Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / La neve artificiale? Inquina, fermiamola.

La neve artificiale? Inquina, fermiamola.

di redazionale - 22/01/2007

     
  
Il Wwf: milioni di metri cubi d'acqua per imbiancare le Alpi Più gas serra e meno biodiversità. "Gli impianti vanno riconvertiti"

neve ROMA — L'inverno che non c'è ci ha regalato ancora un fine settimana primaverile. Il freddo, anzi appena qualche spruzzata di fresco, si farà attendere qualche altro giorno e il prossimo weekend la temperatura si abbasserà. Ma non di molto, non in modo tale da ridisegnare lo scenario di questa stagione ormai cancellata, e comunque non durerà a lungo.

POCA NEVE — Nevicherà poco. La mancanza di neve sia sulle Alpi sia in Appennino sta creando seri problemi al turismo invernale. Ieri la Regione Piemonte ha annunciato che chiederà lo stato di calamità naturale. All'ennesima richiesta di interventi di emergenza (stanno premendo per ottenerli anche in Abruzzo) e all'uso massiccio dei cannoni sparaneve il Wwf risponde con un dossier provocatorio dal titolo: "...E la chiamano neve". Dice che la neve artificiale fa male all'ambiente, succhia risorse idriche che a causa della siccità non si rinnovano. Inoltre stressa il terreno e riduce la biodiversità. Bisogna quindi ripensare l'industria del tempo libero. Una cosa da fare subito c'è, dice il Wwf: non costruire più impianti sciistici al di sotto dei 1300 metri e riconvertire quelli attuali in altre attività turistiche. Questo sulle Alpi. In Abruzzo, smantellare a fine ciclo gli impianti di risalita delle piccole e medie stazioni e per le grandi verificare la sostenibilità ambientale.

CAMBIA IL CLIMA — Detto così sembra una cosa da pazzi. Eppure appare evidente che a un cambiamento climatico strutturale dovrà seguire un cambiamento dello stile di vita. Anche per quanto riguarda il turismo. "Dovrebbe essere chiaro a tutti ormai — ragiona Michele Candotti, segretario generale del Wwf Italia — che gli inverni poco freddi, la mancanza di neve a quote basse e anche medie non sono più un fatto occasionale. Stanno diventando la regola. Già i figli dei quarantenni vedranno gli effetti di tutto questo. Rispondere con la politica dell'emergenza significa continuare a sbagliare".

ACQUA PER I CANNONI — Ma quanta acqua serve per sparare neve artificiale? Il Wwf ha elaborato uno stima impressionante: "Secondo quanto dichiarato dagli stessi operatori — continua Candotti — per una sola località abruzzese occorrerebbero 500 mila litri all'ora. In questi giorni per l'innevamento artificiale sono già stati utilizzati oltre 100 mila litri di acqua potabile all'ora. Diventeranno presto 300 mila». È come se tutto l'Abruzzo avesse tenuto i rubinetti aperti per un giorno e mezzo. Ma nel rapporto c'è anche un'altra stima, ricavata da uno studio relativo alla stagione 2002/2003: «Per i 23.800 ettari di piste presenti sulle Alpi dotate di impianti di innevamento occorrono dai 52 ai 95 milioni di metri cubi d'acqua, pari al consumo domestico annuo di un milione di italiani".

LA BIODIVERSITA' — I cannoni, poi, aumentano le emissioni locali di gas serra. E, racconta il biologo del Wwf Augusto De Sanctis, "danneggiano irrimediabilmente il terreno, con grave perdita di biodiversità». La neve artificiale infatti è per composizione chimico-fisica diversa da quella naturale. «È più pesante — dice De Sanctis — ci sono più sali dentro, quando è battuta crea un sandwich di neve e lastre di ghiaccio che stressa il terreno e non lo lascia respirare. La concentrazione di anidride carbonica nella neve sparata è maggiore rispetto alla naturale, l'ossigeno nel terreno è scarso. Inoltre resta a terra più a lungo. Si perdono così le specie più delicate e fragili, con un impoverimento dei campi in alta quota. Le specie che resistono, poi, fioriscono in ritardo. Tutto questo modifica per sempre l'ambiente".

LA SICCITA' — L'acqua è un bene rinnovabile con difficoltà, visti i cambiamenti climatici. Già adesso alcune regioni sopportano una siccità che sta modificando le abitudini di vita perché impone alcune priorità: usi civili o industria? Agricoltura o turismo? "Molto presto in Abruzzo — spiega Candotti — si dovrà ridurre il consumo per i cittadini pur di sparare neve artificiale". Sulle Alpi i grossi investimenti non rendono quanto sperato e provocano disastri ambientali. Un esempio che vale per tutti lo porta ancora una volta il segretario del Wwf. "Per il mondiale di sci allo Stelvio — spiega — sono stati spesi in infrastrutture 30 milioni di euro. Adesso, dopo 2 anni, come si può leggere nel bollettino regionale del 27 novembre scorso, la Regione Lombardia ha riconosciuto che quegli impianti hanno provocato seri danni ambientali e ha quindi preventivato una spesa di 5 milioni e 800 mila euro per opere di riqualificazione naturalistica e paesaggistica. I costi ambientali nascosti allora, adesso saranno a carico della collettività".