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Salviamo Giamburrasca: psicofarmaci ai bambini italiani, è uno scandalo.

di redazionale - 21/11/2006

 

 

In cinque anni in Italia le prescrizioni sono aumentate del 280 per cento. Negli Usa, la metà.
E ora, addirittura, si aprono 82 Centri in tutta Italia per somministrare psicofarmaci ai bambini iperattivi.
Alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Infanzia,
gli esperti dicono
“Giù le Mani dai Bambini”

Roma, 17 novembre

Psicofarmaci ai bambini italiani, è uno scandalo. Troppi e somministrati con troppa leggerezza. In cinque anni in Italia la prescrizione di psicofarmaci ai bambini è aumentata addirittura del 280 per cento. Negli Usa, dove i bambini in terapia sono più di undici milioni, l’aumento è stato del 150 per cento. Ministro Turco, intervenga subito”. E’ l’appello che hanno lanciato, in una conferenza stampa svolta ieri a Roma, Luca Poma portavoce di “Giù le Mani dai Bambini”, la più visibile campagna di farmacovigilanza in Italia, e Federico Bianchi di Castelbianco psicoterapeuta dell’età evolutiva. E con loro più di cento Associazioni e 230mila addetti ai lavori del settore della Salute rappresentati dal Comitato GiùleManidaiBambini.

"Ma gli scandali non finiscono qui - dice Luca Poma - si stanno aprendo in Italia, su tutto il Territorio 82 Centri per la somministrazione di psicofarmaci ai bambini “iperattivi”. E pensare che le Autorità di controllo sanitario  avevano garantito di istituire un solo Centro di eccellenza per regione in modo da prevenire gli abusi.  E il rosario degli scandali continua: l’Emea, l’Agenzia Europea per i farmaci, ha autorizzato la somministrazione del Prozac, la discussa e potente “pillola della felicità”, ai bambini già da otto anni dopo appena 4-6 sedute di psicoterapia senza risultati. Di scandalo, in scandalo: le scuole non hanno risorse per affrontare il problema dei “bambini-giamburrasca” e così si sono già registrati i primi casi di alunni allontanati da scuola. Intervenga anche il ministro Fioroni".

"Chi all’EMEA ha deciso ciò - dice Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta dell’età evolutiva e Direttore dell’Istituto di Ortofonologia di Roma e membro del Comitato scientifico di “Giù le Mani dai Bambini” - è incompetente non solo nella conoscenza della psicoterapia ma soprattutto dei bambini. In quattro-sei settimane nessuno può dichiarare fallita una psicoterapia, che è una strada seria da percorrere. Ecco perché il ministro Turco deve subito intervenire per neutralizzare la corsa agli psicofarmaci e limitare i danni della decisione dell’EMEA. E il ministro Fioroni deve emettere una circolare affinché le scuole siano messe in condizione di gestire i “bambini-giamburrasca”.

Dietro ai numeri ci sono i bambini e le loro famiglie. E sono numeri grandi, drammatici. Sono 30mila i bambini italiani che già oggi assumono psicofarmaci secondo uno studio del “Mario Negri” pubblicato su una prestigiosa rivista scientifica che sottolinea come si tratti della punta di un iceberg visto che il dato è fortemente sottostimato.
E se oggi sono 30mila i bambini italiani in terapia con psicofarmaci potrebbero presto diventare oltre 700mila e questo perché, secondo dati del Ministero della Salute, questo è il numero dei bambini che sarebbero affetti da disturbi psichici. "Se questo dato rispecchiasse la verità - aggiunge Luca Poma -, e non lo credo, vorrebbe dire che ogni cento bambini italiani nove sono candidati ad assumere psicofarmaci. E’ come dire che in ogni classe, dalla materna alle medie, almeno due bambini dovrebbero essere medicalizzati. Psicofarmaci “facili” per diagnosi troppo “disinvolte”.

"Le troppe prescrizioni di psicofarmaci ai bambini – dice Massimo Di Giannantonio, Ordinario di psichiatria all’Università di Chieti - sono dovute a diagnosi non corrette formulate da medici di medicina generale e da pediatri che non hanno il necessario bagaglio di informazioni per compiere un passo così importante come quello di somministrare uno psicofarmaco ad un bambino. Ma anche a diagnosi formulate da medici competenti come neuropsichiatri infantili e psichiatri adolescenziali, che ritengono che alla base del disturbo dei bambini ci sia un fattore biologico curabile quindi solo con i farmaci".

