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Fascisti-anti-fascisti: la contesa delle immagini

di Francesco Mancinelli - 22/05/2009

Cosa sta succedendo nelle  giovani formazioni della sinistra radicale antagonista  ?

Manifestazioni di memoria collettiva e riti simili al  “presente!!!”  dei giovani dirimpettai delle  formazioni della destra radicale romana, nelle date degli anniversari di militanti caduti negli anni 70;  look fortemente  militarizzati ed aggressivi , cultura di strada , palestre ed arti marziali, stile di vita improntati alla militanza ed alla vita comunitaria, ricerca e recupero dell’egemonia nelle curve degli stadi, un ritorno al controllo patologico del territorio, insomma una immedesimazione ed un inseguimento quasi spasmodici dei fondamentali antropologici dell’estrema destra,   che  stanno rendendo oggi i sinistri radicali,  del tutto simili ai “concorrenti”  del neo-fascismo radicale metropolitano.  I compagni si stanno “fascistizzando” ? E guarda caso  proprio ora che i giovani radical-fascisti stavano meta-politicamente riscoprendo,  la loro originaria “Sinistra Tentazione” ? Cosa sta succedendo?

Per anni ed anni si è accusata la destra radicale e le formazioni neo-fasciste di inseguire la sinistra radicale  su alcune tematiche  e su alcuni immaginari di riferimento,  se non addirittura sugli stessi battaglieri e sgangherati look  (ad esempio l’uso delle Kefià palestinese).

I temi di politica giovanile tra gli anni 80 e 90,  come  l’autodeterminazione dei popoli, l’ecologia, le battaglie contro la carcerazione preventiva e l’art. 90;  l’infatuazione per tutte le varie guerriglie terzo-mondiste ed il modello bolivariano  (nelle figure del Che Guevara, di Peron,  di Sandino ed Eden Pastora)   hanno trovato  inaspettate convergenze e sovrapposizioni , per non parlare poi della guerriglia palestinese e  dell’Ira irlandese.

Non ultime le polemiche “indy-mediste” sulla  “copiatura” proposta dalle occupazioni non conformi, la costruzione dei centri e degli spazi sociali,   e sull’utilizzazione della  musica underground come veicolo e strumento di aggregazione sociale e costruzione dell’antagonismo di base.

Già la sotto-cultura sprigionata dalla deriva pre-politica skinheads, aveva sperimentato ( … e sta tuttora sperimentando ma in fase decisamente discendente)  questa interessante  e salutare contesa di  giovanile egemonia,  contrapponendo ovunque Sharp-Rash a Nationalist-skinheads ed Hammerskins , tanto che per i non addetti ai lavori è tuttora difficile distinguere le giovani leve della sinistra radicale skin,  che portano eroici elmi troiani  come simbolo di specifico e tribale riconoscimento,  dai colleghi di destra “scudettati” con martelli incrociati,  che richiamano il motto dei Pink Floyd dei primi anni 80.  Spesso le mitologie e gli stili fondanti si sovrappongono,  e quasi si annullano.

 

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La stessa logica di posizionamento (o meglio di sovra-posizionamento ) si sta realizzando nel look e negli immaginari che oggi  uniscono e contrappongono in termini radicali  le formazioni  Anarco-insurrezionaliste  e gli Autonomi nazionalisti,  in Germania, in  Spagna ed ora anche in Italia. . Okkio, perché non sono semplici giochetti di parole.  Basta vedere anche qui stemmi e scudetti con bandierine capovolte, metodologia di parata nelle manifestazioni non autorizzate, cortei , slogan, grafica, graffiti, siti internet, linguaggio, librerie e negozi di moda, parole d’ordine. Praticamente indistinguibili.

 

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Perfino nello schmittiano modello amico-nemico, si può parlare solo di una perfetta  ” concorrenza  nel posizionamento mediatico “ . Il nemico principale per entrambi è sempre lo stesso (quello borghese omologato ),  ed  anche il modello economico mondialista-capitalista da attaccare è sempre lo stesso.  Li differenzia pesantemente solo la questione dell’immigrazione. Almeno per ora , ma ad es. con un originalità tutta italiana di trovare tra i giovani quadri del blocco studentesco romani, anche ragazzi di colore.

