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"Anime di atavici" e pelli di topo

di Miguel Martinez - 09/03/2007

 

A un certo punto, vanno fuori di testa.

Tutta l'Italia si ricorda di Cossiga; qualcuno segue anche le esilaranti vicende di Paolo Guzzanti - che ha sorpassato la prole per senso (involontario) di umorismo, da quando ha deciso di aprire un blog.

Poi c'è Geminello Alvi.

In realtà, di Geminello Alvi so poco: è un economista, scrive ed è un seguace di quel mite, polimorfo, geniale e delirante visionario che fu Rudolf Steiner [1].

So che, Geminello Alvi, assieme a un giovane di nome Filippo Pretolani, dirige qualcosa che si chiama l'Istituto Kaspar Hauser per gli Studi Economici, e una rivista che si chiama Surplus, pubblicata dal Gruppo Espresso-Repubblica.

Una volta provai a leggere un suo libro (di cui non ricordo nemmeno il titolo): ho un vago ricordo di un testo scintillante e un po' confuso. Comunque era ancora incomprensibile e quindi serio.

Adesso sembra che sia diventato comprensibile, anche se sempre confuso.

Leggo, ad esempio, che secondo Geminello Alvi, l'inquinamento sarebbe colpa 

«del ministro Pecoraro Scanio, dei comunisti e dei no global che approvano ogni volta le leggi per far venire più immigrati in Italia; e però si vorrebbero ecologisti. Per assecondare i loro terzomondismi peggiorano invece, incoerenti, il carico vitale, e inquinante, dell’Italia già pessimo». [2]

Poi leggo che definisce Rifondazione comunista “una forza del male puro" che “educa alla falsità generazioni di giovani sulla rivoluzione russa o su quel finto eroe di Che Guevara“.

Però, quando la gente va fuori di testa, anche se scende molto in basso, spesso comincia a dire cose vere.

Di fuffa sulle Vittime e i Vittimi dell'Afghanistan, ne sentiamo fin troppa.

Invece, Geminello Alvi dice le cose come stanno, a rischio di scandalizzare qualche buonista che in questi giorni sta votando dolorosamente a favore della spedizione afghana "così non torna Berlusconi".

A parte le imbecillità su "Luxuria che batte i piedi",  Alvi spiega correttamente la politica da applicare (e che viene applicata) per schiacciare gli afghani e portare a casa un buon bottino.

Ovviamente, ha ragione solo se lo scopo  è di schiacciare gli afghani e portare a casa un buon bottino, o almeno di farsi dare una pacca sulle spalle per avervi contributo, come nel caso del governo italiano.

Per chi ha scopi diversi, questo articolo spiega perfettamente perché è un sacrosanto diritto degli afghani resistere. Con ogni mezzo.

"Su Kabul lezione dalla storia

di Geminello Alvi - giovedì 08 marzo 2007, 07:00
Il ministro D’Alema dedica sguardi sufficienti al suo prossimo, che deve parergli ogni volta incapace di capire quanto lui invece comunque capirebbe. Anche riguardo ai casi afghani, quando col suo tono più saputo dice «sciocco strumentalizzare».

Ma intanto quel contorno di furbi e travestiti di ogni sorta ormai al governo, nonché comunisti falliti, si sgomenta e gli resiste. Ed eccoli i governativi più molesti con Luxuria battere i piedi, ormai in tormento isterico, mentre il povero Prodi si dispera, e D'Alema ammaestra alla pace una Nato già in guerra.

Predica tanto più ridicola, tra l'altro considerando i molti tagliagole con cui si ha a che fare in Afghanistan. Come se quelle anime di atavici, [3] aduse a scannarsi tra di loro appena non scannano bastanti russi, indiani o inglesi, fossero da trattare coi Pacs.

E dire che presso gli afghani gli italiani potrebbero vantare, dall'Ottocento, fama ben altrimenti utile, grazie al napoletano generale Paolo Avitabile. Il cui nome ancora pare sia usato dagli abitanti di Peshawar come minaccia per i bambini.

Nato il 25 ottobre del 1791 egli era stato artigliere di Murat; e alle miserie della sconfitta aveva cercato rimedi nei commerci.

Finiti male però, tra naufragi e pesti che lo decisero ad andare in Oriente. Là dove il re di Persia reclutava i reduci delle guerre napoleoniche. Rimase al suo servizio per sei anni: e riuscì a domare le tribù ribelli della frontiera. Ma per convincerli non usò metodi congeniali all'onorevole Luxuria. Adoprò piuttosto ecatombi e terrore. Gli guadagnarono di venir chiamato «eletto della Cristianità» dallo Scià, e insignito della decorazione della Corona e del Leone e del Sole.

