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La miglior difesa...è la guerra

di Fabrizio Di Ernesto - 13/11/2005

Fonte: rinascita.info


Il ministro della difesa Antonio Martino ha voluto ieri fare il punto sull’attuale situazione delle nostre forze armate ribadendo anche, sfortunatamente per noi, l’eterna e devota sottomissione alle truppe Nato, sempre più strumento dell’imperialismo militare a stelle e strisce.
L’analisi del ministro è partita dalla nostra missione ‘umanitaria’, o presunta tale, in Iraq, dove pur di democratizzare il Paese, gli sceriffi d’oltreoceano non hanno esitato ad usare armi chimiche. “Finalmente anche nell’opposizione italiana s’incomincia a riconoscere che la vera resistenza in Iraq è formata dagli iracheni, che vanno a votare, perfino a rischio della vita”, quindi, da tutti coloro che collaborano con l’esercito occupante. Martino però non riesce a non farsi ammaliare dalle sirene atlantiche e precisa meglio “le difficoltà sono moltissime, ma esiste un legittimo Governo riconosciuto dalle Nazioni Unite, che sta potenziando le proprie forze militari e di polizia grazie anche all’addestramento professionalmente impartito dal nostro contingente”.
Martino che non esita a definire ‘legittimo’ il governo iracheno, ribadisce senza la minima esitazione che un “ritiro anzitempo del contingente italiano sarebbe una catastrofe per il popolo dell’Iraq e una vittoria del terrorismo. È perciò incredibile che, da noi, un’opposizione, che aspiri a governare, possa favorire esiti così infausti e disonorevoli”.
Dopo aver purtroppo confermato la nostra presenza militare in un Iraq sempre più devastato dalla guerra imperialista, il forzaitaliota ha ricordato anche l’altra guerra d’occupazione cui i nostri soldati partecipano da anni, quella in Afghanistan, teatro di guerra in cui “la piena operatività della missione è stata ad oggi raggiunta nella zona ovest del Paese; mentre nell’incontro informale dei Ministri della Difesa Nato del 13 e 14 settembre scorso è stata decisa, in linea di principio, l’espansione a sud”, facendo quindi capire che anche qui la guerra è lontana dall’avere fine.
Il ministro azzurro dopo aver ricordato le guerre in cui siamo entrati grazie al centrodestra, ha ricordato anche la vile aggressione alla Serbia operata dal centrosinistra, sempre con gli Usa, ringraziando stranamente il nemico politico perché grazie a quella guerra le nostre truppe hanno imparato molto “ad esempio, a modulare le forze, il loro profilo ed il loro impiego, in funzione delle circostanze. La Gendarmeria europea è figlia soprattutto delle esperienze maturate nella ex-Jugoslavia e si pone come uno degli strumenti più efficaci che l’Europa oggi mette a disposizione della comunità internazionale per la difesa della giusta pace”, giusta dal punto di vista degli oppressori e non dei popoli, però.
Avendo esaltato le nostre ‘umanitarie’ guerre democratiche Martino non poteva certo non ricordare la minaccia fantasma del terrorismo che ‘costringe’ il nostro paese ad entrare in guerra.
“Il nemico è nelle case delle nostre nazioni e ne sfrutta in modo spregiudicato i costumi liberali.
Ma noi dobbiamo affinare i controlli e centrare la repressione, non rinunciare al nostro sistema di vita”, perché “vivere in sicurezza in un mondo minacciato dal terrorismo esige un prezzo elevato. Ma vogliamo restare liberi. Quindi nessun prezzo è troppo alto. Chi invoca la brutalità, chi fomenta l’odio, chi attenta all’esistenza degli Stati, costoro devono sapere che siamo determinati nel difendere la libertà e la democrazia, ed audaci quanto basta per riuscirci. Nessuno può prevedere nei dettagli il mondo che ci riserva il futuro. I diritti umani non sono né scontati né acquisiti per sempre. Dobbiamo prosperare per conservarli ed accrescerli, e vigilare sempre per tenerli al riparo dalle mene di chi li insidia”.
Nel pieno della propaganda retorica, il responsabile politica estera di FI ha aggiunto a quanto già detto “la libertà e la democrazia sono i motori dello sviluppo e della pace. Le nazioni con un sistema politico liberaldemocratico sono naturalmente amiche tra loro e tendono ad agire alleandosi”, cosa questa giusta e corretta come principio, peccato che si venga considerati paesi liberi e democratici solo se amici dell’impero a stelle e strisce.
Martino ha poi concluso il suo intervento ribadendo il nostro stretto vassallaggio all’Alleanza atlantica, “il cardine della nostra politica militare”.
Ora, noi non capivamo l’asservimento dell’Italia alla Nato quando in un mondo pur diviso in due alcuni paesi, giustamente avevano deciso di rimanere fuori sia dall’Alleanza atlantica sia dal Patto di Varsavia, a maggior ragione appare incomprensibile la nostra permanenza nel braccio militare statunitense ora che il grande nemico russo ha praticamente smesso di respirare.
Oggi il mondo purtroppo appare irrimediabilmente destinato a diventare un’unica grande colonia statunitense e sarebbe opportuno cercare di divincolarsi dalle grinfie della piovra a stelle e strisce, anziché legarsi sempre più strettamente a Washington, come il ministro Martino ci suggerisce, assecondando ad oltranza la loro politica imperialista.