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Il risveglio del medievista

di Miguel Martinez - 14/02/2007

 

"Quando Gregor Samsa si risvegliò una mattina da sogni tormentosi, si ritrovò nel suo letto trasformato in un Insetto gigantesco."

In realtà, il tedesco dice, "Als Gregor Samsa eines Morgens aus unruhigen Träumen erwachte, fand er sich in seinem Bett zu einem ungeheueren Ungeziefer verwandelt," dove Ungeziefer non è un insetto, ma qualcosa di indefinito, orrido e da schiacciare.

Mi chiedono di commentare il libro di Ariel Toaff, Pasque di sangue. Ebrei d’Europa e omicidi rituali, pubblicato dal Mulino.

Non posso, per il semplice motivo che è uscito giovedì scorso, e quando sono andato in libreria venerdì mattina, avevano già finito le copie.

L'ho prenotato, ma intanto sento dire che anche l'editore l'ha esaurito.

Un mio amico di Roma ha sentito un suo amico di Gorizia, che ha effettivamente letto le prime pagine del libro, e mi riferisce che si tratta di un testo molto complesso sull'interazione di cristiani e di ebrei nel Medioevo. So che questo resoconto di terza mano conta poco, ma sono convinto che valga un po' di più di tutti i resoconti dove la mano, o il libro, non c'è proprio.

Sulle misteriose pagine di questo testo, è passato un improbabile uragano di furia virtuale.

Se cerco "Ariel Toaff" su Google, mi trovo sommerso dai detriti mediatici, per cui non è facile capirci granché.

Ma la faccenda è intrigante, proprio perché il signore finito sotto quei detriti è uno dei personaggi meno mediatici dei nostri tempi.

Su Google, si intravedono solo i suoi libri, i suoi interventi a convegni, la rivista di studi storici Zakhor che lui dirige da anni senza apparenti conflitti.

Non ho trovato nemmeno articoli suoi: immagino, senza poterlo dire con certezza, perché i suoi non sono testi che si leggono con un clic e via.

Mai - a quanto pare - un'intervista, una presenza a un talk show, un salott-dance da Vespa o da Costanzo.

Trovo solo una dichiarazione di oltre tre anni fa, presumibilmente estorta per telefono da un giornalista israeliano. E' una frase breve, e parla essa stessa di silenzio:

«Sono molto lontano da Fini e dal suo partito, non ho interesse ad incontrarlo».

Un'idea della sua non-immagine, la dà un postatore su it.cultura.ebraica, che in tempi non sospetti (cioè qualunque momento prima delle otto di mattina circa del 6 febbraio 2007) scrive:

"Per quanto riguarda gli ebrei d'Italia ti segnalo un libro di storia, con il quale potrai approfondire le differenze interne alle varie cucine degli ebrei italiani: A. Toaff. Mangiare alla giudia, Mulino.

Approfondisce anche le differenza tra la cucina di area adriatica (dove si fa largo impiego di grasso d'oca) e quella di area tirrena (dove invece si usa olio). Ariel Toaff per scrivere il suo libro si è spulciato tutti i ricettari e libri di cucina ebraici italiani editi, o anche solo manoscritti, negli ultuimi quattro secoli. E' senz'altro la persona più indicata per aiutare la tua ricerca."

Sempre su it.cultura.ebraica, e sempre prima del 6 febbraio, un altro postatore scrive:

"Esiste anche una straordinaria rivista ''aperiodica'' edita da Giuntina.

E' diretta da Ariel Toaff e coordinata da Bice Migliau. Vanta un comitato scientifico di grande livello. Si intitola ''Zakhor'' "

Se si cercano su Google immagini di Ariel Toaff, si trovano solo alcune copertine dei suoi libri.

Chi mai avrebbe potuto sospettare che l'uragano mediatico potesse travolgere una mattina, all'ora della lettura dei quotidiani, un signore che dirige una rivista "aperiodica" (splendido aggettivo). Un signore arrivato, presumo, ai sessant'anni circa, spulciando ricettari ebraici manoscritti di quattro secoli fa. E che non ha mai pensato di mettere la sua migliore immagine a disposizione, nemmeno su un proprio blog.

Tutto quello c'è da dire sull'Ariel Toaff reale, lo dice il dignitoso comunicato dell'università Bar-Ilan, che condanna "ogni tentativo di giustificare le orribili calunnie del sangue contro gli ebrei", ma precisa anche che:

"Il professor Ariel Toaff è uno dei maggiori ricercatori in Israele e nel mondo sul tema delle comunità ebraiche medievali e della comunità ebraica italiana.

Fino [al ritorno di Ariel Toaff in Israele]  crediamo che sia il nostro dovere astenerci dal fare affidamento su resoconti infondati che sono stati smentiti dallo stesso prof. Toaff e che, a quanto pare, non hanno alcun rapporto con la ricerca stessa."

Eppure, il kafkiano caso del risveglio di Ariel Toaff è affascinante e merita di essere approfondito.

Proprio perché è lo specchio di questi tempi.

In una mattina qualunque di una lunga e silenziosa vita, a svegliarci non è la solita vecchia sveglia ancora meccanica, ma un inatteso jingle pubblicitario, un suono di adolescenziale esuberanza.

Apriamo lentamente gli occhi, e vediamo miloni e milioni di specchi.

E in ciascuno di loro, c'è il nostro stesso volto, trasformato in quello di un ungeheuerer Ungeziefer.