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Per Londra è guerra, per Roma è pace

di redazionale - 28/02/2007



Solo pochi giorni fa, un po’ a sorpresa, Tony Blair aveva annunciato l’intenzione della Gran Bretagna, di disimpegnarsi quanto prima dallo scenario di guerra iracheno.
Una scelta certamente motivata dall’ormai vasta disapprovazione di quella guerra da parte dell’opinione pubblica del Regno Unito. Da parte di Blair, un tentativo, insomma, per cercare di recuperare qualche simpatia; ma sicuramente non c’è e non ci sarà mai una vera volontà di abbandonare Bush e gli Usa, nelle loro guerre imperialiste in mezzo mondo.
Blair ha insomma fatto il verso a Prodi. Anche il governo italiano, quello che aveva fatto campagna elettorale cavalcando le manifestazioni pacifiste, non ha pouto fare a meno di ritirare le truppe dall’Iraq (una decisione per altro già presa in tal senso anche dal governo precedente, quello di Berlusconi), ma poi ha rinforzato la presenza militare italiana in Afghanistan.
Esattamente la stessa cosa che ha fatto ora Tony Blair.
La Gran Bretagna ha infatti annunciato ufficialmente che manderà altri 1.400 soldati in Afghanistan, in aggiunta ai 6.300 già schierati in quel Paese. Il totale delle truppe di Sua Maestà presenti in Afghanistan sale così a 7.700 unità.
Il ministro della Difesa Des Browne, parlando alla Camera Bassa, ha tentato di giustificare la decisione di inviare rinforzi, con il fallimento dei tentativi di coinvolgere altre nazioni della Nato, a dare un contributo maggiore alla guerra in corso in Afghanistan contro i Talibani.
Così la Gran Bretagna ammette però che in Afghanistan è in corso una guerra, quella stessa guerra che il governo italiano invece nega, sostenendo che il nostro intervento è solo parte di una missione umanitaria.
Il nuovo contingente di soldati britannici sarà dispiegato nel sud, in particolare nella provincia di Helmand, dove i Talibani, secondo il ministro di Londra, rappresentano una grossa minaccia. In realtà gran parte del territorio afghano è oggi nelle mani della resistenza patriottica e delle forze di invasione, italiani compresi, che riescono a malapena a controllare la capitale ed alcune aree di particolare interesse strategico.
I britannici, sempre secondo le previsioni di Browne, ipotizzano che le loro truppe dovranno rimanere in Afghanistan almeno fino al 2009. I nostri Prodi e Parisi invece non ipotizzano, ma la nostra è una missione di pace e per questo forse se ne parla così poco.