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Hanno ucciso il pollo per spaventare la scimmia

di Marina Verna - 01/01/2007

 
Secondo Pechino
Il Pentagono sta per inviare altri ventimila soldati in Ira


«Hanno ucciso il pollo per spaventare la scimmia». Gli esperti militari cinesi proprio non si aspettavano un’esecuzione così rapida per l’ex rais Saddam Hussein. Motivo per cui hanno interpretato il gesto - dietro cui vedono unicamente la longa manus statunitense - come uno stratagemma per intimorire il leader della Corea del Nord, Kim Jong-il, ovvero l’altro lato dell’asse del male. Fino all’ultimo Pechino ha infatti creduto nella sospensione della pena ritenendo che Saddam sarebbe diventato un problema maggiore una volta giustiziato e trasformato in un martire dai sunniti.

Consideravano infatti la questione irachena conclusa e la morte di Saddam del tutto inutile. In particolare, a Pechino ma non solo, l’impiccagione è letta come un avvertimento al leader della Corea del Nord e al programma nucleare di Pyongyang. Kim Jong-il era già stato «avvertito» all’indomani dell’invasione Usa in Iraq nel 2003. I colloqui a sei sono terminati senza un nulla di fatto e nella prospettiva cinese, l’esecuzione di Saddam è un chiaro monito a Pyongyang affinchè accetti il disarmo per non incorrere in un destino «come quello del pollo».