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Vitello d’oro. L’allevamento industriale costa caro al nostro pianeta. Chi ci guadagna?

di sloweb.slowfood.it - 10/12/2006

Secondo un rapporto della Fao, intitolato La lunga ombra del bestiame, gli animali d’allevamento emettono più gas serra delle auto, se si tiene conto non solo dell’anidride carbonica ma anche del metano.

E poi ci sono ammoniaca e nitriti del letame, ormoni e antibiotici usati nell’allevamento, erbicidi e fertilizzanti sparsi sui campi dove cresce il foraggio.
Il bestiame utilizza il 33% delle terre, se si tiene conto anche della produzione del mangime, e un’enorme quantità d’acqua. Gli animali da allevamento rappresentano il 20% degli esseri viventi e sono diventati secondo la Fao la maggiore minaccia per l’ambiente.

L’impatto del sistema di allevamento industriale è enorme: per un chilo di proteine animali servono da 3 a 10 chili di proteine vegetali.
L’agricoltura assorbe il 70% dell’acqua usata dall’uomo. Un chilo di carne di manzo contiene 100 mila litri d’acqua, acqua usata per coltivare il cibo di cui l’animale si è nutrito. Un chilo di soia o di riso si ottengono, rispettivamente, con solo 2 mila e 1900 litri d’acqua.
L’International Water Management Insitute sottolinea la crescente tendenza a trarre dalla terra prodotti che bevono come spugne: latte, carne in primis.

Non si tratta ora di diventare tutti vegetariani. Sarebbe sufficiente, per i consumatori, una maggiore attenzione nell’assunzione di proteine animali (un indiano consuma in media 5 kg di carne in un anno contro i 123 di un americano), e per i produttori, adottare metodi di allevamento più sostenibili e magari utilizzare specie animali meno esigenti in materia di acqua, foraggio e mangime