Una fama di spietatezza lo precedette a Kabul e fin nel Punjab, dove il maharaja Ranjit Singh, riconobbe i suoi talenti sanguinari. Lo assunse, gli affidò l'artiglieria e una provincia. Prima di arrivare a Peshavar il nostro mandò avanti dei carri coi pali di legno che fece piantare davanti alla città, tra le risa di scherno degli abitanti. Ma nessuno rise allorché il giorno dopo vi pendevano impiccati cinquanta ribelli. A bugiardi e spie fece poi tagliare la lingua e quando arrivò un santone, che protestava, la tagliò pure a lui.

Il nostro malommo e generale era del resto di carattere tale che volle la sua guardia del corpo fatta dai parenti di afghani o khiberiti fatti squartare o impiccati per suo ordine.

Tuttavia proprio per questi suoi talenti piacque agli afghani, come del resto agli inglesi. Un loro tenente lo descrisse uomo robusto, e alto, piacevole, barba lunga, in splendida veste verde con lacci e i bottoni d'oro, e la sciabola di un principe.

Pare fosse ospitale per quant'era spietato. Inoltre salvò gli inglesi in ritirata da Kabul. Ma lo prese la nostalgia di godersi i frutti sanguinolenti delle sue ruberie. A Londra venne onorato con un solenne banchetto alla East India House. E finì rovinato dai buoni sentimenti: nel suo Paese, dove era tornato, avvelenato forse dall'amante della giovane moglie ch'aveva preferito agli harem. Ora non dico che Avitabile possa o debba imitarsi.

Ma il ricordarsene è auspicabile. Perché in quelle valli desolate ben poco è cambiato. E i talenti effeminati di questo governo sono non meno perniciosi. La sua viltà avrà l'esito di attirare gli attentati sui nostri alpini; intanto già ne è sortito un rapimento. "

Note:

[1] Il chiaroveggente Rudolf Steiner, ex-dirigente della società teosofica tedesca, che vantava un accesso diretto agli Archivi Akashici  in cui sarebbe registrata la totalità dell'esperienza del mondo, ha lasciato diversi segni nel mondo, ed è certamente uno dei pochi fondatori di simili movimenti che non sia mai stato accusato di scorrettezze, molestie o sfruttamento.

Se prendete un tram dal centro di Basilea, potete visitare un incredibile villaggio chiaamato il Goetheanum, dove anche le cabine della corrente seguono le strane (ma belle) linee ondulatorie scelte dal fondatore.
 
Rudolf Steiner si è occupato di mille cose diverse, e molti suoi seguaci sono seguaci settoriali, interessati a un unico aspetto del suo insegnamento: si pensi alla rete delle famose scuole Waldorf (600 in 32 paesi, con 120,000 studenti), o ai diffusissimi prodotti della Weleda.

[2] Nello stesso articolo, Geminello Alvi dice che i comunisti della Germania dell’est «distrussero le coltivazioni biologiche impiantate secondo i metodi di Rudolf Steiner», confondendo allegramente le "coltivazioni biologiche" con la biodinamica di Steiner, le cui regole sono derivate dalle visioni personali del chiaroveggente:

«Nel periodo in cui Venere  si trova nel segno dello Scorpione, ci procuriamo la pelle di questo topo e la bruciamo, prendendo accuratamente ciò che si sviluppa tramite la combustione, cioè quello che rimane – (...) In ciò che è stato distrutto dal fuoco, resta soltanto la forza negativa nei confronti della forza riproduttiva del topo di campagna. Se quindi la sostanza ricavata in questo modo (...) viene sparsa sul campo, se è stato passato per il fuoco nel modo giusto al momento della massima congiunzione di Venere e dello Scorpione, si otterrà il mezzo che terrà lontani i topi da quel campo.»

Una curiosità storica: le coltivazioni biodinamiche erano state diffuse da Walther Darré, ministro dell'agricoltura sotto Hitler, uno spirito comunque molto indipendente che passò gli ultimi anni della guerra agli arresti domiciliari.

In seguito, si dedicò esclusivamente alla biodinamica, peraltro senza sposare la filosofia di Steiner. Si consiglia la lettura del libro di Anna Bramwell, Ecologia e societa nella Germania nazista : Walther Darre e il partito dei verdi di Hitler - Reverdito - 1988.

[3] L'espressione, in bocca a un seguace delle complesse teorie di Steiner sulle reincarnazioni collettive (Steiner ad esempio sosteneva che gli statunitensi fossero la reincarnazione degli antichi egizi), non è casuale.