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Se questo è un liberale: la Destra si "annette" Augusto Del Noce

di Marcello Veneziani - 27/03/2007

 

No, Augusto Del Noce non era un "liberale", come ripetono convegni e riviste di centro-destra a dieci anni dalla sua scomparsa, il 30 dicembre '89. Si vedano l'ultimo numero di IdeAzione e i convegni su Del Noce programmati a Milano e Bari.

Non possiamo piegare i percorsi del pensiero alle parole e le convenienze del presente. Può dirsi liberale un filosofo che ha criticato radicalmente la Modernità, l'Illuminismo, l'Occidente, l'America e la Borghesia e che ha amato la Tradizione, Platone, il Medioevo, de Maistre e Pasolini? Può dirsi liberale un filosofo che ritiene "l'occidentalismo un nemico del cristianesimo di maggior potenza del comunismo (e infatti è riuscito a cangiarlo)" e che critica l'atomismo sociale e l'individualismo? Del Noce identifica gli avversari del cattolicesimo "nella massoneria, nel liberalismo, nel socialismo" confluiti a suo dire nel "superpartito tecnocratico".

Del comunismo non critica l'aspetto antimoderno ma il progetto gramsciano di portare "l'illuminismo alle masse". E dissente dal pensiero liberale che critica il marxismo non in quanto ateismo ma in quanto religione. Nel liberismo, Del Noce respinge la "perversione permissivista" e la sua riduzione libertina. Salva un liberalismo "che non metta ai voti l'esistenza di Dio". Ma a Stuart Mill preferisce Donoso Cortes. E al Risorgimento liberale di Cattaneo preferisce il Risorgimento religioso di Gioberti. La sua critica al "perfettismo" non si accosta a Popper o a Hayek ma a Rosmini e Voegelin.


Anzi, in Il problema dell'ateismo Del Noce critica "il liberalismo perfettista", riferendosi non solo al socialismo liberale, ma anche al liberismo, che crede alla provvidenziale bontà della libertà economica. A suo dire va dissociato "il principio di libertà come valore della persona dal liberalismo economico". In Croce non ama il conservatore nostalgico dell'età liberale. E critica il suo liberalismo storicistico che lo configura come un "pretotalitario", prigioniero di Hegel. A Buttiglione, che vede Del Noce come "il filosofo di De Gasperi", ricordo un pensiero colto dal diario delnociano.

"De Gasperi obbedì al papa Benedetto Croce piuttosto che a Pio XII e il risultato fu quel che fu: la sua politica non poté che essere coinvolta nel fallimento della cultura crociana". Da qui l'egemonia marxista e azionista e la critica di Del Noce alla Dc, a cui pure fu vicino, per aver contribuito alla scristianizzazione. No, Del Noce non fu liberale, come non fu reazionario; fu un cattolico legato ai valori della Tradizione.