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Winston Smith lavorava al Ministero della Verità.

di Cesare Allara - 14/02/2007

Fonte: resistenze.org

 





Winston Smith lavorava al Ministero della Verità. Oltre al Ministero della Verità che si occupava dell’informazione, dei divertimenti, dell’istruzione e delle belle arti, l’apparato governativo era costituito dal Ministero dell’Abbondanza, responsabile degli affari economici, dal Ministero dell’Amore che manteneva la legge e l’ordine pubblico, e dal Ministero della Pace che si occupava della guerra contro i nemici della comunità. Gli slogan del partito unico del Grande Fratello erano: la guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza.

Il compito di Winston consisteva nel correggere articoli o notizie pubblicate anche anni prima che non collimavano più con la linea politica attuale dettata dal Grande Fratello. Una volta apportate le rettifiche, il numero del giornale,della rivista o del libro veniva ristampato e la vecchia copia assieme ad ogni traccia dell’avvenuta correzione era gettata in feritoie ubicate in ogni parte dell’edificio ministeriale e soprannominate buchi della memoria dove le fiamme la distruggevano. Giorno dopo giorno, anzi quasi minuto dopo minuto, il passato veniva aggiornato...La storia era un palinsesto che poteva essere raschiato e riscritto tutte le volte che si voleva...Da qualche parte stavano i cervelli pensanti, rigorosamente anonimi, che coordinavano il tutto e fissavano le linee politiche che imponevano di preservare, falsificare o distruggere un determinato frammento del passato. Nel frattempo altri dipartimenti del ministero si occupavano di letteratura, musica, teatro e divertimenti in genere per il proletariato. Vi si producevano giornali-spazzatura che contenevano solo sport, fatti di cronaca nera, oroscopi, romanzetti rosa, film stracolmi di sesso e canzonette sentimentali...

Sessanta anni fa George Orwell descrisse così la società del 1984 in un paese che i lettori del cosiddetto mondo libero localizzarono al di là della cortina di ferro. Alla luce degli avvenimenti recenti, si può dire che la sommaria descrizione sopra esposta rappresenta perfettamente la nostra realtà: Orwell è più vivo che mai e legge meglio di chiunque altro la situazione attuale.

Diceva il presidente Mao, ormai archiviato all’unanimità fra i criminali del 900, che sono i popoli a fare la storia, ma sono poi i padroni a raccontarla. Perché ai padroni di oggi non basta più soltanto preservare, falsificare o distruggere un determinato frammento del passato, ma hanno deciso di introdurre una legge che punisce con il carcere dai tre ai dodici anni il reato connesso alla negazione di fatti storici e all’istigazione a comportamenti che potrebbero riprodurre crimini contro l’umanità come spiega la ministra dei DS Giovanna Melandri?

Qualsiasi storico onesto può dimostrare l’assurdità di una verità storica stabilita per legge, ma ciò su cui conviene soffermarsi sono le motivazioni sia interne che internazionali che inducono il governo italiano all’introduzione di questa legge e sulle conseguenze pratiche che essa provoca.

Apparentemente questa legge punisce solo i cosiddetti negazionisti, cioè coloro che negano che durante il regime nazista sia stato messo in atto un piano per sterminare gli ebrei; ma quanti e chi siano in Italia costoro non è dato sapere. La categoria dei negazionisti è simile a quella dei fantomatici anarco-insurrezionalisti; entrambe sono molto utili in determinate occasioni per giustificare la restrizione delle libertà e dei diritti dei cittadini. Per reperire un negazionista occorre perciò importarlo dall’estero, e il solito, patetico David Irving si presta sempre volentieri all’occorrenza.

