Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Hamza Piccardo e pensiero uni(vo)co

Hamza Piccardo e pensiero uni(vo)co

di Miguel Martinez - 29/03/2007

Alla conferenza di Chianciano, è intervenuto a titolo personale anche Hamza Piccardo, portavoce della segreteria dell'Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia (UCOII).

Ha raccontato, tra l'altro, della Francia.

Dove la prima generazione di musulmani ha lavorato a testa bassa, trasformando quel paese devastato dalla guerrra in una potenza economica; la seconda generazione ha iniziato a costruirsi qualche moschea; e la terza ha bruciato 36.000 automobili nel giro di qualche settimana.[1]

Un'esplosione resa inevitabile dalla ghettizzazione nelle "cités" francesi, dal culto della competitività per cui i primi a rimetterci sono necessariamente quelli che si trovano già in fondo alla scala, dalla rabbia per l'incessante demonizzazione mediatica.

In questa rivolta, giocano un ruolo fattori concreti - lo sfascio della scuola pubblica, le privatizzazioni, la nascita di quella forma di capitalismo primitivo ma efficace che si chiama gang - e fattori simbolici.

La dignità profondamente ferita dalla creazione di un apparato di stato speciale dal nome esplicito di «Pôles régionaux de lutte contre l'islam radical»,    dalla caccia agli impiegati barbuti negli aeroporti, dalle quotidiane offese di Sarkozy e dalla legittimazione del razzismo di Philippe de Villiers e di Alexandre Delvalle, dal divieto del hijab (di cui magari non gliene sarebbe importato nulla, se non vi avessero riconosciuto uno schiaffo in faccia a loro stessi), esplode con furia rumorosa e autolesionista: le macchine, in fondo, erano le loro.

Come evitare un simile spreco in futuro anche in Italia? [2]

Lottando contro la ghettizzazione, la competitività, le prevaricazioni di stato e dei media, per l'applicazione della Costituzione, contro il coinvolgimento nello "scontro di civiltà" e le guerre imperiali.

E quindi organizzandosi politicamente. Anche (ma non solo) con le risorse culturali e di solidarietà che può dare l'Islam.

E' un'analisi di buono senso, che condivido totalmente. So che tale pessimismo può urtare anche qualche antirazzista, che ritiene che il male siano solo i "pregiudizi dei leghisti" e non il meccanismo del capitalismo. 

Anzi, tra le persone che la pensano come me e Hamza, almeno sui rischi futuri, c'è anche l'onorevole Isabella Bertolini di Forza Italia.

Questa vicepresidente del Comitato Schengen è una specie di Maga Lisistrata  meno sfigata, che denuncia il "rischio bainlieu" [sic] anche in Italia.[3]

Eppure a scatenarsi contro Hamza Piccardo per queste riflessioni, è proprio lei, Isabella Bertolini, con un'interrogazione parlamentare sul suo discorso a Chianciano, in cui invita il ministro Amato a "indagare su quali pericolosi legami si stiano creando tra frange estremiste della sinistra antagonista e quelle organizzazioni, presenti nel nostro Paese, espressione dell'intolleranza e del fondamentalismo islamico".(Adnkronos 28-MAR-07 18:46).  [4]

In realtà, la Bertolini è arrivata sei ore dopo il solito Alfredo Mantovano, onorevole flambé,  che accusa Hamza Piccardo di ''Apologia della violenza e della devastazione'', un'apologia espressa nella conferenza di Chianciano che, a suo dire, sarebbe stata "organizzata dai Carc-Comitati d'appoggio alla resistenza per il comunismo". [5]

Come tutti i sedicenti liberali, Mantovano sostiene che bisogna "prendere provvedimenti" contro Hamza per aver raccontato la storia delle cités francesi:

''Non si ha notizia - spiega il senatore - di provvedimenti assunti nei confronti dell' autore di tali dichiarazioni, che peraltro rappresenta una delle piu' forti organizzazioni nella Consulta per l' Islam italiano al ministero dell' Interno. Ho dunque presentato - fa sapere - un' interrogazione al ministro dell' Interno per sapere se e quali provvedimenti intende assumere a tutela dell' ordine e della sicurezza pubblica nei confronti di chi ha svolto una tale apologia della violenza e della devastazione quali strumenti di affermazione politico-confessionale''. (ANSA NE 28-MAR-07 12:48).

Il musulmano immaginario, ai tempi della grande guerra dell'immaginario, può solo assumere una di due forme.

