Stem Cell Institute di Newcastle), una licenza che autorizzi la creazione di ibridi con ovociti di vacche, conigli e capre inseminati con sperma umano. Scopo dichiarato degli esperimenti è quello di trarre cellule staminali dagli embrioni “allo 0,1 per cento animali e al 99,9 per cento umani” che ne risulterebbero, in vista di ipotetici usi terapeutici in malattie incurabili, come distrofia muscolare, morbo di Parkinson e Alzheimer. La procedura d’urgenza scelta dai richiedenti farà sì che, se la Hfea non darà il proprio parere nei temini stabiliti, varrà il principio del silenzio-assenso.
Tutto questo significa che ciò che sarebbe stato impensabile fino a poco tempo fa, e cioè la contaminazione di umano e animale nella genesi della vita (la stessa Hfea aveva giudicato inammissibile, nel 1990, la mescolanza di gameti umani e animali) risulterà avallato da un atto poco più che amministrativo, in nome del superiore interesse della ricerca. Che ha sempre molta fretta e non può aspettare, nemmeno in un campo di così evidente delicatezza, le normali procedure di discussione e di approfondimento. La creazione di chimere uomo-animale è la strada scelta dai ricercatori inglesi per sopperire alla cronica carenza di ovociti necessari alle pratiche di clonazione (cosiddetta) terapeutica, dato che sono sempre troppo scarse le donne disposte a donare i propri gameti. Poco male se il risultato assomiglia all’incubo descritto dallo scrittore inglese H.G. Wells ne “L’isola del dottor Moreau”. Nella finzione letteraria, lo scienziato pazzo creava uomini-leone guerrieri, uomini-cane servitori e uomini-bue operai. Nella realtà dei laboratori britannici, diventerà pratica corrente fabbricare esseri con percentuali variabili di umanità, da usare come riserva di staminali. Sempre che non riesca a farsi sentire il fronte degli oppositori al progetto chimera. Ieri, l’attivista pro-life Josephine Quintavalle ha definito “aberrante” l’idea di mescolare umano e animale nell’identità genetica. “E’ un sentimento umano primario – ha dichiarato al Telegraph – l’idea che animali e creature umane non debbano essere mescolati”.