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Beirut, oltre un milione e mezzo contro il premier. Nuova imponente manifestazione dell'opposizione

di redazionale - 10/12/2006

 
Imponente manifestazione nella capitale libanese indetta da Hezbollah e alleati per costringere alle dimissioni il governo di Fuad Siniora
 
Libanesi in piazza contro il premier Siniora (Afp)
Libanesi in piazza contro il premier Siniora (Afp)
BEIRUT
- Sono almeno un milione e mezzo i dimostranti riuniti nel centro di Beirut per la nuova, imponente manifestazione indetta dall'opposizione libanese guidata dal movimento sciita Hezbollah, appoggiato da Siria e Iran, per costringere alle dimissioni il governo del premier Fuad Siniora, sostenuto dall'Occidente e dai Paesi arabi moderati. La marea umana, affluita da tutto il Paese nella capitale, ha letteralmente invaso le due piazze Riad al-Solh e dei Martiri, mentre altre decine di migliaia di sostenitori dell'opposizione continuano ad affluire verso il centro di Beirut. «Beirut hurra, hurra. Siniora tlaa barra» ('Beirut libera, libera. Siniora vattene via') è lo slogan più scandito dai manifestanti, che sventolano bandiere libanesi, di Hezbollah, dell'altro movimento sciita Amal e della Corrente patriottica libera del leader cristiano d'opposizione Michel Aoun. Il primo a parlare all'immensa folla è stato Abd ar-Rahman al-Bizri, sindaco sunnita di Sidone, città natale del premier Siniora. Fino a poco tempo fa neutrale tra maggioranza parlamentare antisiriana e opposizione prosiriana, al-Bizri ha invitato dal palco alla formazione di un nuovo «governo di unità nazionale», come richiesto da Hezbollah e dai suoi alleati.
SINIORA: «CRISI SUPERABILE» - Poi ha preso la parola il leader cristiano Michel Aoun, che ha assicurato che l'opposizione è «pronta a occupare la sede del governo e il Parlamento, come in Ucraina e in Georgia». «La prossima volta la nostra gente sarà libera di muoversi» ha aggiunto. Fa invece sfoggio di ottimismo il premier Siniora. «Il Libano è un grande paese, supereremo la crisi - ha dichiarato -. Il nostro regime politico e democratico sta affrontando una sfida», ha aggiunto, ma ha le spalle forti «per coinvolgere l'opposizione e arrivare a una condivisione del potere senza finire ancora sotto tutela», riferimento indiretto alla Siria. Secondo Siniora, poi, le divisioni nel paese non sono così profonde. «Non c'è divorzio in corso tra i libanesi», ha detto, ma in ogni caso il governo «proteggerà l'unità e la libertà» del paese. Il premier libanese ha assicurato che intende mantenere il filo del dialogo con l'opposizione.
ASSEDIO AL GRAN SERRAGLIO - In nottata è proseguito per il decimo giorno consecutivo l'assedio al vicino Gran Serraglio, il palazzo del governo dove Siniora è trincerato con i suoi ministri. Non lontano, nel grande centro fieristico Biel, le forze della maggioranza parlamentare antisiriana raccolta nella coalizione delle «Forze del 14 Marzo» hanno dato vita a un memoriale per Gibran Tueni, il deputato ed editore cristiano greco-ortodosso assassinato in un attentato il 12 dicembre dello scorso anno. Le principali vie d'accesso alla capitale e al centro di Beirut sono presidiate da esercito e polizia, che hanno allestito numerosi posti di blocco e dispiegato carri armati e mezzi blindati, deviando la circolazione con transenne e cavalli di frisia.
10 dicembre 2006