Da una parte, il barbuto diffidente, che prima di mettere la sveglia, controlla i hadith per vedere cosa dicono sull'ora solare, e che vive nel terrore dei servizi segreti del proprio paese d'origine.

Dall'altra, il Musulmano Buono, quello che rispecchia servilmente i dominanti. Abbiamo scoperto per caso una cosa incredibile: che esiste

una fabbrica intera di Musulmani Buoni in Italia, gestita dalla Angelo Costa srl, la principale concessionaria italiana della Western Union (si veda qui, qui, qui e qui).

Questa banda di dipendenti della Angelo Costa costituisce, poi, il nucleo dell'assurda "Consulta islamica" creata a suo tempo da Pisanu.

Uno dice, questa faccenda degli impiegati della Angelo Costa arruolati per rappresentare una religione è quantomeno bizzarra; eppure non attira alcun interesse giornalistico. Ce la teniamo noi sui blog, insomma.

Hamza Piccardo ha sempre cercato una terza via per l'Islam italiano: totale indipendenza dal mondo e dalla politica araba, superamento dei costumi arcaici spacciati per Islam, ma nessun cedimento sui temi della giustizia sociale e della pace, nessuna complicità con il potere.

Per questo, Hamza Piccardo subisce da anni attacchi feroci. E per questo, sto dalla sua parte.

Ogni parola che Hamza Piccardo pronuncia, ogni persona che frequenta, anche la sua vita privata - tutto viene monitorato incessantemente, nel tentativo di ridurre l'Islam italiano al giro della Angelo Costa o di un buffo circolo di massoni italiani. [6]

Allo stesso tempo, però, esiste una sana saggezza democristiana nel nostro paese.

Il ministro degli interni berlusconiano, Pisanu (come anche il giornalista Gad Lerner), aveva capito perfettamente che se si lascia la rappresentanza dell'Islam agli impiegati della Angelo Costa e a una buffa setta di massoni italiani, si resta con la Angelo Costa e una buffa setta di massoni italiani da una parte, e i musulmani reali dall'altra.


Note:

[1] Prima di immigrare in Francia, centinaia di migliaia di soldati della periferia imperiale erano state mandate come carne da cannone a morire in due guerre mondiali: si veda ad esempio il bel romanzo di Mahdi Charef, Le Harki de Meriem, una storia algerina, Jouvence Editore, Roma, 2004.

Durante la seconda guerra mondiale, i tedeschi hanno spesso massacrato i prigionieri neri, mentre i francesi a Camp Thiaroye hanno mitragliato i reduci senegalesi che chiedevano un trattamento pari a quello dei reduci bianchi.  

Lo stesso giorno in cui la Germania si arrese, i francesi iniziarono la lunga strage di Sétif, uccidendo qualcosa come 20.000 algerini.

Ottantamila morti è il bilancio approssimativo, invece, dei massacri compiuti dai francesi in Madagascar nel 1947.

Per avere un confronto con queste cifre, pare che i civili morti in Italia, durante tutta la seconda guerra mondiale, per bombardamenti alleati, rappresaglie o deportazioni naziste, siano stati 85.000.

[2] Certo, non riguarderà tutti i nipoti degli immigrati, basta fare molti soldi e alla svelta. Quando una prostituta negra allogena e tossicodipendente si chiama Naomi Campbell, le fiaccolate si fanno per accoglierla, non per cacciarla.

[3] Certo, le conclusioni della signora Bertolini sono più originali di quelle mie e di Hamza: sostanzialmente, dice lei, trattiamoli peggio e isoliamoli di più, così imparano a fare gli emarginati.

[4] Sarebbe interessante sapere quali legami si vengono a creare tra frange della Margherita e il Vaticano, ma dubito che ci sarà un'interpellanza in materia.

[6] Questo piccolo gruppo di capri espiatori era solo uno tra i tanti che hanno sostenuto il convegno. L'improbabile sogno dei CARC di ricostituire il Glorioso Partito comunista di Palmiro Togliatti attira l'attenzione perché il gruppo ha subito varie inchieste, che, per quanto approfondite, non sono approdate a nulla.

Il suo fondatore e leader, Giuseppe Maj, ha dedicato un lungo scritto polemico all'autore di questo blog, traboccante di linguaggio di legno, ma privo di insulti personali e complottismi.

[7] Il riferimento alla massoneria non è una critica, è una semplice constatazione.

Io non sono affatto di quelli che demonizzano la massoneria, dove si trovano anche persone di idee opposte a quelle della buffa setta in questione.