Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / A proposito di catastrofi e di piedi per terra

A proposito di catastrofi e di piedi per terra

di Sandro Marano - 23/01/2007

 
 
 “Spoleto scienza 2006. Clima, energia e biotecnologie per il XXI secolo”  è la manifestazione che si è svolta a Spoleto tra il 15 e il 16 luglio, organizzata dalla Fondazione Sigma-Tau in collaborazione con la rivista di geopolitica Limes. Ad essa hanno partecipato scienziati, filosofi e giornalisti facendo una rassegna delle sfide poste all’umanità all’inizio del nuovo millennio dai cambiamenti climatici, dalla bomba demografica e dall’esaurimento delle risorse (in particolare energetiche) e ricercando le possibili soluzioni.
Il sole 24 ore di domenica 9 luglio 2006 ha dedicato all’evento il proprio paginone centrale con un titolo a caratteri cubitali: “Salvare Gaia coi piedi per terra”, affidando alla penna del filosofo Remo Bodei il compito di esprimere il proprio punto di vista. L’articolo, in grassetto,  del filosofo s’intitola significativamente “Non abbiate paura, catastrofi o no”.
La tesi del giornale confindustriale è grosso modo la seguente: le emergenze sono reali (bontà loro!), ma l’ecologia deve “andare a caccia di soluzioni concrete, evitando di rifugiarsi in visioni olistiche e irrazionali” (!). La bestia nera è, come si vede, l’ecologia profonda, quella visione cioè che non si accontenta di soluzioni tecnologiche più o meno efficaci, ma intende sottoporre a revisione l’attuale modello di sviluppo.
Nel suo articolo Bodei sostiene che il diffondersi dei temi ecologici negli anni settanta del ‘900 è dovuto ad un sentimento di paura per una imminente catastrofe - affine ai “vecchi fantasmi millenaristici “ - che “si sostituisce rapidamente alla speranza nel progresso e la prevalente fiducia nella tecnica e nella scienza”. Questo atteggiamento, che si può definire catastrofista, si compendia nella citazione del filosofo Jonas, che, costatando le malversazioni compiute nei confronti della biosfera, dichiarava: “l’uomo è un animale nocivo”. Sennonché, è fugato dalla comunità scientifica e dal suo sforzo di trovare correttivi sul piano tecnologico. Di fronte ai due atteggiamenti opposti, ad esempio, nei confronti del riscaldamento globale, che si tratti cioè di pura invenzione o di una verità scomoda, Bodei scrive che “è impossibile fare previsioni di durata pluridecennale sui mutamenti climatici, perché molti elementi che vi concorrono, umani e non umani, sfuggono alle attuali conoscenze, per cui ogni pronostico rappresenta una forzatura politica”. E conclude che “poiché l’ignoranza non dà nessun diritto, né a credere né a non credere, non ci resta che comprendere meglio e con sobrietà questi fenomeni e ricordare che, comunque, la paura è sempre una cattiva consigliera”.
La posizione di Bodei appare improntata a rigore scientifico e a moderazione. In verità, essa diventa un alibi per non fare nulla o non fare abbastanza.  E’ la posizione di coloro che Fromm definiva realisti del nono mese, cioè di coloro che non credono alla gravidanza se non al nono mese! Proprio perché la scienza procede per ipotesi e verifiche e non ci dà verità definitive, sono auspicabili le “forzature politiche”. Altrimenti potrebbe essere troppo tardi, come capitò ai Maya e alle altre civiltà scomparse misteriosamente! Quanto alla paura, non è vero che sia sempre una cattiva consigliera: la paura del fuoco non ci protegge dalle bruciature?