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Latte Nestlé contaminato

di Marzio Paolo Rotondò - 24/11/2005

Fonte: rinascita.info

 

Consumatori di latte, e soprattutto bambini, attenzione. Una maxi operazione del Corpo Forestale dello Stato sta avendo luogo in tutta Italia per ritirare dal commercio circa trenta milioni di litri di latte della amaramente celebre multinazionale svizzera Nestlé. Il motivo di questa operazione risiede nel fatto che la quasi totalità del latte della marca in questione in scadenza nel settembre 2006 è contaminato da una sostanza tossica e quindi pericolosa per la salute dei consumatori. Nelle ultime ore il sequestro si è esteso anche in altri Paesi europei fra i quali Francia e Spagna. È l’ennesima ombra che cala sulla potente multinazionale, numero uno nel settore alimentare.
I nomi commerciali dei prodotti in questione sono: Mio; Mio Cereali; Nidina 1 e Nidina 2. Prodotti per lo più destinati al consumo dei bambini.
Dopo che le analisi dell’agenzia per l’ambiente delle Marche Arpam hanno rilevato una sostanza tossica nelle confezioni tetrapak della Nesté, è scattata subito l’ordinanza di sequestro firmata dal procuratore della Repubblica di Ascoli Piceno, Franco Ponticelli.
La sostanza incriminata è la IsopropilThioXantone (ITX), una sostanza utilizzata “come fotoiniziatore di inchiostri nella fabbricazione di imballaggi”, secondo quanto riferito dalla multinazionale. Secondo gli esperti italiani, non è ancora ben noto se la sostanza possa creare un danno alla salute dei consumatori ma sicuramente la presenza di quest’ultima nelle confezioni di latte ha provocato l’alterazione del prodotto rendendo il latte avariato.
La scoperta del latte contaminato risale però al 27 ottobre scorso, a Comunanza nelle Marche, dopo una serie di controlli sui prodotti agroalimentari eseguiti dal comando provinciale del Corpo Forestale di Ascoli. Dopo l’allarme sono state monitorate anche numerose altre etichette. Il 7 novembre l’esito dei test ed il 9 sono scattati i primi sequestri. Solo da ieri la situazione ha preso ampiezza prima nazionale ed infine europea.
“La decisione di ritirare dal commercio i lotti segnalati dall’Autorità Sanitarie della Regione Marche è stata presa come misura di estrema cautela verso i consumatori anche se, in base alle stesse dichiarazioni del fornitore delle confezioni e ad un’analisi rigorosa effettuata sui dati disponibili, ottenuti anche da enti indipendenti, non si ritiene che la presenza di Itx rilevata nei prodotti analizzati costituisca un rischio per la salute”. È quanto si legge in una nota della Nestlé Italia in risposta al sequestro del loro prodotto.
“È incredibile che soggetti particolarmente indifesi come i bambini siano sottoposti a rischi tanto grandi su un prodotto così diffuso come il latte” ha affermato il ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno commentando il sequestro. “Oltre a proseguire i controlli, bisognerà accertare subito quali danni possa causare, se usato per un tempo prolungato, il composto chimico che ha contaminato il latte e intervenire con le cure appropriate. Il problema - sottolinea il Ministro - riguarda però anche il resto d’Europa, dove sono prodotte le confezioni a rischio e dove non sono ancora scattati i sequestri. Bisogna dunque agire in fretta anche a livello comunitario. In ogni caso - conclude Alemanno - l’imponente operazione che ha portato al sequestro di 30 milioni di litri di latte contaminato in tutta Italia”.
Arrivano anche le prime critiche più che condivisibili delle associazioni italiane del settore del latte. La Cia, la Confederazione italiana agricoltori accusa la Nesté dicendo che “appare incredibile che un prodotto che dalla stalla al biberon subisce aumenti anche di dodici volte non risponda ai requisiti di qualità e soprattutto di sicurezza alimentare”.
Effettivamente i prodotti Nestlé sono fra i più cari sul commercio. Per i consumatori di tutto il mondo, questo fattore viene scambiato come un elevato indice di sicurezza degli alimenti. Soprattutto per quei prodotti destinati al consumo dei più piccoli, questo è sicuramente l’atteggiamento di milioni di madri, che per premura ed affetto comprano per i loro bambini ciò che apparentemente il mercato offre di meglio. Ma i controlli, come dimostrano amaramente le vicende legate alla multinazionale svizzera del settore alimentare, più di una volta hanno lasciato desiderare, mettendo a repentaglio la vita di chi ha riposto fiducia nei loro prodotti.