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Lì dove finisce il TFR

di Claudio Bianchini - 09/02/2007

 
 
 
Il ministro della funzione pubblica Luigi Nicolais

Leggiamo letteralmente la notizia così come riportata dal sito «Nigrizia.it» dell'01/02/2007. (1)
«E' stato costituito un apposito Fondo per le esigenze di investimento per la difesa, nell'ambito del ministero della Difesa, con uno stanziamento di 1.700 milioni di euro per il 2007, di 1.550 per il 2008 e di 1.200 milioni per il 2009. Il Fondo realizzerà programmi di investimento pluriennali per la difesa nazionale, per un totale di 4.450 milioni nel triennio 2007-2009 … (omissis) … Inoltre, una parte del trattamento di fine rapporto (TFR) che i lavoratori dipendenti delle aziende private con più di 49 addetti non destineranno alla previdenza complementare sarà dirottato ad un nuovo fondo statale che finanzierà anche un fondo per le spese di funzionamento della difesa, per un ammontare di 160 milioni nel 2007, di 350 milioni nel 2008 e di 200 milioni nel 2009… (omissis)…».


Altro che previdenza complementare!
Come volevasi dimostrare, a conferma dei molti dubbi già espressi recentemente da più parti, il TFR degli italiani se ne va da tutt'altra parte.
Strano e preoccupante è anche il fatto che una notizia di questo genere non venga riportata in nessuna testata a diffusione nazionale.
In altri tempi, anche recenti, sarebbero già state annunciate manifestazioni, scioperi, interrogazioni parlamentari, e i media sarebbero stati pieni di cronache relative a risse politiche, verbali e non.
Invece nulla.
Che il gran can can di natura pseudo calcistica scatenato sabato scorso a Catania sia stato orchestrato per fornire ai media un pretesto al fine di occupare letteralmente le pagine dei giornali e le cronache televisive e non dare il dovuto risalto (leggasi nascondere) a queste informazioni?
Ciò però avvalorerebbe l'amara e scomoda tesi che tutta o quasi l'informazione italiana sia orchestrata da un'unica regia.
Non solo. Ragionando così ne deriva che anche tutta la politica italiana sia orchestrata da un'unica mano a nostra insaputa.
Infatti né dai cosiddetti «radicali di sinistra» né dall'opposizione di destra, nè tantomeno dalle forze sindacali, è arrivata alcuna reazione.
Sulle associazioni sindacali possiamo sorvolare.
Con la sinistra al governo non hanno mai contato nulla. E questa è storia.
Ma per i politici, come la mettiamo?
Dai, non è possibile che siano tutti d'accordo; più si è e più si parla.
Un accordo di questo tipo sarebbe prima o poi uscito tra le righe.
In fondo c'è una destra e una sinistra, c'é una opposizione e una maggioranza.
Ci sono da un lato la Lega e dall'altro i radicali e l'estrema sinistra a garantire la pluralità politica e di opinione.
Chi è mai riuscito a zittire Bossi o Pannella?
E' solo un caso se queste notizie sono state nascoste da tutte le testate giornalistiche e da tutte le TV nazionali.


