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Banche centrali: usura globalizzata

di Vittoriano Peyrani - 22/11/2006



Le banche centrali, come la Banca d’Italia e la Banca Europea sono istituti che hanno la funzione dell’emissione del denaro, ovverosia hanno la delega dello Stato a stampare biglietti di banca ed a coniare monete metalliche.
Tali banche, contrariamente a quello che tutti credono, non sono un organo dello Stato, controllato dal popolo attraverso i parlamenti, ma sono società private, indipendenti, strettamente collegate fra di loro.
Gli azionisti di tali enti nazionali di emissione sono infatti i più importanti istituti di credito privati e assicurazioni: nel caso della Banca d’Italia, sono la Banca Intesa S.p.a., Unicredito Italiano S.p.a., San Paolo IMI S.p.a., Banco di Sicilia S.p.a., Assicurazioni Generali ed altri ancora
La situazione non è stata sempre questa poiché le principali banche, dette di Prevalente Interesse Nazionale, sono state le azioniste di maggioranza della Banca d’Italia, fino a qualche decennio fa, ma esse erano “irizzate”, cioè sotto il controllo statale dell’I.R.I., l’Istituto per la Ricostruzione Industriale. Tale istituto era stato creato con successo dal fascismo allo scopo di nazionalizzare molte primarie industrie italiane per evitarne il fallimento per la crisi economica internazionale del 1930 e per attenuare le gravi ripercussioni per la nostra economia soprattutto sul piano occupazionale. La Banca d’Italia era quindi in pratica, sia pure indirettamente, sotto il controllo del governo.
Ma con la privatizzazione delle banche di Preminente Interesse Nazionale, in effetti è stata privatizzata anche la Banca d’Italia. E di conseguenza è venuta meno la funzione di controllo che essa deve esercitare sul comportamento delle banche ormai tutte private del paese, poiché queste sono i suoi proprietari. Ecco spiegati i motivi per cui sono potute avvenire grandi truffe verso i risparmiatori come il fallimento della Cirio e della Parmalat e come l’insolvenza dei bond argentini il cui acquisto veniva consigliato agli sportelli. La Banca d’Italia, che ha la funzione di emissione e controllo, non ha potuto quindi contrastare il volere dei propri padroni ed evitare che i risparmiatori, non avvisati del pericolo, fossero spinti ad acquistare titoli spazzatura. Gli istituti di credito se ne sono quindi liberati all’ultimo momento, dopo aver lucrato per anni i fortissimi interessi.
Per la Germania le cose andarono un poco diversamente perché quando il nazionalsocialismo vinse le elezioni e poté andare al potere, nazionalizzò la Banca Centrale ed emise in proprio la moneta necessaria allo sviluppo del paese.
Liberata dal peso degli enormi interessi che venivano pagati agli azionisti della Banca Centrale, l’economia fece un prodigioso balzo in avanti e nel giro di qualche anno, dal 1933 al 1938, il paese, da disastrato che era, divenne molto florido. Si riassorbirono quattordici milioni di disoccupati e si mise mano alla realizzazione di investimenti per grandiosi progetti. Per citarne solo alcuni fu costruita una rete autostradale modernissima che copriva tutta la nazione, si vararono industrie di ogni genere, si introdusse uno stato sociale avanzatissimo mai esistito prima, si intrapresero studi e realizzazioni tecniche all’avanguardia nel mondo per quei tempi. Non secondario, fra questi progetti fu quello grandioso attuato per la produzione di benzine sintetiche a partire dal carbone di cui la Germania era molto ricca, che diede al paese la possibilità di svincolarsi dal ricatto petrolifero della grande finanza internazionale, sempre nemica di tutti i popoli indipendenti. Si svincolò così anche da un fortissimo esborso di grave pregiudizio addirittura per la sua stessa sovranità. Si ricorda anche che, con la realizzazione della Volkswagen (in tedesco: auto del popolo), si voleva dare un’automobile ad ogni famiglia. L’operazione iniziò e sarebbe stata realizzata se la Germania non fosse stata schiacciata dalla guerra dichiaratale da Francia ed Inghilterra con falsi pretesti. guerra che, anche se vinta, avrebbe portato alla declassazione di questi due paesi a potenze di secondo rango.
