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Create le prime galline ogm per "curare i tumori"

di redazionale - 22/01/2007

       

L'istituto Roslin di Edimburgo ha manipolato il dna dei volatili con l'aggiunta di geni umani: dal loro albume si possono estrarre proteine preziose per la produzione di medicinali. In futuro le sostanze potrebbero essere impiegate per produrre farmaci costosissimi

gallineDopo Dolly, la prima pecora clonata, l'istituto Roslin di Edimburgo ha in apparenza realizzato un altro grosso exploit: ha creato una gallina geneticamente modificata, da impiegare per la produzione a buon mercato di farmaci speciali altrimenti molto costosi.

L'istituto scozzese ha utilizzato embrioni di galletto, ne ha manipolato il Dna con l'aggiunta di geni umani grazie all'aiuto di virus. Dall'accoppiamento di questi animali ogm sono nate delle galline portatrici anch'esse di geni umani che scodellano uova davvero eccezionali: dall'albume si possono estrarre proteine preziose per la produzione di medicinali.

Secondo quanto apparso con risalto sul domenicale Sunday Times, anticipando quanto annunciato sulle pagine della rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences, il Roslin Institute ha gia' dato vita con questo metodo a circa cinquecento galline geneticamente modificate ad uso terapeutico. L'exploit - questa perlomeno e' la speranza delle compagnie biotech che collaborano più strettamente con l'istituto scozzese all'avanguardia in campo genetico - dovrebbe permettere in un futuro non lontano di produrre con pochissima spesa farmaci costosissimi.

Fondamentale sembra il fatto che i geni umani inseriti nel genoma dei galletti vengono interamente trasmessi da una generazione all'altra. Ovviamente le galline vanno geneticamente modificate in base alle specifiche proteine che si vogliono estrarre per utilizzarle a fini farmacologici. Uno degli esperimenti finora fatti ha permesso di produrre interferone umano molto analogo ad un farmaco prescritto nelle cure contro la sclerosi multipla. In un altro caso le galline sono state predisposte a produrre nel bianco d'uovo una sostanza chiamata miR24 che serve a combattere il tumore della pelle e che sembra promettente contro l'artrite.

A detta del Sunday Times questa scoperta è "un trionfo" attribuibile alla professoressa Helen Sang, che si e' avvalsa della consulenza del "padre della Dolly" - il professor Ian Wilmut - e che negli ultimi dieci anni ha lavorato intensamente al progetto delle "galline-farmaco". Gia' esistono varie tecniche per la produzione di proteine ad uso medicinale da materiale geneticamente modificato ma l'estrazione e' difficile e costosa. Non sembrano esserci invece difficolta' partendo dal bianco d'uovo, da qui la cruciale importanza dei successi riportati a Edimburgo.

In controtendenza con il forte interesse delle compagnie biotech le associazioni animaliste del Regno Unito hanno pero' stigmatizzato le ricerche portate avanti dal Roslin Institute: "Il processo di modificazione genetica - ha denunciato Andrew Tyler, direttore di 'Animal Aid' - produce molte vittime. Molti giovani animali nascono con gravi difetti e le femmine soffrono di aborti e di altri problemi".