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Giustizia in USA. Così è se vi pare...

di Carlo Parlanti - 28/02/2007



Questo blog si è già occupato più volte del "Caso Parlanti". Stavolta è lui stesso che riassume, vibratamente, la persecuzione di cui è vittima. Continueremo anche in futuro ad occuparcene, perché nessuno resti solo contro i suoi persecutori. (m.r.)

GIUSTIZIA IN USA
Così è, se vi pare...

di Carlo Parlanti


19 Febbraio 2006
Pochi giorni fa l’agenzia NIP (News Italia Press) ha invitato il sostituto procuratore Gilbert Romero ed il suo capo, district attorney della contea di Ventura a rispondere ad un intervista riguardante in particolare la condotta della loro procura durante la mia persecuzione negli ultimi anni.

Molte delle domande, soprattutto quelle rivolte al sostituto procuratore Romero, erano volte a cercare di chiarire i misteriosi contraddittori di cui la vicenda è piena. In un primo momento Romero si è detto felice di poter rispondere ed ha dichiarato che se fosse uno statunitense ad essere stato condannato in Italia per simili accuse avrebbe lui stesso applaudito l’interesse dei media nazionali per la vicenda. Quando poi però l’agenzia NIP si è vista costretta a sollecitarlo a causa della sua mancata replica, ha prima parlato di disguidi nell’invio dell’e-mail di risposta ed è poi successivamente sparito insieme alla risposta stessa. Al suo posto ed al posto delle delucidazioni delle domande dettagliate relative ai tanti interrogativi del mio caso è arrivata una risposta del capo del dipartimento violenza domestica della procura di Ventura, a nome del District Attorney (Pubblico Ministero) della contea. In una laconica e-mail la contea ha affermato di credere completamente alle dichiarazioni vaneggianti della presunta vittima dei miei crimini impossibili ed ha ribadito che non si sarebbe mai proceduto contro di me in caso contrario.

Insomma, invece di fare chiarezza sui mille fatti impossibili e sui mille spergiuri del processo, si aggira l’ostacolo dicendo che mi è stata data un'equa opportunità di difesa nell’aula di tribunale in cui mi hanno fatto a brandelli nel dicembre del 2005. E’, in pratica, quella che qua chiamano una “demure”, prendendo a prestito un termine dalla scherma francese che significa semplicemente schivata.

Gli avvocati americani la praticano ogni giorno, la "demure", soprattutto nelle cause civili per evitare di affrontare una qualche denuncia aggrappandosi a dei cavilli tecnici. La verità è che la procura di Ventura non può rispondere alle dettagliate domande rivolte dall’agenzia Nip al sostituto procuratore Gilbert Romero perché, se lo facessero, si vedrebbero costretti a perseguire criminalmente metà del dipartimento dello sceriffo di Ventura o, come minimo, tutti i detective ed ufficiali che si sono occupati del mio caso.

Vediamo di fare qualche esempio arido e pedante.

- La presunta vittima ha dichiarato di essere stata violentata in maniera così selvaggia ed innaturale da aver perso pozze di sangue, tanto da attraversare lenzuoli ed impregnare completamente il materasso della camera da letto. Il detective che ha eseguito il sopralluogo dell’appartamento ha dichiarato che non c’erano tracce di sangue da nessuna parte in tutto l’appartamento. Da notare che entrambi hanno autentificato la foto ritraente il letto in questione, letto che il poliziotto durante il sopralluogo non ha neppure ritenuto necessario porre sottosequestro. I due, presunta vittima ed ufficiale dello sceriffo di Ventura, hanno dichiarato l’esatto opposto in un aula di tribunale nel dicembre 2005, dopo aver prestato il loro “americanissimo” giuramento sulla bibbia! La logica ed in questo caso anche la fisica dicono che uno dei due è uno spergiuro e dovrebbe finire in carcere, ma non nella “terra della libertà”; qua non vengono neppure perseguiti legalmente.

- Durante la denuncia dell’efferato crimine commesso contro di lei dal sottoscritto, due o tre settimane prima, a seconda delle versioni, la presunta vittima ha dichiarato che la sua testa sarebbe stata selvaggiamente sbattuta per ben 30 volte contro una colonna portante dell’appartamento, in particolare contro una bacheca di sughero affissa sulla stessa. Subito dopo, la sua nuca avrebbe subito altri 30 violenti impatti contro il muro adiacente, costituito da semplice carton gesso, sempre con la stessa brutale violenza. Per convincere l’ufficiale di polizia, che la stava anche registrando, della violenza dei colpi subiti lei prosegue col descrivere come nel fare una doccia ben due giorni dopo l’accaduto i suoi capelli cadessero a ciocche intere dalla nuca; "manciate” è stato il termine esatto usato: così tanti capelli persi da otturare lo scarico della doccia. Come al solito, la dichiarazione viene ripetuta dalla voce della presunta vittima direttamente in tribunale e dopo avere eseguito il rituale giuramento sulla bibbia. Quando poi, però, viene ascoltato l’ufficiale che a suo tempo ha raccolto e registrato la denuncia si scopre che, insospettito dalle dichiarazioni, il detective ha chiesto alla vittima di poter controllare la sua nuca e non ha notato nessuna mancanza di capelli o cuoio capelluto o, comunque, qualunque altra lesione sul cranio della malcapitata. Insomma uno dei due. come al solito, mente macchiandosi di spergiuro: in un paese civile sarebbe dietro le sbarre. Il fatto che ci sia stato anche un medico in aula a dichiarare come la presunta vittima non avesse lesioni alla nuca mi fa pensare che fosse lei a mentire ma, anche senza lapidare nessuno, ci si aspetterebbe comunque dalla procura di Ventura l'apertura di un fascicolo per investigare questi spergiuri! E invece niente, con buona pace del sottoscritto che continua a marcire insieme ad altri 8000 fortunati nel più sovraffollato lager dei deserti californiani.

Non voglio tediarvi con altri esempi ma, al tempo stesso, non voglio che cadiate nell’errore di pensare che questi siano gli unici episodi di persecuzione contro me: Il mio processo è stata una maratona lunga 7 giorni di spergiuri e dichiarazioni impossibili, alcune infantili, alcune ridicole, altre offensive: tutte false, con buona pace delle sacre scritture che questi gentiluomini hanno ridicolizzato.

Vi prego di consultare il sito :

http://www.thepeoplevscarloparlanti.it

per trovare la versione completa del processo farsa del secolo

ed il sito http://www.carloparlanti.it

per una vista più completa di tutti gli assurdi giudiziari di questa triste vicenda.

Le domande che News Italia Press ha rivolto al sostituto procuratore Gilbert Romero e che lui ha deliberatamente “schivato” sono le domande che vorrei che la Procura Italiana e l’ Interpool facessero ai loro colleghi statunitensi che mi hanno fatto sequestrare in Germania e mi hanno trasportato in catene di fronte ad una corte da Far West, dove mentire è di rigore e dove foto e testimoni non valgono a niente contro razzismo e pregiudizio.