Con quanto sopra credo si sia dimostrato che a dare valore alla moneta non è qualcuno o qualcosa di esterno ai cittadini e allo stato, o depositi aurei, ma il lavoro e la volontà libera delle persone e di chi le governa.
A questo punto, per chiarire meglio i concetti sopra esposti, è necessario fare alcune considerazioni circa l’importanza della sovranità monetaria e sul potere che viene concesso con la rinuncia alla emissione di moneta da parte degli Stati.
La concessione alla Banca Centrale Europea. di stampare biglietti di banca porta come conseguenza che questa si rende praticamente proprietaria del denaro e che lo cede con interessi e in cambio di titoli di credito commerciabili. Con il ricevimento di detti titoli in cambio di quei pezzi di carta che sono i biglietti di banca, non garantiti, come un tempo, dall’oro depositato, né da altri beni mobili o immobili, le banche possono poi acquistare, ogni tipo di beni con denaro creato dal nulla. Questo pesa come una cappa di piombo sull’economia di tutte le nazioni ed è la causa vera del fatto che si vive in un continuo stato di crisi valutarie per pagare gli interessi dell’emissione del denaro e del cosiddetto debito pubblico Quest’ultimo continua a crescere poiché la cosa, in fondo, fa comodo alla finanza internazionale.
Infatti il debito, prima coperto dai B.O.T., che una volta venivano acquistati dalle famiglie italiane e che lasciavano nel paese la ricchezza, oggi va ad ingigantire una speculazione internazionale che cerca di indebitare famiglie e stati in tutti i modi, anche con pazzesche forme di vendite a rate. I parlamenti e i governi si fanno mezzani di tale infamia contribuendovi, anzi, con leggi e regolamenti.
L’evoluzione delle tecniche produttive e la conseguente disponibilità di materie prime e di manufatti a prezzi sempre più bassi, avrebbe dovuto portare ad un tranquillità economica generale e alla serenità per tutte le persone ma questo non è avvenuto, anzi le persone sono costrette sempre più ad indebitarsi per esigenze primarie di sopravvivenza o vengono spinte ad indebitarsi per avere a disposizione oggetti consumistici di cui la pubblicità ha creato un falso bisogno.
Il debito artificioso è dunque il castello di carta e la forma di usura sulla quale si basa un dominio internazionale pericolosissimo per la sua voracità inestinguibile e progressiva che provoca crescente miseria e perdita totale della libertà delle persone, dei popoli e degli Stati. Provoca inoltre anche guerre ed atrocità di ogni genere.
E’ molto difficile che un potere parassitario di questo tipo, nel suo anonimato, possa darsi dei limiti di tipo morale o semplicemente pratici prima della distruzione totale delle proprie vittime. E questo è riprovato dall’insaziabile e continuo aumento delle privatizzazioni, cioè di veri e propri espropri di beni e attività appartenenti agli stati, ovvero ai cittadini. L’usurocrazia internazionale si impadronisce delle migliori aziende statali con denaro artificioso, a prezzi di svendita, complici politici ignoranti, corrotti o, quantomeno, conniventi.