Se però al provvedimento del neo-ministro per la Verità Mastella, accostiamo le dichiarazioni del presidente Napolitano si comprendono meglio gli obiettivi del governo: dobbiamo combattere... innanzitutto ogni rigurgito di antisemitismo. Anche quando esso si travesta da antisionismo: perché antisionismo significa negazione della fonte ispiratrice dello stato ebraico, delle ragioni della sua nascita ieri, e della sua sicurezza oggi, al di là dei governi che si alternano nella guida di Israele. Il teorema accusatorio è servito addirittura dalla più alta carica dello Stato: antisionista = antisemita = negazionista. Al nascente Osservatorio sull’antisemitismo in Italia, la neo psicopolizia di orwelliana memoria, il compito di scovare i rei.

I bersagli di questa legge sono coloro che negano la cosiddetta unicità dell’Olocausto, dogma che giustifica la nascita di Israele e l’autorizza ad operare impunemente al di fuori della legalità internazionale. Questa teoria consiste: a) nel ridurre i crimini nazisti alla persecuzione e allo sterminio dei soli ebrei minimizzando o trascurando i massacri di decine di milioni di rom, slavi, gay, comunisti ed handicappati, questi ultimi le prime vittime delle persecuzioni naziste in nome della purezza e della robustezza della razza ariana; b) nell’affermare come fa anche il segretario del PRC, Franco Giordano, nell’editoriale su Liberazione del 27 gennaio 2007 che non c’è pari alla shoah nella storia dell’umanità. Porterebbe via molto spazio elencare i massacri e i genocidi compiuti per secoli in tutti i continenti in nome della superiore civiltà occidentale, massacri che ancora oggi continuano. Per informazioni su come effettuarli in forme meno rozze e ripugnanti dei forni di Auschwitz e passarla liscia, rivolgersi ad esempio agli USA che in fatto di genocidi se ne intendono fin dalla nascita, o al Consiglio di Sicurezza dell’ONU che grazie a quasi 13 anni di embargo durissimo e con la complicità di tutti i governi compresi quelli italiani, ha ucciso due milioni di iracheni. Per tutte queste vittime non è stata istituita nessuna giornata della memoria, anzi per i diversi, come in 1984, va incessantemente in onda la settimana dell’odio.

Inoltre non si potrà più impunemente affermare ad esempio che il sionismo, nato ufficialmente a Basilea nel 1897 con l’intento di organizzare il ritorno degli ebrei alla collina di Sion a Gerusalemme per costituire in Palestina uno stato per soli ebrei, avamposto della civiltà contro la barbarie, è un movimento razzista e imperialista. Un movimento quello sionista che, inserendosi nella logica dell’espansione coloniale delle grandi potenze europee degli ultimi decenni dell’800, ha via via occupato buona parte della Palestina, praticando il terrorismo e la pulizia etnica nei confronti dei legittimi abitanti.

Inoltre, coloro i quali bruceranno bandiere o fantocci, chi userà ancora il termine mercenario invece di eroe per definire colui che per denaro esercita il mestiere delle armi, come recita lo Zingarelli, sarà passibile del carcere per istigazione a commettere crimini contro l’umanità o apologia dei crimini contro l’umanità. S’ignora infine cosa potrebbe accadere a chi, come il premio Nobel José Saramago dichiarasse: Ramallah è la Auschwitz di oggi, là ho visto l’umanità umiliata e annientata come nei campi di concentramento nazisti.

Infine questo provvedimento legislativo giunge in un momento in cui si intensificano i segnali di un imminente attacco israeliano forse ai soli siti nucleari dell’Iran del presunto neo-negazionista Ahmadinejad. Contro il nuovo Hitler del Medio Oriente, che secondo la propaganda sionista dopo Saddam e Hezbollah vuole anche lui distruggere Israele e a seguire tutto l’Occidente, sta perciò accelerando la campagna mediatica per giustificare l’aggressione sionista ed un eventuale coinvolgimento italiano nell’operazione. Il provvedimento del ministro per la Verità e le dichiarazioni del presidente della repubblica che portano a termine il processo di sacralizzazione di Israele sono perciò propedeutiche all’apertura del quarto fronte, quello iraniano.