In fin dei conti non muore un poliziotto tutti i giorni.
Ed è legittimo che i giornali si occupino di questo.
Ah già: ma neanche tutti i giorni portano via il TFR agli italiani.
Si è vero; ed è anche vero che quasi mai, quando muore un poliziotto, i giornali e le istituzioni prestano tutta questa attenzione.
Una attenzione mediatica di questo tipo ci porta direttamente indietro a fatti quali la morte di Papa Giovanni Paolo II o i delitti Falcone e Borsellino.
E queste ultime erano stragi.
Però i giornali non sono in mano alla stessa organizzazione.
Ciò infatti porterebbe a supporre un controllo non dichiarato, cioè occulto, ad esempio un controllo di tipo massonico, sui media.
Vorrebbe dire, seguendo questo esempio, che Tronchetti Provera, Berlusconi, Cordero di Montezemolo, De Bortoli, Mieli, Costanzo, ecc…  sono tutti in qualche modo legati alla Massoneria.
E che, sempre per fare un esempio, questa organizzazione «suggerisca» direttamente o indirettamente cosa dire e cosa no.
Allora si che ci sarebbe da preoccuparsi.
Ma figuriamoci; non vogliamo neanche pensarci, non è possibile.
Lo stesso vale per i nostri politici.
Prodi e Berlusconi, ad esempio; come si fa a pensare che possano, anche solo lontanamente, fare parte di una medesima organizzazione?
Sui giornali e in TV li si vede sempre litigare tra loro; sono come il diavolo e l'acqua santa.
Se fossero d'accordo non succederebbe.
Non ingannerebbero mai in questo modo gli italiani; ricordiamoci che sono persone per bene.
Fanno tanti bei discorsi e quando succede qualche cosa sono sempre lì in prima fila, a portare conforto e aiuto ai malcapitati di turno e a rappresentare le istituzioni, costi quel che costi.
E' si, così si fa: non accetterebbero mai di frodare i lavoratori italiani scippando il loro TFR per finanziare le spese della difesa.
Prima ne chiederebbero il consenso attraverso un libero e legittimo dibattito parlamentare.
In fin dei conti sono lavoratori anche loro.
E che lavoratori: con quello che guadagnano!
E' quindi fuori discussione che si prestino ad una tale subdola manovra.
 
E poi c'è la sinistra radicale, vero baluardo dei diritti dei lavoratori.
E qualora non bastasse, c'è sempre il presidente della repubblica.
E' un ex comunista, è fuori discussione che si presti a questi giochetti, che diamine.
Arriva anche lui diritto diritto dal partito dei lavoratori e più volte è stato considerato un esempio di moralità e correttezza politica.
Si è vero, quando era a Bruxelles ha avuto un piccolo incidente di percorso su alcuni rimborsi spese per così dire «richiesti impropriamente», ma suvvia, a chi non capita.
Tutti abbiamo fatto degli errori di algebra nella vita.
A proposito: non ricordiamo più il nome della prima località che l'attuale presidente della repubblica ha visitato subito dopo la sua nomina.
Ci sembra, se non ci sbagliamo, che abbia dato i natali o vi abbia trovato eterno riposo un importante esponente del passato di qualche loggia.
Ovviamente è una coincidenza.
Come si può anche solo immaginare che un esponente dell'ex PCI possa avere avuto a che fare con la Massoneria? E' sciocco e ridicolo.
Sarebbe come pensare, tanto per fare un esempio altrettanto astruso e ridicolo, che la rivoluzione comunista in Russia sia stata organizzata e realizzata da parte di persone che per l'80 % circa erano di religione ebraica, o pensare che nonostante le acclarate persecuzioni contro gli ebrei da parte dei sovietici, l'80 % dei componenti del Politburo o dei Commissari del Popolo siano stati ebrei.
Tutte stupidaggini.
Bene hanno fatto, negli USA, a vietare queste affermazioni prevedendo condanne penali per chi le fa.
La storia è storia è non si deve mettere in discussione.
Con i tempi che corrono ci manca solo che dobbiamo ricomprarci i libri di storia.
E bene ha fatto l'onorevole Mastella a proporre una norma analoga nei confronti di chi pensi di negare l'olocausto.


Tutta l'Italia ne sentiva un gran bisogno.
Quindi smettiamola con questa dietrologia maligna.
E diamo atto che chi scrive probabilmente è solo un peccatore che non conta nulla, almeno secondo una delle più celeberrime massime dell'onorevole Giulio Andreotti: «... a parlar male si fa peccato. Ma spesso ...».


