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Chi è intelligente e chi è tordo

di birgahi.org - 11/12/2006

Fonte: onemoreblog.org

 
«La mia è la diagnosi di una democrazia che scricchiola. E se non troviamo, e presto, alternative migliori, l'unico sbocco sarà il populismo. Basterà che qualcuno metta insieme tutti quelli che hanno un nemico, usando quel minimo comune denominatore così diffuso che oggi è diventata la rabbia, e la fiammata populista finirà per bruciarci tutti. Questo rischia di essere il vero sbocco, se non si sostituisce a questo caleidoscopio di rabbie l'interesse generale. I partiti democratici servono per questo. E dunque o il partito democratico è quello che dà vita a una funzione storica in attesa, e non per molto, di un soggetto politico che la incarni, o diventerà solo un passaggio preagonico di questa democrazia che scricchiola, di questo specchio che si rompe».

In questa lunga chiacchierata (1) con Massimo Giannini di Repubblica, Giuliano Amato, (cosìd)detto "dottor Sottile", dipinge un inquietante futuro per l'Italia, con deriva populista pronta a spazzare via tutto. Addirittura, secondo Amato la democrazia sta scricchiolando, aprendo la porta a un Pim Fortuyn (2) capace di intercettare rabbia e malcontento trasversali. A salvare l'Italia dal novello uomo della provvidenza dovrebbero essere - secondo Amato - i "partiti democratici", primo tra tutti quello per antonomasia, ossia il Partito democratico che DS e Margherita stanno da tempo tentando di mettere in piedi, con l'unico risulotato di nutrire il disgusto dei cittadini che vedono l'interesse privato dei politici e la salvaguardia della loro rete di potere come unici temi della discussione.

Se riusciamo a interpretare bene il politichese arcaico, Giuliano Amato dice che:

1) i partiti non sanno affrontare i grandi temi moderni, perché la loro classe dirigente è scadente e preoccupata solo di tutelare i propri privilegi di casta

2) questa situazione sta creando un grave rischio per la democrazia, perché esaspera i cittadini, aprendo la porta a derive populiste capaci di intercettare il malcontento, come accadde alla fine della prima Repubblica, quando la dissoluzione di DC e PSI aprì la porta a Silvio Berlusconi

3) gli unici che possono arrestare questo processo di sudamericanizzazione sono i politici stessi, accantonando le loro risse di bottega e concentrandosi sulle cose che contano per non perdere definitivamente il controllo

4) come primo intervento, i partiti dovrebbero dare un taglio alle manifestazioni e impiegare quelle risorse per effettuare sondaggi d'opinione, per «capire cosa davvero vogliono i cittadini» e conseguentemente impostare le politiche.

Allora, la "deriva populista" sarà pure un pericolo. Ma certo la "deriva laido-riformista" lo è di più. Non so se è chiaro che Amato sta lanciando ai boss dell'oligarchia di cui fa parte un messaggio chiaro. Di fatto avvisa che (1) se si va avanti così si finisce al Raphael-2 la vendetta, che (2) l'aggiornamento di temi e linguaggi è determinante per invertire il crollo dell'indice di gradimento e che (3) le scelte politiche non vanno fatte sulla base di ciò che si ritiene giusto, ma di ciò che genera consenso.

Condensando il Sottile-Pensiero:

1) la democrazia è a rischio per colpa dei partiti, inadeguati, corrotti, incapaci. Ma sono i partiti, ovvero le organizzazioni che hanno consapevolmente e colpevolmente portato il paese a questo punto, quelli che devono tirarlo fuori dal guano ora

2) quando si è al governo non si deve fare ciò che occorre al paese (anche se come spesso accade si rischia l'impopolarità), ma ciò che può portare consenso e contribuire a mantenere il potere.

Rendiamo il messaggio ancora più Sottile

«Ciò che è alternativo a me (e ai miei sodali D'Alema, Fassino, Rutelli e qualche scartina), ovvero ciò che ci toglie potere è "deriva populista" e deve essere fermato».

Riflessione: Giuliano Amato, già braccio "d'estro" di Bettino Craxi, ideologo del craxismo, era uno dei personaggi più potenti della cricca che negli anni '80 avviò il disastro politico e morale del Paese. Uscito (apparentemente) pulito dal Raphael (il che dimostra che è uno davvero intelligente, visti i figuri a cui si accompagnava), ce lo ritroviamo ancora a dire cosa si deve e cosa non si deve fare per superare una crisi soprattutto sua e dei suoi, di cui peraltro porta una percentuale significativa di responsabilità.

Domanda: per caso non sarà che lui non è poi 'sta grandissima intelligenza, è che noi siamo dei grandissimi tordi a dare ancora retta a uno così?


Fonte: www.birgahi.org
Link: http://www.onemoreblog.org/archives/013719.html
10.12.06


Note:

1) http://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/politica/partito-democratico-veltroni/parla-amato/parla-amato.html
2) http://it.wikipedia.org/wiki/Pim_Fortuyn