Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Big pharma (parte 1)

Big pharma (parte 1)

di Alessio Mannucci - 14/11/2006

 


Le multinazionali farmaceutiche dominano il business più redditizio al mondo: quello della malattia. Grazie a un'ondata di fusioni senza precedenti, dieci gruppi farmaceutici si dividono oggi il 50% del mercato mondiale dei medicinali (a maggior beneficio dei loro azionisti). Ogni volta che prendete una medicina chiedetevi se fa più bene a voi o a loro.

Mentre negli Stati Uniti è annunciata l'uscita di “Sicko”, il nuovo film-documentario di Michael Moore contro l'industria farmaceutica americana, “Big Pharma” (Come l'industria farmaceutica controlla la nostra salute, Einaudi, 2006) di Jacky Law spiega in che modo l'insieme delle multinazionali farmaceutiche più che preoccuparsi della salute e del benessere delle persone pensa a fare soldi a palate.

Farmaci di marca e farmaci generici. Farmaci che costano una fortuna. Farmaci che cambiano nome e curano patologie diverse, ma sono esattamente gli stessi. Il Prozac, per esempio, che - colorato di rosso e lavanda - è diventato Sarafem, un rimedio contro la sindrome premestruale a un prezzo tre volte superiore. Ricerche e sperimentazioni truccate, sindromi inventate a tavolino come il “disordine d'ansia sociale”, lo scandalo dei farmaci anti-AIDS negati ai Paesi del sud per non perderne il monopolio, medici comprati con sovvenzioni da favola, modifiche “cosmetiche” a farmaci già esistenti, i cui effetti diventano dubbi, se non addirittura pericolosi.

L'autrice svela un sistema in cui la ricerca scientifica, ormai del tutto corrotta, è entrata a far parte di una gigantesca impresa economica, di stampo mafioso, che induce il bisogno di farmaci spesso inutili se non dannosi; dove il costo delle medicine cresce senza sosta; dove gli studi scientifici sono manipolati, i ricercatori e le autorità di controllo corrotti o intimiditi. Con la connivenza di moltissimi medici, profumatamente ricompensati dal mostro Big Pharma, e anche dei mass-media.

Quando Glaxo SmithKline (GSK) è stata sottoposta, in Italia, a una gigantesca inchiesta di polizia che ha coinvolto ben 2.900 medici, a eccezione del British Medical Journal (BMJ) e del Guardian di Londra (13 febbraio 2003), su questo grande scandalo si è scritto poco o niente. Eppure, ben 37 impiegati di GSK Italia e 35 medici sono stati accusati di corruzione; 80 informatori scientifici denunciati per versamenti illegali a favore di medici disposti a prescrivere prodotti della casa piuttosto che gli equivalenti generici. Nel corso dell'inchiesta, la polizia ha scoperto un complesso sistema informatico, denominato Giove (Jupiter), che permetteva ai rappresentanti commerciali della ditta di controllare, attraverso le ricette presentate in farmacia, le prescrizioni dei medici che erano stati pagati. Inoltre, secondo BMJ, 13.000 ore di registrazioni telefoniche dimostrerebbero molto chiaramente quanto stretta fosse la relazione tra il numero delle prescrizioni e la consistenza dei regali ottenuti dai medici: visite «mediche» al Gran premio di Montecarlo o ai Caraibi, versamenti in contanti fino a 1.500 euro, ecc.

Scandali simili sono emersi negli Stati uniti e in Germania. Nell'aprile 1993, la dottoressa Nancy Olivieri, dell'Ospedale pediatrico di Toronto, firma con la società Apotex Research Inc. un protocollo di ricerca su una nuova molecola, il deferiprone, che potrebbe aiutare i pazienti colpiti da talassemia (malattia del sangue ereditaria) a evitare i problemi cardiaci legati al sovraccarico di ferro. A quel tempo, la dottoressa Olivieri era ben lontana dal sospettare che il suo «caso», otto anni dopo, sarebbe stato oggetto di un rapporto d'inchiesta di oltre 500 pagine. Due anni dopo l'inizio della sperimentazione terapeutica e la pubblicazione dei primi, incoraggianti risultati, le nasce il sospetto che il medicinale aggravi la fibrosi epatica di alcuni suoi malati. Decide allora di far firmare ai pazienti una nuova lettera di consenso, affinché siano informati dei rischi potenziali legati a effetti secondari, e sottopone la lettera ai suoi superiori. Immediatamente, la casa farmaceutica annulla il contratto (senza interrompere le ricerche in corso in altri ospedali) e minaccia di trascinarla in tribunale se dovesse infrangere la clausola di riservatezza che ha imprudentemente firmato. Ignorando le pressioni, in nome del proprio dovere verso i pazienti, il medico presenta i risultati del suo lavoro nel corso di un convegno. In sei anni di noie giudiziarie e professionali, sarà sostenuta soltanto dall'Association Canadienne des Professeur(e)s d'Université (ACPPU).