Claudio Bianchini


Note
1)
www.nigrizia.it/doc.asp?id=9047&IDCategoria=127



Allegato: articolo originale


Una legge Finanziaria 2007 positiva per l'industria militare. Saranno utilizzati anche i soldi del TFR per finanziare la Difesa.
Il volo delle lobby delle armi
1 febbraio 2007 di Luciano Bertozzi - Nigrizia


E' stato costituito un apposito Fondo per le esigenze di investimento per la difesa, nell'ambito del ministero della Difesa, con uno stanziamento di 1.700 milioni di euro per il 2007, di 1.550 per il 2008 e di 1.200 milioni per il 2009.
Il Fondo realizzerà programmi di investimento pluriennali per la difesa nazionale, per un totale di 4.450 milioni nel triennio 2007-2009.
Dal 2010 ulteriori stanziamenti saranno stabiliti dalle successive leggi finanziarie.
Sempre nell'ambito del predetto ministero è stato introdotto un fondo per esigenze di mantenimento della difesa, con la dotazione di 350 milioni di euro nel 2007 e 450 milioni per ciascuno degli anni 2008 e 2009, per un totale di 1.250 milioni nel triennio 2007- 2009.
In particolare il Fondo finanzierà interventi di sostituzione, ripristino, manutenzione ordinaria e straordinaria di mezzi, materiali infrastrutture ed equipaggiamenti, anche in funzione delle operazioni internazionali di pace.
E' previsto anche il rifinanziamento di investimenti nel settore aerospaziale, elettronico e per la produzione del caccia Eurofighter, da realizzare in base ad una coproduzione fra aziende italiane, inglesi, tedesche e spagnole.
Per il biennio 2007-2008 lo stanziamento è pari a 520 milioni di euro e di 310 milioni per gli anni successivi.
Nel disegno di legge è contenuto anche il fondo per le missioni militari all'estero con una dotazione di un miliardo per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009.
Inoltre, una parte del trattamento di fine rapporto (TFR) che i lavoratori dipendenti delle aziende private con più di 49 addetti non destineranno alla previdenza complementare sarà dirottato ad un nuovo fondo statale che finanzierà anche un fondo per le spese di funzionamento della difesa, per un ammontare di 160 milioni nel 2007, di 350 milioni nel 2008 e di 200 milioni nel 2009.
Anche lo stanziamento per le navi FREMM non è stato toccato, nonostante si tratti di circa 2 miliardi di euro, scaglionati fra il 2007 ed il 2010 compreso.
E' previsto anche un fondo di 25 milioni di euro per bonificare i poligoni militari e le navi, per la tutela del mare e del territorio ed un altro fondo di 15 milioni per interventi sanitari a favore dei militari italiani all'estero e delle popolazioni civili dove sono presenti missioni internazionali.
A fronte di tutti questi soldi per le armi non c'è nessuno stanziamento per la riconversione produttiva dal militare al civile; gli stanziamenti per la cooperazione allo sviluppo sono elevati a circa 650 milioni per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, misura peraltro insufficiente ed il fondo per lo sminamento umanitario è stato di poco ridotto rispetto alla misura 2006 (circa 2,2 milioni di euro annui, dimezzato rispetto allo stanziamento di qualche anno fa).
Allo stesso modo l'esecutivo non ha tenuto fede agli impegni presi in sede di G-8 sul fondo globale per la lotta all'Aids, alla TBC ed alla malaria.
L'esecutivo Prodi ha ceduto alla lobby delle armi ed ha autorizzato un rilevante programma di investimenti.
Anche se in parte, sono rifinanziamenti di programmi già decisi in precedenza, tutto ciò appare ancor più grave, ove si consideri che il governo Berlusconi era stato costretto ad operare, suo malgrado, delle riduzioni.
Il governo si è mostrato poco sensibile alle richieste di parte del suo elettorato e di decine di parlamentari della maggioranza che hanno chiesto un drastico taglio delle spese militari, per dirottarle verso quelle sociali, di aumentare i fondi della cooperazione e di stanziare risorse per la riconversione produttiva verso il settore civile.
Nel corso del travagliato iter parlamentare la finanziaria, sugli investimenti militari, ha subìto tagli minimi, mentre ad esempio sono stati ridotti i fondi per la ricerca e la scuola.
Allo stesso modo l'esecutivo non ha ancora dato attuazione al programma elettorale dell'Unione che ha previsto la diminuzione delle spese militari.
Fonte: Nigrizia.it http://www.nigrizia.it/doc.asp?id=9047&IDCategoria=127