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Vertice Apec : il rilancio del Doha

di Marzio Paolo Rotondo' - 22/11/2006



Il vertice ‘Asia-pacific economic cooperation’ (Apec), il forum commerciale dei 21 Paesi asiatici e americani che si affacciano sull’oceano Pacifico, rilancia le trattative sulla liberalizzazione del commercio globale per dare una svolta all’impantanato‘Doha Round’. Ad Hanoi si è anche festeggiata l’entrata del Vietnam nel club del commercio globale, ma soprattutto il grande passo avanti della Russia, che proprio nella capitale vietnamita ha firmato la fine della trattative con gli Usa, attesa da più di dieci anni.
A seguito di insistenti negoziati, infatti, Mosca entra ufficiosamente a far parte dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto-Omc). Dopo l’ingresso della Cina, nel 2003, la Russia è ancora l’ultimo grande Paese fuori dall’organizzazione per il commercio mondiale.
I negoziati non sono stati facili: il loro esito è stato imprevedibile fino a pochi giorni dal vertice dello scorso fine settimana, e sono tuttora al centro di alcuni importanti interrogativi. Fino a questo momento, l’ostacolo maggiore da superare per il governo di Mosca sono stati principalmente gli Stati Uniti, che per tredici anni non hanno ritenuto le concessioni della Russia adatte al suo ingresso nell’Omc.
Il sì di Washington è indubbiamente un grande passo avanti nelle trattative ma non rappresenta il traguardo definitivo. Costarica, Moldavia e Georgia devono ancora ratificare l’ingresso della Russia. Specialmente la Georgia rischia di rallentare in modo non indifferente le operazioni d’adesione di Mosca. Il viceministro per lo Sviluppo georgiano, Vakhtang Lezhava, visto le recenti tensioni politiche fra Russia e Georgia, ha affermato che il suo Paese potrebbe utilizzare come arma la sua firma e rallentare, se non bloccare del tutto, i negoziati ormai praticamente conclusi.
Il vertice Apec è stato anche l’occasione di attaccare l’Unione europea sulla questione del fallimento delle trattative sulla liberalizzazione del commercio globale. L’Ue, infatti, è vista da molti dei Paesi presenti al vertice come principale causa dello stallo dei negoziati: pur se non citata ufficialmente, nella dichiarazione finale del vertice si sollecita i “protagonisti” della trattativa commerciale di ridurre i sussidi all’agricoltura che intralciano la libertà degli scambi.
Le trattative sono bloccate da luglio. I contrasti sono ampi tanto da far ‘litigare’ tra americani, europei, Paesi emergenti e Paesi in via di sviluppo.
I leader dei Paesi dell’Apec giudicano urgente rilanciare i negoziati per la liberalizzazione degli scambi, uscendo dallo stallo del Doha Round. La loro, ormai, è una voce che conta sempre di più: oggi l’Apec rappresenta il 60% della ricchezza e oltre la metà del commercio mondiale. Il progetto di un mercato unico Apec, sostenuto anche dagli Usa, oltre che di altri bilaterali, come lo studio di fattibilità avviato da Cina e Corea del Sud per liberalizzare il commercio tra Pechino e Seul, sono un chiaro segnale della propensione ad un commercio globale articolato.
L’Apec chiede espressamente “ai grandi protagonisti” della trattativa “profonde riduzioni” dei sussidi agricoli che fanno barriera alla libertà degli scambi e sollecitano “tagli reali” delle tariffe sui prodotti industriali e “nuove aperture” agli scambi di servizi. “Un successo del Doha Round - si legge nella dichiarazione finale - contribuirà alla crescita economica e alla riduzione della povertà, creando nuovi flussi commerciali e favorendo lo sviluppo”.
Il vertice dell’Apec è stato indubbiamente, sotto il suo aspetto economico, un forte rilancio delle trattative per la totale globalizzazione dei mercati. I Paesi asiatici, forse i più soddisfatti dell’apertura dei mercati mondiali alle loro merci, sono consapevoli che mandare in porto le trattative del Doha significherebbe per loro un ulteriore stimolo alla loro espansione commerciale. Questo però, non sempre conviene a tutti.