Grazie alla sua tenacia, la dottoressa Olivieri alla fine ha vinto la causa. Reintegrata in servizio, e con una compensazione per gli anni di ricerca perduti, ha anche ottenuto l'annullamento da parte della Commissione Europea dell'autorizzazione alla vendita del Ferriprox, che contiene il deferiprone, in nome del fatto che nessuno studio scientifico ha finora eliminato i timori da lei segnalati. La vicenda della Olivieri viene raccontata nel documentario “Dying for Drugs” di Brian Woods, sugli esperimenti sanitari illegali a danni di bambini poveri, e nel libro “The Drug Trial” di Miriam Schucman. Il Deferiprone oggi è autorizzato in più di 24 paesi – inclusa la Gran Bretagna – e l'Apotex insiste sul fatto che sia un farmaco sicuro ed efficace. L'azienda ha anche accusato la Dott.ssa Olivieri di aver commesso errori durante l'esperimento, che avrebbero reso nulli i suoi risultati.

Tra lo stupore generale, è stato Randall Tobias, l'ex presidente di Ely Lilly - fortunato produttore del Viagra - l'uomo scelto da George Bush per gestire il fondo americano per la lotta contro l'Aids (15 miliardi di dollari in cinque anni). «I suoi rapporti con l'industria farmaceutica hanno suscitato forti perplessità: Tobias s'impegnerà a garantire l'accesso a medicinali generici a basso costo - si chiede, nel suo editoriale del 12 luglio 2003, The Lancet, uno dei più importanti giornali di ricerca medica - o comprerà versioni sotto brevetto, proteggendo così gli interessi delle industrie americane ?». Secondo un articolo del New York Times, George W. Bush fermerà tutte le cause legali contro le cause farmaceutiche sostenendo che i consumatori non possono incriminare un “prodotto” che è stato approvato dall'FDA. Bush sostiene che tutte queste cause possono rovinare l'economia.

Il formidabile braccio di ferro commerciale sui brevetti farmaceutici, che oppone da molti anni alcuni paesi del Sud alla triade Stati uniti-Unione Europea-Giappone (l'88% del consumo totale di medicinali nel mondo), è finito, alla vigilia della riunione dell'Organizzazione Mondiale del Commercio a Cancun, con la vittoria delle «Big Pharma», guidate dalla ditta americana Pfizer: la marea di limitazioni imposta al commercio dei generici garantisce loro uno stretto controllo su questo mercato. Bombardati da slogan che assimilano «ricerca» e «vita», raramente ci si interroga sul legame reale tra i bisogni sociali relativi alla salute e le priorità di sviluppo di questo o quel nuovo medicinale. Quante e quali ricerche, indispensabili alla vita, ma che non dispongono a valle di un «mercato» sufficiente, sono sacrificate all'orgia di spese di promozione per i «blockbuster», cioè i medicinali il cui giro d'affari supera il miliardo di euro ?

I principali responsabili di questa deriva sono i poteri pubblici che formano i medici per poi abbandonarli a un lavoro spesso solitario, senza mezzi indipendenti per aggiornare le loro conoscenze. Va detto però che si scontrano con una lobby molto organizzata, che non esita a utilizzare l'intimidazione e il ricatto (nell'uso o nell'immissione sul mercato delle novità terapeutiche). Il paziente, da parte sua, non dispone di alcun mezzo per farsi un'opinione informata (al di fuori della pubblicità). L'eventuale legalizzazione, da parte dell'Unione Europea, della pubblicità diretta nei confronti del pubblico, rischia di fare aumentare ancora di più la confusione.