Molto importanti le prese di posizione di personalità del mondo sociale, sanitario e politico. Giovanni Pirone, Direttore Generale dell’Istituto Italiano di Medicina Sociale ha detto in una nota che “i piccoli consumatori di oggi rischiano di diventare adulti farmaco-dipendenti. Va arrestato il materialismo sanitario incentrato su una soluzione farmacologica anche di problemi che attengono alla sfera psichica ed emozionale”.

Marina D’Amato, Presidente dell’Istituto degli Innocenti di Firenze, in una nota ha spiegato che “la Società di oggi dovrebbe prendere atto che il suo futuro è l’infanzia. Le trasformazioni della famiglia italiana incidono molto sulla vita dei bambini e degli adolescenti”.
In questa occasione, con una nota, tre personalità del mondo politico hanno assicurato il loro impegno istituzionale. L’onorevole Dorina Bianchi, vicepresidente della Commissione Affari Sociali della Camera, ha proposto un piano di investimenti sociali sul Territorio insieme alle Regioni, di supporto ai giovani e l’implementazione dei consultori. La senatrice Paola Binetti, è una neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta dell’età infantile, ha assicurato un’interrogazione parlamentare “perché venga in ogni caso bloccata, non solo qualunque forma di abuso, ma anche qualunque somministrazione impropria che contrasti con lo sviluppo sereno del bambino”. La senatrice Anna Maria Serafini, Presidente della Commissione Bicamerale per l’Infanzia ha annunciato che “questo sarà uno dei temi su cui lavorerò in Commissione e che metterò all’ordine del giorno. Porrò particolare attenzione a tutte le segnalazioni e denuncie finalizzate”.

L’APPELLO ALLA TURCO
"Abbiamo presentato ieri – dicono Luca Poma e Federico Bianchi di Castelbianco - una lettera aperta al Ministro della Salute con un vero e proprio "decalogo di buone prassi". Alcuni dei punti degni di maggior interesse di questo decalogo sono: l'attivazione di un tavolo presso il MInistero per approfondire il fenomeno delle prescrizioni indiscriminate di psicofarmaci ai bambini; lo psicofarmaco solo come ultimissima risorsa terapeutica, e quindi il rafforzamento concreto di tutte le strade alternative alla medicalizzazione; un' informazione alle famiglie davvero completa sui gravi rischi derivanti dalla somministrazione di psicofarmaci ai bambini ed adolescenti e, perchè no, il "black box", il riquadro nero sulle confezioni - come quello adottato per le sigarette - già adottato negli Stati Uniti con l'evidenza degli effetti collaterali più pericolosi".

GLI ITALIANI DICONO NO AGLI PSICOFARMACI AI BAMBINI
“Giù le Mani dai Bambini” ha svolto un sondaggio fra 1600 italiani dai 16 ai 65 anni di età chiedendo il loro parere sull’uso degli psicofarmaci ai bambini. Il 97 per cento ha detto “no” all’uso degli psicofarmaci per risolvere i disagi psichici dei minori. Il 97,1 per cento ha detto che le diagnosi fatte oggi con i questionari non sono affidabili.

Per ulteriori informazioni i colleghi giornalisti possono contattare il Portavoce nazionale del Comitato:
Luca Poma: 337415305 – portavoce@giulemanidaibambini.org 

 

SCHEDA SULL’INCIDENZA DEI PRESUNTI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO INFANTILE 
IN ITALIA RICLASSIFICATA REGIONE PER REGIONE

 

Regione

Popolazione

Totale

Popolazione

0÷14

affetti da presunti disturbi psichici

9,1% (0÷14)

presunti affetti da ADHD ≈2%[1] (0÷14)

Piemonte

4.214.677

508.618

46.284

10.172

Valle d'Aosta

119.548

15.447

1.406

309

Lombardia

9.032.554

1.189.599

108.254

23.792

Liguria

1.571.783

166.496

15.151

3.330

Trentino

940.016

151.112

13.751

3.022

Veneto

4.527.694

609.849

55.496

12.197

Friuli Venezia

1.183.764

135.374

12.319

2.707

Emilia-Romagna

3.983.346

462.791

42.114

9.256

Toscana

3.497.806

408.610

37.184

8.172

Umbria

825.826

101.072

9.198

2.021

Marche

1.470.581

189.811

17.273

3.796

Lazio

5.112.413

707.891