Diciamolo chiaramente :  in realtà non esiste una grossa novità ;   se pensiamo che nello stralcio della guerra civile del 1943-1945 entrambe i contendenti ( i concorrenti ? ) si sono identificati nei modelli e nei personaggi mitologici del Risorgimento. Richiami alla Repubblica Romana come ultima frontiera di difesa, il riferimento a Mazzini, a Garibaldi ed alla sua impresa , a Pisacane, al modello dell’insurrezionalismo di base al  radicalismo sociale e nazionale. Ognuna della parti identificava l’altro come  “traditore della Patria” esaltando il concetto stesso di difesa della Patria “dallo straniero” .  Dire che i comunisti e gli azionisti della Resistenza furono meno legati ai temi  “patriotici” dei 400.000 giovani volontari della RSI significherebbe mentire.  Basta prender riferimento proprio i canzonieri del 1943-1945,  per rendersi conto di come fosse impossibile scindere l’immaginario di riferimento e la mitologia di fondazione della RSI da una parte e quello della Resistenza dall’altra.

L’unico  aneddoto vero,   è chiarirci su chi paradossalmente da allora,   ha fatto veramente “Resistenza” .

Ma tornando a queste strane rincorse di ri-posizionamento,  è certamente utile indagare il tentativo ( neanche tanto sottile )  da parte di certa sinistra radicale,  di egemonizzare (in senso militante) il  tema dell’Arditismo post-prima guerra mondiale , il ribellismo fiumano, il futurismo, fino a complete revisioni a 180° gradi  su  figure storiche del calibro di D’AnnunzioF. Corridoni,   e perfino sullo stesso  Marinetti (uno di quelli che più fascista non si può).

In particolare la sinistra radicale ha riscoperto ultimamente in chiave antifascista militante,  una nicchia storica  interessantissima e scientificamente non-conforme,  che si mise in rilievo nello scenario storico della guerra civile strisciante che va dal  1919 al 1922:   gli Arditi del Popolo (”Arditi,  non gendarmi”, recitava un noto slogan del ribelle futurista fiumano  Mario Carli!!!) .

Il 14 maggio si è svolto  addirittura presso l’università di Tor Vergata un convegno-dibattito e la presentazione del libro  sulla “Legione Romana degli Arditi del Popolo” per capire chi sono stati , ed il loro significato nell’attualità politica. Già il linguaggio usato da questi anti-fascisti,  lascia fortemente  perplessi: il termine Legione Romana degli Arditi del Popolo richiama un linguaggio poco consono alla tradizione anti-fascista classica;  se poi guardiamo il manifesto il disegno ed i colori che pubblicizzano  l’iniziativa (riportato sotto),   ci viene sinceramente da ridere !! Nessuno crederebbe che si tratta di giovani ragazzi anti-fascisti impegnati  in  una attività  anti-fascista!!!

 

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Eppure la storia degli Arditi del Popolo è di estremo di interesse storico per tre motivi tutti equamente fondamentali :

1) L’esperienza degli ” Arditi del Popolo”  nasce incredibilmente  da quello stesso crogiolo alchemico, da quello stesso fascio di forze irrazionali ,   che sprigionatosi dalle trincee della prima guerra mondiale, ha forgiato il concetto stesso di Avanguardia Rivoluzionaria e di Mobilitazione Totale in tutta Europa, influenzando pariteticamente Fascismo e Comunismo,  confondendosi in Italia con il  Futurismo prima,  con il  D’Annunzianesimo  ed  il Sansepolcrismo dopo,  ed in parallela e sottile concorrenza con lo stesso Movimento Fascista.

2) Gli arditi del Popolo furono una vera e propria organizzazione anti-fascista ,  formata per lo più da arditi, sindacalisti rivoluzionari  e anarco-repubblicani ,  che ha conteso in termini “fascisti  e non certo democratici”,   l’egemonia militare, propagandistica  e politica,   alle squadre di Balbo, di Farinacci, di Dumini ;   una esperienza speculare del tutto simile alle nascita ed alla crescita delle storiche avanguardie fasciste,  per metodo  rivoluzionario, per  struttura militare, per spavalderia e giovane arroganza, inni musicali ( esistono perfino delle versioni di “Giovinezza”  cantata dagli Arditi del Popolo)*.