ll “Texas Medication Algorithm Project” (TMAP), recentemente annunciato dall'Aministrazione Bush, è stato dettato dall'operato di un gruppo di esperti che hanno preso soldi dall'industria farmaceutica. Il fatto è stato denunciato da Allen Jones tramite un documento che e' stato pubblicato dalla “Law Project for Psichiatric Rights”, un'organizzazione no-profit. Allen Jones è stato ovviamente licenziato. Stessa sorte per il Dr. Stefan Kruzewski, psichiatra, licenziato per aver denunciato “dubbie pratiche” per la prescrizione degli psicofarmaci e l'incorrettezza di alcune diciture riportate sulle etichette. In Inghilterra, il governo starebbe studiando un programma di vaccinazione dei bimbi contro la dipendenza da droghe e fumo, con annessa schedatura. Un vero e proprio piani di marketing per espandere i guadagni dell'industria farmaceutica. Ma come mai si spendono milioni per le “campagne anti-fumo” quando è risaputo che l'incredibile aumento di tumori di questi ultimi decenni non ha nulla a che vedere con il tabacco quanto piuttosto con l'aria malsana che respiriamo ?

Un altro clamoroso caso di corruzione farmaceutica sono le “Nuove Guide per la lotta al colesterolo”. I nuovi standard sono stati stabiliti da una commissione di nove esperti. Otto di questi nove esperti hanno preso soldi da diverse case farmaceutiche che producono farmaci anti-colesterolo. Il fatto è stato confermato da una fonte governativa americana. Le recenti ammissioni delle connessioni tra il Thimerosal e l'autismo, gli antidepressivi e il suicidio, le continue accuse verso le case farmaceutiche di nascondere gli studi che dimostrano l'inefficacia dei loro prodotti e i relativi effetti collaterali stanno mettendo in difficoltà alcune multinazionali.

Nell'aprile del 2004, uno studio della Silver Spring University ha dimostrato la connessione tra il Thimerosal e i danni neurologici. Nel maggio dello stesso anno, la rivista del Comitato di Sicurezza della Vaccinazione, facente parte dell'IOM (Institute of Medicine) documenta in un altro studio scientifico il nesso di causalità tra i vaccini che contengono mercurio e l'insorgenza dell'autismo.

Ma la politica è sempre pronta ad intervenire.Durante l'approvazione delle leggi sulla sicurezza interna (Patrioct Act), l'amministrazione Bushh ha inserito una clausola che scagiona le cause farmaceutiche da possibili cause contro gli effetti collaterali del Thimerosal contenuto nelle vaccinazioni. In America del nord, il Thimerosal è stato rimosso dai vaccini destinati ai bambini già da diversi anni, ma l'OMS non ne sconsiglia l'uso ed in Italia viene ancora usato.

APPENDICE (Gli 11 COLOSSI di BIG PHARMA)

PFIZER - La multinazionale USA ricava l'86% del suo giro d'affari dai farmaci (suo è il Viagra), ma è presente anche nella salute animale (6,3 miliardi di dollari sulle vendite totali di 52,51 miliardi nel 2004). Un quinto dell'attività viene dall'anticolesterolo Lipitor, il cui brevetto è contestato dai produttori di generici. Il suo antinfiammatorio Celebrex ha le stesse caratteristiche del Vioxx (Merck), ma non è stato ritirato dal mercato.

NOVARTIS - I farmaci sono al primo posto (oltre il 60% del giro d'affari nel 2004) del gruppo svizzero, che punta anche sui generici (con la filiale Sandoz), sui farmaci veterinari, sul settore della nutrizione e sui medicinali da banco (il 7% dell'attività). L'antinfiammatorio Prestige, stessa classe terapeutica del Vioxx (Merck), è sotto accusa per aver causato problemi cardiaci. L'indice di borsa di Novartis è in ascesa.

ASTRAZENECA - Il laboratorio anglo-svizzero ha il 97%o dei ricavi dal settore medico, e una posizione di primo piano nei settori cardiovascolare, respiratorio e gastroenterologico, in oncologia e anestesia. Il Mopral (antiulcera), brevetto scaduto nel 2004, è stato uno dei farmaci più venduti al mondo. Ma il gruppo è in crisi: il Crestor (anticolesterolo) avrebbe causato morti. Il nuovo anticancro Iressa non darebbe i benefici sperati. Il titolo in borsa è sceso.

