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Lo scettro di Massenzio (mostra)

di redazionale - 14/03/2007

Fonte: guide.supereva.com

 

UNICO SCETTRO DI UN IMPERATORE AD ESSERE GIUNTO INTEGRO SINO A NOI

 

Lo scettro di Massenzio ed altri reperti venuti alla luce di recente a Roma durante lavori di scavo in città, ha già ricevuto una degna sistemazione nel museo nazionale. La notizia di questa esposizione è fornita dal giornale Telegraph del 27 febbraio 2007, grazie alla presenza in loco del corrispondente Malcolm Moore sempre pronto ed attento ad informare il pubblico britannico particolarmente sensibile ed appassionato alla storia di Roma.

 

Sormontato da un globo blu che rappresenta la terra, lo scettro è stato scoperto alla fine dell'anno scorso e si ritiene che appartenesse all'imperatore Massenzio, che regnò solo sei anni sino al 312 d. C.

Massenzio - riporto direttamente dal testo originale - che era noto per i suoi vizi e per la sua incapacità, affogò nel Tevere combattendo le forze leali a suo cognato Costantino, nella battaglia presso il ponte Milvio. Gli archeologi suppongono che i sostenitori di Massenzio nascosero lo scettro durante o dopo la battaglia allo scopo di impedire che cadesse nelle mani dei nemici.

L'oggetto, simbolo del potere imperiale,  è stato trovato alla base del Palatino, accuratamente avvolto in un panno di seta e lino e collocato in una cassa di legno. Nelle sue vicinanze si trovavano altre casse contenenti due insegne imperiali e punte di lancia da cerimonia. La profondità del ritrovamento ha consentito agli archeologi di datare con precisione i reperti, facendoli risalire al regno di Massenzio.

 

Gli scettri, spesso lunghi 70 o 110 cm, erano bastoni di avorio sormontati da un globo o un'aquila e furono introdotti da Augusto come simbolo della potenza di Roma. Essi erano impugnati dagli imperatori durante le sfilate nelle carrozze per celebrare le vittorie militari. E' da sottolineare che, mentre gli imperatori spesso venivano rappresentati sulle monete o nei dipinti in atto di impugnare lo scettro, nessun esemplare originale era mai stato scoperto sino allo scorso anno, come ha dichiarato Angelo Bottini, il sovrintendente al dipartimento di archeologia di Roma. Da notare che l'impugnatura dello scettro è di Orichalcum, una leggendaria lega di ottone dorato che veniva forgiata nella antica città sommersa di Atlantide. Questi dettagli denotano chiaramente l'appartenenza dello scettro a Massenzio. La cosa più sorprendente - secondo il parere di Darius Arya, professore presso l'American Institute for Roman Culture - è che difficilmente si sono trovati in Roma oggetti del genere, simbolo di ricchezza, del tutto integri; di solito vengono ritrovati solo frammenti o pezzi.

 

N.B. Qualcuno ha fatto notare che il globo terrestre in cima allo scettro mal si concilia con le conoscenze geografiche dell'epoca, secondo le quali la terra era concepita come un disco piatto.

Opinione clamorosamente contraddetta dalle numerose affermazioni di vari autori latini fra cui Plinio il Vecchio, Cicerone, Macrobio ed altri. Cicerone, ad es., definisce la terra "globosa atque solida", cioè un pianeta rotondo costituito da materiale solido. La concezione della terra come una estensione piatta, per la precisione risale invece ai greci.