3) Questa  esperienza è stata azzerata, sepolta  e dimenticata dalla  storiografia ortodossa del vetero-marxismo ortodosso,  gestita oculatamente dai partiti social-comunisti e dai loro centri studi , dalle loro fondazioni,   perché un fenomeno antropologicamente atipico,  complesso,  e quasi in contrapposizione,  con la “vision” metodologica della sinistra classica . Eppure possiamo dire che il valore storico degli Arditi del Popolo,  è da considerare  molto più fondante e realistico ( per numeri e partecipazione ) rispetto alla pomposa mitologia del periodo vincente dell’anti-fascismo storico (quello del 1943-1945),   arrivato come sappiamo ad esistere (più che “a resistere”) , solo grazie alla forza militare degli occupatori anglo-americani.

La vera ed unica resistenza anti-fascista  in Italia, che perse in modo onorevole e spartano,  fu  senz’altro quindi ,   quella fondata  dal mitico Argo Secondari (gli Arditi del Popolo nascono da una scissione dentro l’associazione degli ex-combattenti dei reparti speciali  d’assalto della prima guerra mondiale),  organizzazione che contese alle giovani generazioni dello squadrismo fascista,  intere città , le camere del lavoro,  attraverso furiosi combattimenti che lasciarono morti e caduti su entrambi i fronti ,   e che cercò anche di strappare alle avanguardie fasciste  l’egemonia sulla mitologia ” Ardita ” di riferimento ,  fino a far presa su un pezzo sebbene minoritario di giovani ed arditi ribelli nati nelle trincee della prima guerra mondale, battezzati nella mitica esperienza della libera Repubblica di Fiume;  giovani che combatterono ” arditamente e gagliardamente ” contro l’avvento del regime.

Ma quale è il senso di questa operazione di occupazione e/o sovrapposizione culturale su un immaginario da sempre considerato retaggio dei giovani fascisti ?

Sono messaggi di radicale rilancio e feroce contrapposizione e/o messaggi di occulto dialogo ?

Diciamo a tutti che siamo fuori tempo massimo per operazioni estremamente intelligenti ( per capirci  alla Togliatti ) sugli appelli  ai fratelli in camicia nera,  e/o  per scelte di   tattica politica come quella sull’amnistia del dopoguerra . Non credo che i sinistri radicali puntino a fare un “win back” sulla concorrenza nera metropolitana.

Ed allora cosa c’è sotto ?

Forse i punti di forza dell’ immaginario,  sprigionati negli ultimi 5-10 anni dalle giovani leve del neo-fascismo radicale metropolitano ( in particolare il fenomeno Casa Pound/ Zetazeroalfa)  ha fatto talmente  breccia e leva nei giovanissimi concorrenti della sinistra radicale, da costringerli a posizionarsi sullo stesso tema mitologico-comunicativo ?

Per cui, oggi, si  cerca di capovolgere un mito fondante,  in qualche modo “appropiandosene”,  ed utilizzandolo come forza egemonica,  come potente simbolo culturale contro coloro che lo hanno per primi ri-evocato? D’altra parte anche le formazioni nazional-rivoluzionarie della destra radicale negli anni 70  tentarono la stessa operazione in più di una occasione.

Ed in fin dei conti Gentile e Gramsci avevano individuato da allora la forza storica del simbolo,  ed erano figli guarda caso della stessa scuola hegeliana;  peccato, peccato, peccato veramente,  che agirono politicamente su  fronti contrapposti ( o concorrenti al medesimo disegno ? );  ma questo rispetto ai nostri tempi dice ben poco .

Infatti siamo in presenza di  un altro segno ben preciso:  la tanto decantata  post-modernità,  invocata da tutti a gran voce  ( una post-modernità fino ad ora troppo spesso acrticamente  post-ideologica, liquefatta, a-specifica, pacifica, addormentata,  non-violenta, debole… )  sta tardando ad arrivare e quasi quasi ha già annoiato;   ed è per questo (per quanto non possa piacere) che  c’è un ritorno inaspettato all’infinito 800-900 ed ai suoi mito-logemi.

 

 

*Eros Francangeli , Arditi del Popolo, Ed. Odrarek,  Roma 2000

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