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L'urbanistica ai tempi dei Hostile Behavior Bad Actors

di Miguel Martinez - 11/01/2007

 

Giovani, cattivi, ingenui quanto si vuole, ma certi di una cosa: di non avere la minima speranza.

La metà del mondo se ne sta accampata in immensi agglomerati di cemento e plastica, Gaza senza fine, strozzati dall'usura e dagli affitti.

Profughi non solo dalle bombe, ma anche da altre forze su cui non hanno alcun potere. Come - piccolissimo esempio - i produttori ghanesi di pomodori che si sono dovuti arrendere di fronte all'invasione della passata italiana, una passata sovvenzionata dall'Europa e fatta con pomodori raccolti in Puglia, spesso proprio da ghanesi clandestini.

Così i ghanesi si sono abituati all'idea che i pomodori debbano avere un nome italiano. Ed ecco che 
apre la "Gino Tomatoes" che sponsorizza la squadra di calcio e gli spettacoli TV. Con quel nome, i ghanesi pensano che si tratti di pomodori italiani, ma il proprietario è un americano e la materia prima - 40% pomodori, 60% amido e roba varia per fare peso - viene importata dalla Cina.

Certo. C'è sempre il futuro: ottimista, l'erede di Blair, Gordon Brown, nella sua sfera di cristallo elettronico, prevede che la povertà nell'Africa subsahariana sarà ridotta del cinquanta percento, entro il 2150.[1]

In attesa del 2150, che si fa?

La Defense Advanced Research Projects Agency o DARPA, l'ufficio fantasie creative del Pentagono, ha le sue proposte.

Ce ne parla una bella inchiesta del giornalista Nick Turse.

La DARPA segue le direttive emanate lo scorso ottobre dall'esercito imperiale: "date le tendenze demografiche globali e le probabili strategie e tattiche usate da future minacce," dice,

"Army forces will likely conduct operations in, around, and over urban areas – not as a matter of fate, but as a deliberate choice linked to national security objectives and strategy, and at a time, place, and method of the commander's choosing."

Tradotto in Italian for Dummies: attacchiamo le "aree urbane" in cui aumenta la popolazione, come e quando decidiamo noi.

Infatti, precisa il manuale, ""ogni soldati - a prescindere dal ramo o dalla specialità militare - deve essere impegnato e pronto ad avicinarsi a threat forces [letteralmente, "forze di minaccia"] in un contesto urbano per ucciderle o catturarle".

La Marina (che significa anche i Marines), per non essere da meno, ha recentemente spiegato la propria visione di cosa sia una città: un insieme di "urban clutter [that] affords considerable concealment for the actors that we must capture." Più o meno traducibile così: "disordine urbano che offre notevoli nascondigli a coloro che noi dobbiamo catturare". 

Occorre quindi, sviluppare programmi elettronici in grado di identificare statisticamente la probabilità che un certo tipo di città produca "hostile behavior bad actors."

Come fai a tradurre una definizione del genere, in cui gergo tecnico, manipolazione pubblicitaria e moralismo si fondono con tanta eleganza?

Questi "hostile behavior bad actors" sarebbero, più precisamente "terroristi", "insorti, serial killer, trafficanti di droga, ecc." (la lista nera dell'esercito aggiunge anche gli "hacker elettronici").

Per far fuori tutta questa gente, occorrono, nel gergo orwelliano dei militari americani, "urban operations-oriented programs," sviluppate tramite (godetevi ancora i nomi) lo Small Business Innovation Research Program. Il contribuente dà i soldi al Pentagono, e il Pentagono li gira per fare "ricerca" alle piccole ditte amiche, le quali garantiscono così lavoro ai contribuenti: l'economia militare infatti permette di scegliersi i fornitori e di dare soldi, e chi fa troppe domande è una spia.

Però a combattere in città, si rischia di perdere uomini. Certo, si può stare fuori da una città e annientarla, come si è già fatto con Hiroshima, Pyongyang, Falluja e numerosi altri luoghi che, attraverso gli anni, hanno subito l'urbanistica creativa del Pentagono. Turse cita un certo maggiore Tim Karcher, che racconta lo spettacolo pirotecnico di Falluja, novembre 2004:

"Siamo stati seduti lì per almeno sei o sette ore a guardare questa morte e distruzione che piovevano sulla città, dagli AC-130 [2] a qualunque tipo di aereo veloce, obici da 155 millimetri. Qualunque cosa ti possa venire in mente era lì nella mischia."

Però si deve saper lavorare anche di fino. Così, si stanno progettando alcuni interessanti strumenti di pianificazione urbana. Come sempre, prestate attenzione ai nomi.

C'è ad esempio, il VisiBuilding, un programma che mira a rendere visibile ciò che si trova dentro gli edifici.

Ci sono i Camouflaged Long Endurance Nano Sensors, un sistema di sensori in grado di "riconoscere, classificare e localizzare" potenziali nemici.

Poi c'è UrbanScape, che dall'aria offre ai soldati a terra una visione tridimensionale della zona in cui si trovano.

Ci sono "veicoli aerei senza personale" (UAV) che dovrebbero sorvolare continuamente gli "ambienti urbani" con sensori che permettono di riconoscere "lo spettro di frequenza dei vestiti, dei capelli e della pelle" in modo da garantire "targeting level accuracy" a "strumenti di consegna". Il prodotto da "consegnare" in testa ai vestiti, capelli e pelle in questione non viene nemmeno precisato.

Ci sono i Nano Air Vehicle, lunghi 7,5 centimetri e dal peso di meno di 10 grammi, una specie di cavalletta meccanica in grado di entrare nelle case delle persone.

Poi ci sono vari robot, tra cui il simpatico Robot Urbano Saltellante, in grado di "consegnare piccoli carichi in ogni punto della giungla urbana".

Z-Man è una sorta di uomo ragno, che imita i metodi adoperati da "gechi, ragni e piccoli animali per scalare le superfici verticali, usando sistemi unici di materia biologica in grado di permettere l'aderenza controllabile". Questi esseri fantascientifici devono essere in grado di penetrare nelle finestre di casa con un "combat load". 

C'è infine il Frisbee Letale (proprio così), in grado di abbattere interi palazzi.

Tutti questi giocattoli verranno provati in intere città ricostruite, in Colorado, California, Afghanistan e Kuwait.

Tutte copie di qualcosa che nemmeno Calvino, nei suoi peggiori incubi, avrebbe potuto immaginare: il German Village dello Utah. Ma quella è un'altra storia, e spero di raccontarla un giorno.

Note:

[1] Ne parla Mike Davis, in quel testo indispensabile per cogliere i nostri tempi che è Il pianeta degli slum, Feltrinelli, 2006.

[2] Gli AC-130 sono i giganteschi aerei da bombardamento, in grado di fornire sia "surgical firepower" che "area saturation". Sono prodotti dalla Lockheed/Boeing Corp., cioè dalla stessa ditta che ha emanato la Rand Corporation, il think tank che a sua volta indica ai politici e ai militari americani quali guerre fare e come.