JOHNSON & JOHNSON - Creato nel 1885, il gruppo USA ha tre poli: farmacia e biotecnologie, con molecole per cancro e anemia, epilessia, malattie psichiche; parafarmacia; e una divisione per lenti a contatto, strumenti chirurgici e cardiovascolari. L'acquisto della Guidant, leader di apparecchi cardiaci e vascolari, diluisce il peso della farmacia ancorando il gruppo in un settore esteso come quello della salute.

ROCHE - Per il colosso svizzero, il 27% dei ricavi viene da un'attività non medica (diagnostica). È uno dei laboratori che investe di più nelle biotecnologie: nel 1990 ha preso il controllo di Genentech, di Pcr Technology nel '91, di Böhringer Mannheim nel '98, di Chugai nel 2002. Il 40% delle vendite viene da 13 molecole ottenute con biotecnologie. Il Roaccutane è stato accusato di provocare turbe del comportamento.

SANOFI-AVENTIS - L'obiettivo è la fusione fra i gruppi francesi Sanofi-Synthélabo e Aventis. La società, che realizza il 95% del suo giro d'affari con i farmaci senza prescrizione, tenta di diversificarsi con i generici, con il marchio Winthrop. Sanofi-Aventis ha un portafoglio di 2.650 farmaci, il doppio di Pfizer: nel gruppo americano l'80% delle vendite viene da una ventina di prodotti, Sanofi arriva a questa percentuale con 64 farmaci.

GLAXO-SMITHKLINE - Per il gruppo inglese l'85% del ricavo viene dai farmaci e vaccini. Benché abbia molte molecole in via di sviluppo (quasi 90), i farmaci che potrebbero rilanciarne l'attività e sventare la minaccia dei generici tardano ad arrivare. Si prevede una crescita lenta fino al 2007, seguita da un boom. Il gruppo ha fatto investimenti notevoli nel settore ricerca e sviluppo, per automatizzarlo il più possibile riducendo i ritardi nella creazione di nuovi medicinali.

MERCK - Dopo il ritiro del Vioxx, che avrebbe causato circa 100 mila eventi cardiovascolari, Merck potrebbe affrontare 575 processi. Gli insuccessi si accumulano: un tribunale USA ha deciso che i brevetti del Fosamax (antiosteoporosi) scadranno nel 2008, dieci anni prima del previsto. Il farmaco principe resta l'anticolesterolo Zocor, anche se le vendite dono calate del 5% nel 2004.

BRISTOL–MYERS SQUIBB - L'82% dei profitti del gruppo americano viene dai farmaci. Nel 2001 ha acquistato la filiale farmaceutica di DuPont. L'azienda ha ceduto i suoi farmaci da banco per concentrarsi sulla ricerca contro Alzheimer, diabete e obesità. Un forte investimento nella società biotecnologica Imclone le ha procurato problemi con le autorità americane. BMS commercializza negli USA il Plavix, uno dei farmaci di punta di Sanofi-Aventis.

BAYER - Il gruppo tedesco che ha creato l'aspirina ha ridotto la sua posizione nel settore farmaceutico, che rappresenta solo il 37% di un'attività molto diversificata. Ha acquistato, nel 2004, la divisione farmaci da banco di Roche e oggi è uno dei protagonisti di questo mercato: il 25% della sua attività. Colpito, nel 2001, dal ritiro dell'anticolesterolo Baycol, sospettato di aver causato morti, non ha ancora finito di indennizzare le vittime o i loro familiari.

ABBOT - Il gruppo americano è presente su cinque segmenti di prodotti: farmaci (oltre il 50% del giro d'affari), diagnostica, prodotti tecnici per ospedali, pediatrici e nutrizionali. Il Meridia, antiobesità, è stato messo sotto accusa da David Graham della FDA. In compenso, l'Humira, contro i dolori artritici, ha approfittato del ritiro del Vioxx.

Fonti: monde diplomatique, unità online, mednat.org / novembre 2006

Sito correlato all'articolo:

CBG - Bayer e la IG Farben

Altri articoli correlati:

The Corporation (parte 1)

The Corporation (parte 2)

Nazi-pharma

Farmaci e pubblicità

Farmacrazia 2

Il caso Vioxx

Il business dell'aviaria

Ritorno a covance

Bimbi e farmaci

Allarme psicofarmaci

Psico bambini 2

UK, 400mila bimbi sotto ritalin

AIDS: rapporto ONU

Infection

Coma profondo

Biologia open source

Nanomedicina

Intervista ad un malato di MCS