Inoltre la globalizzazione generale, l’ultimo tabù nemmeno discutibile dei media, che è basata sul cosiddetto libero mercato e su un dollaro che viene stampato in grandissime quantità senza garanzia alcuna, introduce. per la sua stessa struttura. una concorrenza senza limiti morali o sociali. Essa costringe a comprimere il costo del lavoro nei paesi socialmente più avanzati distruggendo ogni forma di stato sociale. Mette quindi in grave pericolo in Italia pensioni, trattamento di fine rapporto, sanità, assistenza, scuole pubbliche perché, queste spese vanno ad aumentare il costo generale del lavoro. Esso è già elevatissimo se paragonato ai costi del terzo mondo, quindi per non uscire dal mercato. si devono abbassare ulteriormente le retribuzioni verso il livello di quelle del terzo mondo. Questo è l’effetto perverso della globalizzazione che è esaltata come una grande conquista: essa tuttavia non è in alcun modo vantaggiosa per i popoli ma solo per i potentati finanziari.
La B.C.E., secondo quanto stabilito nel trattato di Maastricht, è indipendente dal potere politico e può decidere, in via riservata e senza che si possa intervenire in alcun modo, il tasso di sconto (l’interesse che lo stato e le banche commerciali pagano per ottenere il credito dalla Banca Centrale) e il livello della massa monetaria circolante. Può provocare, in altre parole, inflazione o stagnazione secondo il proprio incontrollabile volere ed i propri interessi senza che i suoi organi possano essere chiamati a giustificare davanti agli stati, ai parlamenti, al pubblico la propria responsabilità sulle decisioni prese e sulle motivazioni di queste.
Quindi i governi affidano il denaro del proprio popolo a banche private senza possibilità di controllo e pagano interessi per l’emissione e per il debito pubblico a banche private sulla cui rapacità può giudicare chiunque abbia un conto corrente bancario. Si faccia attenzione, a questo proposito, a quanto viene trattenuto per scoperti, per commissioni e servizi senza che si possa avere alcuna voce nella stipulazione di contratti decisi in modo completamente unilaterale a nostro danno.
Ma vediamo che cosa si afferma nel libro di Marco della Luna e Antonio Miclavez dal titolo Euroschiavi, e dai sottotitoli: “La banca d’Italia”, “La grande frode del debito pubblico”, “Chi si arricchisce davvero con le nostre tasse” edito nel 2005 da “Arianna Editrice”. Di questo libro consiglio una attenta lettura. A pagina 76 trattando il problema della proprietà del denaro si legge:
“La Banca Centrale non ha “prodotto” il valore del denaro eppure si comporta come se fosse proprietaria del medesimo e quindi lo cede, ad interesse, allo stato (e alle banche commerciali) in cambio di titoli di Stato.
Questo fatto è paradossale. E’ come se il tipografo incaricato dalla società calcistica organizzatrice di una partita, di stampare 30.000 biglietti di ingresso per lo spettacolo, con il prezzo di Euro 20 stampato, chiedesse come compenso per il lavoro di stampa 600.000 euro in base al fatto che i biglietti che ha prodotto valgono tale cifra.”
Il paragone chiarisce molto bene la situazione monetaria degli stati democratici in via di globalizzazione totale.
Concludendo, gli scioperi contro il padronato, le richieste di aumenti salariali, il problema della povertà in casa nostra o nel mondo, le richieste di investimenti per la sanità o per le aggiunte di famiglie sono tutti problemi a valle del grande problema del signoraggio della moneta che assorbe enormi capitali privandone del godimento i popoli. Le astronomiche cifre sottratte sono infatti rapinate dal potere bancario internazionale, esercitato, si badi bene, da personaggi che nessuno elegge o controlla. Come si concilia tutto ciò con la democrazia? La democrazia avvantaggia i popoli o i potentati economici che in effetti la sostengono non badando a spese?
Questo potere perverso e crudele, si è dimostrato capace di ogni scelleratezza verso le persone, i popoli l’ambiente. Effettua guerre, bombardamenti sui civili, lancio di atomiche o di uranio impoverito, distruzione dell’ambiente pur di aumentare il proprio dominio all’infinito con la facile previsione finale della distruzione del nostro pianeta. Ma questo i sindacati ed i politici non lo sanno o forse non lo vogliono sapere.