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Esiste ancora la seduzione?

di Francesco Lamendola - 16/07/2010

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Esiste ancora quella cosa chiamata «seduzione»?
La risposta che viene subito alla mente, immediata, è un secco e inappellabile: «No, non più; forse un tempo, ma oggi no».
Ma che cosa vuol dire, esattamente, sedurre qualcuno?
Sia «seduttore» che «seduzione» derivano - rispettivamente come nome d’agente e come nome d’azione - dal latino «seducěre», che significa originariamente «condurre in disparte, sottrarre» o anche «dividere, separare». La seduzione è, dunque, un’operazione mediante la quale si conduce qualcuno in disparte, separandolo dagli altri e, implicitamente, legandolo a sé: lo si isola per controllarlo pienamente.
Per comprendere quanto l’etimologia della parola sia qualcosa di più di una semplice metafora, ma scaturisca dalla vera e propria realtà dei fatti, bisogna tener presente che ciascuno di noi possiede, e di conseguenza emana, una fitta rete di energie psichiche le quali, di per sé, non sono mai neutre, ma sono, necessariamente, o positive o negative.
Il seduttore, pertanto, è colui che, dotato di una rete energetica particolarmente intensa, ne è pienamente consapevole e la sfrutta a proprio vantaggio, per colpire ed attirare a sé le altre persone: In questo senso, la seduzione sessuale è solo un aspetto particolare, per quanto notevole, di un dato più generale: il seduttore attrae consapevolmente un po’ tutti coloro con i quali entra in contatto; fra di essi, poi, egli sceglie quali “prede” fare proprie.
Eccoci arrivati ad una scoperta interessante: l’energia liberata dal seduttore viene rivolta indiscriminatamente verso l’esterno e chiunque può subirne il fascino, indipendentemente dall’età, dal sesso, dalle convinzioni morali e così via; anche se poi, ovviamente, il seduttore sceglie, di volta in volta, su quale individuo focalizzare la propria attenzione. Potremmo quindi paragonare il seduttore a un pescatore che se ne vada a pesca con i candelotti di dinamite: per catturare un pesce, è dispostissimo a farne fuori alcune decine: questo non è un problema che lo riguardi o che susciti in lui qualche sorta di scrupolo.
Il minimo che si possa dire è che la seduzione è, da un lato, un immenso dispendio di energie vitali e, dall’altro, che esorbita, per sua natura, dalla sfera etica, in quanto colpisce alla cieca chiunque venga a trovarsi sulla strada del seduttore.
Attenzione: non tutte le persone dotate di alte frequenze energetiche sono delle seduttrici; per esserlo, bisogna che vi sia la consapevolezza di tale potere sul prossimo e, in secondo luogo, la ferma volontà di sfruttarlo al massimo grado, indifferenti alle conseguenze. Chi possiede un alto grado di potere attrattivo, ma ne fa un uso moderato oppure lo rivolge a dei fini disinteressati, ad esempio per aiutare il prossimo ad acquisire una maggiore consapevolezza di sé, non appartiene alla categoria dei seduttori, ma a quella delle persone affascinanti. Fascino e seduzione sono due cose ben diverse: il primo attrae, ma rispettando la personalità altrui e lasciandone impregiudicata la libertà del volere; la seconda mira deliberatamente ad assoggettare ed è, quindi, un esercizio (e, in genere, un abuso) di potere, né più né meno.
Di solito, il seduttore si giustifica - ammesso che ne senta il bisogno, per lo più allorché deve difendersi dai rimproveri delle sue vittime - affermando che la seduzione esiste perché esistono le persone desiderose di lasciarsi sedurre; il che ha certamente un fondamento di verità, ma è un argomento estremamente ipocrita, come lo è quello dei produttori televisivi i quali si difendono dall’accusa di produrre troppi programmi-spazzatura, dicendo che il pubblico, in fondo, è proprio quelli che vuole. Ipocrita, perché resta il fatto che l’esistenza di una domanda alienata non assolve dalle proprie responsabilità coloro i quali, con astuzia e con frode, sfruttano tale debolezza dell’animo umano per acquisire dei vantaggi personali, di qualsivoglia natura essi siano.
Potremmo riassumere quanto sopra, quindi, dicendo che la seduzione è l’arte di attrarre gli altri verso di sé, in maniera irresponsabile e abusando della loro debolezza, al fine di manipolarli e di sottometterli.
