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Baghdad: la guerra dei cecchini

di Patrick Cockburn - 10/12/2006

 
 
   "Il ritorno di Juba" e altri snuff film dall'Iraq


Alcuni soldati statunitensi, ignari di essere attentamente osservati da vicino, camminano in una trafficata strada di Baghad. Un artigliere, dalla torretta di un veicolo blindato, vigila sulla pattuglia. A poche centinaia di metri, una squadra di cecchini osserva le truppe in attesa di sferrare il colpo. Nell'attesa, l'osservatore accanto al cecchino riprende l'azione con una videocamera. Per pochi minuti l'obiettivo risulta oscurato dal continuo passaggio di Iracheni.

"Ci sono dei civili intorno", avverte l'osservatore.

"Vuoi che troviamo un altro posto?"

"No, no. Solo un momento" dice l'uomo con il fucile.

Segue una pausa e poi il rumore di un colpo colpisce l'artigliere del veicolo, che cade pesantemente in avanti. "Allahu Akbar" – Allah è grande, dice il cecchino.

Il dialogo, proveniente da uno dei molti video-CD distribuiti a Baghdad dall'Esercito Islamico, riprende dei cecchini in azione. Uno dei CD diffuso lo scorso mese, alla fine del Ramadan, nella zona sunnita di Baghad, mostra 28 diversi attacchi in alcuni dei quali i soldati statunitensi vengono colpiti alla testa da lunga distanza.

Il messaggio propagandistico più recente, presente nei video, riguarda un uomo con un passamontagna nero identificato come "Juba, il Cecchino di Baghdad" ripreso mentre va furtivo alla ricerca di ignari soldati Usa. In un altro momento del video si vede lo stesso Juba aggiungere, su di un pezzo di carta affisso alla parete, "un altro morto" ad una lista di 37.

Presumibilmente il film è una raccolta di video riguardanti diversi cecchini in azione.

Il film su Juba è importante per due motivi. I cecchini alla ricerca di soldati Usa risultano essere sempre più precisi. Finora l'arma più efficace impiegata dagli insorti era stata l'esplosione di bombe nelle strade o accanto a obiettivi sensibili – i noti IED (strumenti esplosivi improvvisati), i quali hanno provocato almeno 998 morti, cioè vale a dire il 35 per cento degli Statunitensi morti in combattimento. Da fonti Usa non esistono dati riguardanti feriti dovuti all'opera di cecchini ma 272 soldati risultano essere stati uccisi da piccole armi da fuoco e altri 425 soldati sono morti a causa di un non meglio specificato fuoco nemico. In Iraq, i soldati Usa appaiono essere particolarmente vulnerabili all'attacco dei cecchini perché gran parte dei combattimenti si svolge in ambienti urbani o semi-urbani, in luoghi cioè dove un cecchino può facilmente nascondersi e scappare. Di questi tempi, nonostante i soldati siano appesantiti da giubbotti antiproiettile, i veicoli blindati non riescono da soli a controllare l'area e i soldati, per meglio perlustrare, sono costretti a rendersi visibili al nemico.

Il fatto di prendere ad esempio un singolo cecchino, dargli un nome, è prova di come ci sia stato un progresso nelle tecniche di propaganda usate dai ribelli, nella fattispecie dell'Esercito Islamico. Nei video precedenti spesso si vedevano le truppe Usa, gli Humvee, sparire in una nuvola di polvere a seguito dello scoppio di uno IED. In una versione più recente di questi video, intitolato "Il ritorno di Juba", cominciata a circolare a Baghdad già dal Novembre 2005 – la voce narrante del comandante nel film afferma che l'Esercito Islamico ora dispone di un discreto numero di cecchini, aggiungendo a tal proposito che: "l'idea stessa di filmare le operazioni, nelle quali viene mostrato 'abbattimento di un soldato, risulta avere un maggiore impatto sul nemico".

