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Farfalle d'inverno

di Pierluigi Rizzini - 16/01/2007


Il clima pazzo quest'anno si è manifestato fra le altre anche con un  inaspettato arrivo nel parco del Gran Paradiso: la Vanessa dell'Ortica svolazza sulle Alpi in pieno inverno.  Non è uno scherzo della natura ma una faccenda veramente seria per cui è necessaria una approfondita e rinnovata attenzione per l'ecosistema 
Siete andati a sciare per le vacanze di Natale ? O in gita con le ciaspole? E' probabile che siate rimasti delusi, data la persistete mancanza di neve e scarsità di precipitazioni dell'ultimo periodo. I miei due bambini per la prima volta nella loro vita (al momento fortunatamente non troppo lunga) non sono potuti andare in slittino nella tradizionale vacanza di capodanno sull'appennino centrale, dal momento che tutti i  prati erano completamente verdi e senza neve.
La mia amica Natascia che invece di lustri ne ha accumulati un certo numero e vive fra Mosca e l'Italia, ci ha scritto che incredibilmente in Russia tuttora non c'è neve e le temperature sono sopra la media. Anche in Svizzera, sulle cui famose cime la neve non manca mai, il turismo natalizio
quest'anno si è dovuto accontentare di svaghi alternativi, dal momento che gli sport invernali sono stati ostacolati dalla diffusa mancanza di neve in tutte le località.
Puntuale è poi arrivato il rapporto sulla situazione climatica e ambientale, elaborato dalla Commissione europea e riportato un po su tutti i principali i principali media. Un dossier che, accertato l'ormai progressivo inalzamento della temperatura medie, prevede nel giro di pochi decenni disastrose conseguenze per tutti i paesi dell'unione. Il quadro più grave però riguarda proprio l'Italia che, insieme alla Spagna, potrebbe essere destinata a soffrire maggiormente questa situazione catastrofica a causa, si legge nel rapporto, di "siccità, riduzione della fertilità del suolo, incendi e altri fattori dovuti al cambiamento di clima". Si ipotizza che fino 29.000 persone in più potrebbero morire ogni anno nel Sud Europa dal 2071.
Ancora peggiori sono state però le conseguenze per  Lohachara, la prima isola abitata (è situata nel Golfo del Bengala) che è già andata sommersa a causa del surriscaldamento terrestre, del conseguente innalzamento delle acque e di un gigantesco iceberg che si è staccato da un’isola canadese dell'Artico. 
Che dire e che fare, oltre a rimanere attoniniti e sgomenti di fronte a dati che non sono più proiezioni ma situazioni in atto?
I pareri sulla reversibilità della situazione e sulla possibilità di limitare al massimo i danni sono discordi e spesso difficilmente conciliabili.
Esiste un solo metodo certo che può cambiare questo perverso corso degli eventi ed è quello di agire tutti in prima persona sui propri comportamenti e stili di vita. E' bene rinfrescarsi la memoria sulle
basilari
norme del non spreco di risorse e stampare ed appendersi in casa e in ufficio un buon decalogo sulla ecosostenibilità, naturalmente bisogna poi impegnarsi a osservarlo scrupolosamente.
E' proprio il caso di dire che è una questione di vita o di morte.