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E' arrivato Garibbaddo...

di Adolfo Morganti - 21/01/2007

Il 200° anniversario della nascita di Giuseppe Garibaldi

 

Una prevista ondata di retorica e disinformazione.

Una nuova occasione di presenza, demistificazione e formazione.

 

 

Nel 2007 cade il 200° anniversario della nascita di Giuseppe Garibaldi, l’icona residua dell’altare del risorgimento liberal-massonico ed anticristiano.

Alcuni hanno pensato di utilizzare la ricorrenza per rilanciare l’immagine sfilacciata del “risorgimento” nei suoi aspetti costitutivi meno presentabili - patriottardo, liberale e massonico, antipopolare ed anticristiano -, dopo anni in cui, dal 1993 al 2003, per la prima volta questa mitologia nazionalista secolarizzata è stata messa doverosamente in crisi da un moto di ribellione spontanea che ha collegato in un’inedita rete di grande efficacia realtà culturali, religiose, popolari che, senza alcun mezzo, hanno saputo sfondare il muro della retorica e della disinformazione di regime. Di questa rete abbiamo fatto parte tutti, e basta entrare nei siti internet liberal-massonici per valutare quanto, ancor oggi, la nostra azione abbia colpito a fondo.

 

Questi “alcuni” hanno dato vita ad un "Comitato ufficiale per le celebrazioni" della ricorrenza, che in maniera arrogante è stato piazzato direttamente dentro il Ministero per i Beni Culturali della Repubblica Italiana, per coprire con la grande coltre dell’ufficialità istituzionale il tentativo di riaffermare una concezione parziale, cortigiana e falsa della storia d’Italia dal 1800 ad oggi. Chi abbia tempo e voglia di scorrere gli organigrammi di questo Comitato e le biografie politiche dei promotori si troverà in mano un completo catalogo dell’intellighenzia liberal-massonica e postmarxista italiana, in cui – non a caso – sono stati espunti tutti coloro che hanno espresso opinioni storiografiche contrarie alla vulgata risorgimentalista. La pretesa sarà ancora quella del 1999: negare dignità culturale ad ogni posizione dissonante abusando della propria posizione di controllo dei media, degli abbondanti fondi statali loro concessi e dei nodi del potere accademico.

Tra parentesi, che tristezza questa sinistra che dimentica le pagine di Gramsci e si risistema al calduccio sotto la coperta della retorica nazionalista e massonica ottocentesca!

E così abbiamo iniziato ad essere invasi da filmetti televisivi idioti e grondanti retorica deamicisiana: terroni che si alzano dal loro abbrutimento mettendo la camicia rossa, bei giovani in camicia rossa e con i capelli al vento, belle aristocratiche che si redimono divenendo malgrado il loro sangue liberali, caricature borboniche e d’antico regime a vagonate; e così le nostre scuole saranno costrette da diktat ministeriali a recitare il rosario dei peana all’eroe dei due mondi, ai padri della patria, a quel profeta di Mazzini ed a quel genio di Cavour; e così via, di bugia in  bugia, da delirio in delirio.

 

Tuttavia il primo passo di questa campagna istituzionale di disinformacija alla sovietica ha incontrato le immediate resistenze di una parte importante della vecchia rete, il mondo neoborbonico. Nel contempo nelle librerie italiane continua - anche se nessuno o quasi lo sa - l’inatteso successo dell’importante saggio di Gilberto Oneto (Direttore dei Quaderni Padani e noto intellettuale leghista), L’Iperitaliano. Eroe o cialtrone? Biografia senza censure di Giuseppe Garibaldi (Il Cerchio), che viene sistematicamente presentato in tutto il nord della penisola con regolare e grande successo. In pratica quotidiani, radio ed anche televisioni sono state immediatamente costrette ad occuparsi anche di chi “non ci sta”.

Scontata l’ironia dei quotidiani del nord sui neoborbonici e il silenzio-stampa su Oneto, scontatissimi i tentativi di delegittimazione e di riduzione a becero folklore delle posizioni non schiacciate sulla retorica risorgimentalista. Ma il tentativo di imporre una visione esclusivamente di parte è saltato in tempi brevissimi.

Ben più brevi del previsto.

 

Pertanto… appare evidente che anche questo anniversario può essere meglio utilizzato. La rete in questi anni è in realtà cresciuta e si è rafforzata. Le battaglie storiografiche – che sono in realtà battaglie di identità e di civiltà – possono anche essere vinte.

Proviamo a vincere anche questa. Mi permetto, senza rivendicare alcuna primogenitura (che sul campo, come ho ricordato più sopra, spetta ad altri) di proporre a tutti gli amici che hanno dato vita e forza alla rete di cui sopra un modus operandi dettato dalle comuni esperienze, che a mio parere ci facilita il compito e smussa le più ovvie armi polemiche dell’avversario.

 

a)      Stilare un Manifesto antiretorico. Un breve testo sui rischi e le deformazioni di questi anniversario in cui ogni uomo libero, dal Tirolo a Pantelleria, possa riconoscersi, perché la battaglia per l’identità e la libertà non ha frontiere.

b)      Raccogliere adesioni pubbliche. Di docenti e ricercatori universitari, associazioni e Centri culturali, periodici e Centri studi, assessori e consiglieri comunali e provinciali, parlamentari nazionali ed europei. Dimostrare con la forza di un semplice elenco che la cultura vera, quella che nasce dalle radici e dai popoli, sta sempre fuori dei palazzi e dalle verità preconfezionate.

c)      Diamo vita nel 2007 a 100 manifestazioni pubbliche in tutta la penisola. Lorsignori staranno ben rintanati in accademie strapagate. Noi siamo in mezzo alla gente. Loro invadono la televisione pubblica (pagata da noi) con il ciarpame di cui abbiamo già avuto un assaggio. Noi facciamo girare Mostre, film (un altro grazie a Pasquale Squitieri), libri, riviste. Ogni nodo della rete, liberamente ed a proprio nome, dia vita ovunque ad occasioni di discussione e dibattito nelle scuole e fra la gente. Gutta cavat lapidem.

d)      Creiamo o utilizziamo un sito internet dedicato all’anniversario in cui elenchiamo le iniziative, pubblicizziamo le adesioni, evidenziamo i risultati.

 

Il convegno di Gaeta del 10 ed 11 febbraio prossimi può essere la prima scadenza utile per confrontarci in argomento.

Nel frattempo, attendo Vostre considerazioni, proposte e critiche.

 

Grazie a tutti.