I cecchini hanno sempre affascinato i registi, gli addetti alla propaganda ed il pubblico in generale, perché essi simbolizzano uomini in guerra.

Uno tra i più famosi cecchini tra le guerre più recenti fu Vassili Zaitsev, soprannominato il cacciatore siberiano, che durante la battaglia di Stalingrado, nel giro di pochi giorni, divenne un eroe nazionale sovietico per aver ucciso 40 soldati tedeschi, riuscendo ad attirare su di sé l'attenzione di tutta la stampa intenta a spiegare la sua abilità di uccidere un uomo con un solo proiettile. Su di lui seguirono resoconti, a quanto pare romanzati, nei quali si affermava come i tedeschi, per uccidere Zaitev, avessero fatto ricorso ad uno dei loro migliori cecchini, proveniente dalla scuola di Berlino. Alla fine però, dopo un prolungato duello a rimetterci la pelle fu il cecchino tedesco.

A Baghdad il crescere del numero di cecchini farà aumentare i già numerosi modi nei quali i civili iracheni perdono la vita. Sono loro e, non gli Statunitensi o i ribelli ad essere gran parte delle vittime. E' da molto tempo evidente che anche i cecchini statunitensi, in passato, non hanno esitato ad aprire il fuoco su persone sospettate di pianificare l'esplosione di una bomba, per il semplice fatto di usare telefoni cellulari in prossimità di postazioni statunitensi. Una volta a noi capitò una cosa analoga quando, per fare una telefonata con il cellulare, ci fermammo con l'automobile nel bel mezzo di una via apparentemente vuota a nord di Baghdad, quand'ecco che improvvisamente uno sparo risuonò nell'aria ed il proiettile andò a finire nella strada di fronte. Guardandomi intorno notai, cosa di cui non mi ero reso conto prima, che lo sparo era partito da una postazione statunitense posta a circa 800 metri di distanza.

Molti Iracheni, prima di essere colpiti a morte, non hanno nemmeno la fortuna di ricevere il benché minimo avvertimento. Tra alcune vittime dei cecchini delle forze statunitensi vanno citati i casi di semplici agricoltori o muratori, divenuti sospetti, solo perché avevano un badile in mano, di andare a sotterrare esplosivi IED.

Nei video diffusi a Baghdad non si vedono solo i cecchini dell'Esercito Islamico attaccare soldati; esistono infatti numerosi resoconti di cecchini sunniti o sciti che operano in distretti popolati omogeneamente da membri della comunità avversaria. Quando il cecchino sunnita entra in azione in un quartiere Sciita ha alte probabilità di successo di uccidere un nemico della parte avversaria e viceversa.

Nel video "Il Ritorno di Juba" i cecchini dell'Esercito Islamico usano il fucile di precisione Tabuk, prodotto in Iraq su disegno yugoslavo, capace di colpire fino a 500-600 metri di distanza con l'indubbio vantaggio di usare munizioni standard kalashnikov disponibili in tutto l'Iraq.

Il "comandante" nel video rivela inoltre come i tiratori scelti dell'Esercito Islamico si servano del manuale di addestramento "Ultimo Cecchino" scritto da un ufficiale delle forze speciali statunitensi ora in pensione, il Maggiore John L. Plaister. Il libro, aggiornato per affrontare l'attuale Guerra Globale al Terrore, è attualmente disponibile nelle librerie.

Negli Stati Uniti, l'ammirazione infantile nei confronti dei cecchini è un fenomeno perlopiù recente se si pensa a come venivano trattati ai tempi della Guerra Civile Americana quando, colpevoli di uccidere indistintamente i feriti lasciati al loro destino, erano invisi da entrambi i contendenti. Una volta catturati essi raramente riuscivano a rimanere in vita e venivano giustiziati sul posto.

Patrick Cockburn è l'autore di 'The Occupation: War, resistance and daily life in Iraq'

Patrick Cockburn
Fonte: http://www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/patrick11092006.html
09.11.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ANNA GRILLO