Che, poi, la maggior parte dei seduttori sessuali rifiuterebbero una tale definizione, mostrandosene anzi sdegnati e riparandosi dietro il comodo alibi dell’amore, non significa altro se non la loro incapacità di assumersi le proprie responsabilità e di chiamare le cose con il loro nome. Il seduttore abituale, quindi, è un vile e un ipocrita, oltre che un amorale.
Bisogna d’altra parte distinguere fra la seduzione come gioco e la seduzione come professione (per modo di dire, si capisce).
La seduzione come gioco è parte del più vasto gioco della vita; e, purché tutte le parti interessate siano consapevoli di stare giocando («homo ludens», direbbe Huizinga), in essa non vi è uso né abuso di potere; o, se vi è, ciò avviene in maniera piuttosto blanda e moralmente accettabile. Al tempo stesso, la seduzione come gioco richiede una carica di sensualità che fa parte del bagaglio innato di determinate  persone; chi non la possiede, non la può apprendere in nessun manuale di pronto uso.
Il problema, ovviamente, sorge quando si crede che anche la controparte stia giocando, mentre il gioco è da una parte sola: in questo caso, si tratta di un gioco sleale e destinato a finire male, forse in maniera addirittura tragica.
La seduzione come professione è tutta un’altra cosa e ad essa, propriamente, spetta la definizione che abbiamo dato sopra: ossia l’arte di attrarre gli altri verso di sé, in maniera irresponsabile e abusando della loro debolezza, al fine di manipolarli e di sottometterli. Se poi, dopo la manipolazione, lo scopo del seduttore non è quello di sottomettere l’altro in maniera prolungata, ma, al contrario, quello di gettarlo via come un peso divenuto inutile, ciò non ne attenua per nulla la responsabilità; anzi, rende il suo gioco ancora più cinico.
Ora, noi sappiamo benissimo, e lo vediamo tutti i giorni, che la società consumista e sprecona in cui viviamo non trova assolutamente nulla di male nella seduzione, anzi ne fa un simbolo di intraprendenza, vitalità e chissà cos’altro; e che essa incita continuamente, ma al solo scopo di vendere più efficacemente i propri prodotti ed i propri servizi, all’arte della seduzione, incominciando dai bambini (e dalle bambine) in tenerissima età, e proseguendo via via, fino  alle persone decisamente anziane: tutto questo fa parte della pornografia e della volgarità imperanti e del totale stravolgimento di valori, per cui viene esaltato come bello e degno di ammirazione ciò che è squallido e insulso, e viceversa.
Proprio in questo accecamento e in questo sovvertimento dei valori, tuttavia, consiste la Nemesi fatale della seduzione esasperata: perché, per tornare alla domanda che ci eravamo posti all’inizio, si ha l’impressione che mai come oggi la seduzione sia divenuta una merce talmente inflazionata, da distinguersi sempre più a fatica dalle sue più grossolane imitazioni.
Come abbiamo visto, il potere seduttivo è una forma speciale del potere energetico di cui sono dotate, in misura superiore alla norma, alcune personalità particolarmente spiccate: va da sé che una seduzione di massa, come quella che ci propone il concerto consumistico oggi dominante, è una contraddizione in termini, perché la vera seduzione è sempre -  come qualunque arte, del resto - un fatto eminentemente aristocratico. O si è dei seduttori, o si è degli uomini-massa: non esistono altre possibilità o forme di compromesso.
È penoso vedere tanti uomini e donne affannarsi a fare sfoggio di tecniche seduttive, quando dalla loro personalità non emana la benché minima vibrazione energetica; penoso e un tantino ripugnante, come sarebbe vedere un cadavere addobbato a festa. Tutta la messa in scena della seduzione - abiti, profumi, sguardi, movenze e tutto il resto - non fa che mettere ancor più in risalto, in maniera addirittura impietosa, l’inconsistenza e la vacuità del soggetto. E non c’è nulla di meno seduttivo, o, per meglio dire, di più deprimente, di un uomo o di una donna che si sforzano disperatamente di essere seduttivi, mentre sono soltanto goffi e volgari.
Per fare un esempio concreto, un’attrice come Virna Lisi sapeva essere seduttiva, ma in senso “alto” e raffinato, con un solo sguardo; mentre una cantante come Britney Spears non riesce ad essere seduttiva nemmeno spogliandosi nuda quasi fino al pube e dimenando il suo corpo nella maniera più oscena. Lo ripetiamo: la seduzione è un fatto aristocratico per eccellenza; solo pochi ne possiedono l’arte, in modo naturale e istintivo.
