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I medionormali (il cervello come "bagaglio appreso")

di Gianfranco La Grassa - 05/02/2007

 

 

Temo siano in pochi ad aver visto (o comunque a ricordare) il film “Oltre il giardino” di Ashby (e ancor meno quelli che conosceranno “La ricotta” di Pasolini).

Nel primo si parla di un personaggio (un memorabile Peter Sellers) che è vissuto tutta la vita come giardiniere di un ricco, e da quella casa non è mai uscito “nel mondo”. Quando il “padrone” muore, egli viene scaraventato in “questo mondo”, e parla solo – anche perché il suo cervello non si è sviluppato – di ciò che accade nel coltivare un giardino, dell’alternarsi delle stagioni, ecc. Non la faccio lunga (si veda il film che è molto divertente): il tipo viene preso in seria considerazione da tutti, da lui è “folgorato” un potentissimo senatore morente (che è anche un grandissimo finanziere e uomo d’affari, e la cui moglie si innamora del demente) e, alla fine, verrà eletto Presidente (e si sposerà con l’appena nominata), perché le sue frasi appaiono – nella loro assoluta piattezza e insignificanza – come le più sagge e profonde che si siano mai udite; udite ovviamente da una massa di altrettanto dementi, che però rappresenta praticamente tutto un popolo: dai massimi vertici politici ai grandi affaristi alla moltitudine dei cittadini-elettori.  

Molto divertente è, fra le altre vicende del film, l’indagine che il Presidente uscente fa fare alla CIA, all’FBI, ecc. sul “tipo”. Non si trova nulla, perché la sua nascita non è stata denunciata, e la sua vita è interamente trascorsa nel giardino. Tuttavia nessuno (o quasi) lo sa e nemmeno riesce ad immaginarselo; di conseguenza, l’ipotesi fatta è che quest’individuo, dolce e mite, sia in realtà un vero “falco” che ha fatto distruggere ogni traccia del suo passato, per non poter essere ostacolato da ricatti nella sua corsa alla Presidenza (in realtà, egli nemmeno sa di che cosa si tratti, accetta qualsiasi proposta gli venga fatta). Solo una vecchia nera – che aveva lavorato per tutta la vita presso il ricco proprietario del giardino, e che quindi conosceva il povero demente – lo guarda mentre sproloquia in TV e dice (pressappoco): “Che strani questi bianchi. Quello lo conosco bene; è più stupido di una gallina, ha la testa completamente vuota, e tutti lo ascoltano come un oracolo”.

Noi, critici di questo mondo politico di m….(sinistra o destra che sia), siamo come la vecchia nera. E questo ceto politico, chi più chi meno, è assimilabile al “giardiniere”. Quanto al “vecchio senatore”, immaginiamoci quelli delle grandi banche ben note (purtroppo non sono nemmeno morenti; fanno morire noi piuttosto). Tralascio di parlare (di insultare) la massa dei cittadini-elettori (i “bianchi”). Piuttosto, ricordo che esiste un personaggio unico, veramente molto simile a quello interpretato da Peter Sellers: Veltroni. In effetti, non si può dire che, se i servizi segreti indagassero, non troverebbero alcuna notizia su di lui. Tuttavia, sarebbe sempre poco. E poi, quando appare in TV – e parla delle sue molteplici attività di politico, scrittore, amante di film (tipo “Giovannona coscia lunga”), “benefattore” (in specie verso gli africani), ecc.; in una parola, di “buonista” – è “eguale sputato” al giardiniere del film in oggetto. Non dice nulla di sbagliato perché…..non dice nulla, è il “vuoto pneumatico” assoluto. E allora viene in mente anche “La ricotta” e le frasi che il regista (interpretato da un altro attorone: Orson Welles) rivolge all’intervistatore, un mediocre giornalista (che potrebbe, ad es., essere oggi del Corriere): “Lei è un uomo medio; cioè un mostro, un delinquente, un conformista……” (bisogna sentirlo dal vivo, altrimenti rovino una sequela di definizioni, insultanti ma precisissime, che sono un capolavoro).

Queste le considerazioni, “lievi come una piuma”, venutemi oggi in mente leggendo i quotidiani, guardando qualche TG, sentendo sproloquiare i politici, il Governatore della Banca d’Italia, il corteggio dei vari finanzieri, industriali, con il “condimento” di giornalisti in quanto prototipo dell’“uomo medio” nella definizione di Pasolini-Welles. Non direi che tutta questa gente sia proprio senza cervello, visto che in definitiva ce la “mette in c…..”. E’ però che viaggiano senza averlo in testa (questa è una scatola vuota); lo portano come “bagaglio appresso”, in modo che non pesi nella “vita di tutti i giorni”, e soprattutto che chi deve indagare sui disastri che combinano, sugli imbrogli che ci propinano, abbia grandi difficoltà a reperire l’“arma del delitto”.