Ed ecco la contraddizione irrisolvibile in cui si dibatte la società consumista: perché in un mondo dove tutti vorrebbero essere seduttivi al massimo grado, non resta che alzare sempre più il livello della volgarità e della pornografia (più o meno come, in una città dal traffico disordinato, non resta che suonare il clacson sempre più forte, pur sapendo che non servirà a nulla): ma volgarità e pornografia non sono rafforzativi della seduzione, ne sono anzi l’esatto contrario.
Assistiamo, così, al mesto spettacolo di milioni di uomini e donne sempre più frustrati, sempre più nevrotici, che fanno di tutto per sedurre, ma non seducono proprio nessuno e ritornano, sconfitti e umiliati, alla propria solitudine (non importa quanto rumorosa: la vera solitudine è sempre e solo quella del cuore). E più si affannano per sedurre, meno ci riescono e più vengono ricacciati lontano dal ruolo che vorrebbero interpretare. Il fallimento è totale e la mancanza di autostima non fa che aggravare le conseguenze della loro mortificazione.
Si muovono in un circolo vizioso sempre più stretto, sempre più asfittico: e quanto più si agitano per uscirne, tanto più sprofondano in basso. Ogni nuovo insuccesso è una ferita che si aggiunge alla loro già scarsa stima di sé; finché, poco alla volta, finiscono per scivolare in uno stato di disperazione cronica, ossessionati dall’impossibilità di realizzarsi.
Naturalmente, il loro sbaglio clamoroso è proprio quello di pensare che esistano delle tecniche per essere seduttivi e così colmare il proprio vuoto interiore; mentre l’unica tecnica, se così vogliamo chiamarla, è quella di non averne alcuna, ma di colpire l’altro con la sovrabbondanza delle proprie energie psichiche.
La domanda ultima che bisognerebbe farsi, giunti a questo punto del ragionamento, è perché un così gran numero di persone senta il bisogno imperioso, compulsivo, di svolgere la parte dei seduttori o delle seduttrici infallibili.
Ricordando che «sedurre» vuol dire attrarre a sé, occorre notare che esistono due maniere di attrarre gli altri verso di noi: una si verifica spontaneamente, allorché gli altri colgono in noi un potere latente, una forza tranquilla ma irresistibile: ed è quello che, più sopra, abbiamo chiamato «fascino». La seconda maniera è del tutto studiata, artificiale, e nasce da una precisa volontà dell’uno di fare colpo sull’altro. Ora, se si possiede una personalità magnetica, gli altri sono attratti a noi perfino se noi stessi non lo desideriamo; ma, se non la si possiede, non esiste trucco o stratagemma che ci consenta di essere desiderabili.
Lo ripetiamo: la seduzione sessuale è parte di un complesso più vasto, così come le energie sessuali sono solo una parte delle energie psichiche di ciascun individuo. Chi possiede una naturale sovrabbondanza di energie positive, attrae a sé, anche - ma non solo - nella sfera sessuale; chi non la possiede, non attrae né sul piano sessuale, né su alcun altro piano.
È questo che non vogliono capire tutti coloro i quali inseguono il disperato miraggio di fare colpo sugli altri, per colmare un proprio vuoto interiore: solo chi ha fatto i conti con se stesso e ha raggiunto un certo grado di armonia interiore, può diventare interessante e affascinante; chi non si vuol bene perché, in fondo, si disprezza, non vi riuscirà mai, per quanto si affanni a provocare il prossimo in maniera quasi spasmodica.
La seduzione tornerà ad esistere nella nostra società, o è un frutto la cui stagione propizia è ormai passata per sempre?
Dipende da quale sarà l’orientamento culturale  spirituale dei prossimi anni e se esso continuerà a spingere gli individui a cercare il proprio centro fuori di sé, nell’approvazione e nell’ammirazione degli altri (magari per le ragioni più superficiali), oppure se essi incominceranno a costruire il proprio centro in se stessi.
Se vi riusciranno, finiranno anche per scoprire che il proprio centro interiore coincide con il centro del mondo e coincide, al tempo stesso, con l’Essere da cui tutti provengono e cui tutti sono chiamati a fare ritorno.
Allora diventeranno estremamente affascinanti: il che è assai meglio che essere soltanto seduttivi.