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La ricerca di sé e gli inganni dell’io

di Filippo Falzoni Gallerani - 26/04/2011


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    Se la luna, mentre completa il suo eterno viaggio intorno alla terra, ricevesse il dono dell’autocoscienza, sarebbe certamente convinta di stare viaggiando secondo la propria decisione lungo la sua strada con la forza di una decisione presa una volta per tutte. Allo stesso modo un Essere dotato d’intuizione superiore e una più perfetta intelligenza, che osservasse l’uomo e le sue azioni, sorriderebbe dell’illusione umana che lo spinge a credere di poter agire secondo il proprio libero arbitrio. (Albert Einstein)

    Tutti gli esseri animati e inanimati di cui è composto l’universo, che ha la forma di un cerchio ininterrotto, sono permeati dal Brahman che è al di là di questi. M’inchino a questa suprema realtà. OM (Skanda Purana)

    Il significato del termine religioso è: riunire tutte le proprie energie per comprendere la natura del pensiero, riconoscerne i limiti e andare oltre. (J. Krishnamurti)

Immaginate che l’oceano sia la vita, e che i singoli individui siano le onde. Allo stesso modo in cui l’uomo s’identifica con la personalità, la mente e il corpo come qualcosa di separato dalla vita e dal cosmo, immaginiamo che l’onda sia dotata di autocoscienza e percepisca se stessa come individualità separata dall’oceano. Percependosi come onda si rende conto della propria piccolezza rispetto all’immenso oceano e attraverso la riflessione sarà spinta prima o poi a confrontarsi con il problema della morte.

Lo spazio che la separa dalla costa finirà nel tempo, perché il suo moto tende inesorabilmente verso la riva che rappresenta la sua fine ineluttabile. Sa che un giorno andrà a sfracellarsi contro la scogliera, dopo di che sarà risucchiata dalla risacca che distruggerà la sua forma e la farà scomparire nell’ignoto, oppure si dovrà dissolvere in una morte prematura prima ancor di aver raggiunto la riva, per una bonaccia inaspettata.

Dal terrore del non essere, sono nate meravigliose fantasie compensatorie di vita eterna, di resurrezione e va sempre molto di moda la reincarnazione.

“Dato che in questa vita sono stata un’onda qualunque non ammirata da alcuno, nella prossima vita verranno a fare i surf su di me e finirò in televisione“, dice l’ondella frustrata.  Una dice: “Spero che le onde morte dall’aldilà m’inviino qualche messaggio che sia di guida al mio cammino”. Un’altra onda crede che se si sforzerà abbastanza a lungo nella pratica della meditazione potrà fermare i continui alti e bassi del suo vivere e forse persino raggiungere l’immortalità, congelata in un arco perfetto. L’onda narcisista spera solo che altri la ammirino, e nel suo scrosciare spumoso dopo un’impennata dovuta al Maestrale, si sente molto brava e crede forse di aver imparato la danza di Shiva (le magie dell’oceano Indiano).

Un’altra si preoccupa tutto il tempo che altre onde non la sovrastino e se qualcuna interferisce con il suo percorso, intralciando il suo fluire negli spazi sconfinati della superficie marina si arrabbia molto. Un’altra intuisce che la sua origine appartiene a qualcosa di più grande e immagina che se un giorno potrà conoscere il Creatore, diventerà l’onda altissima che ha sempre sognato essere, come quelle che in Oriente si dice raggiungano altezze vertiginose.

Queste onde meravigliose e antiche, a chi le interroga dicono che vanno così in alto senza alcuno sforzo, e son così grazie all’oceano (per grazia del Creatore) e non per merito loro. Onde giganti e armoniche che rinascono di anno in anno durante il monsone. L’onda meschina pensa: “quelli sono i maestri che dobbiamo imitare e si reincarnano di vita in vita solo per dare insegnamenti, loro non hanno attaccamenti e sono così umili da dire che non sono nessuno, che non fanno nulla“. Invero non hanno ascoltato né capito il messaggio sempre ripetuto che più o meno è sempre questo: “non sono io, ma il Padre mio che agisce in me, non sono diversa da voi perché non esiste nessun io, condividiamo la stessa natura, solo il mare esiste, la nostra è un’apparenza transitoria, la verità immutabile è il mare con il suo immutabile mutamento, arrenditi alla volontà del cielo, ecc.”. Ma nessuno comprende, anzi tutti continuano a tessere miti sui poteri miracolosi delle onde dell’oceano indiano.

Le onde meno narcisiste, rare di questi tempi, invece di farsi prendere dalla competizione con le loro simili, cercheranno di dirigere i loro sforzi alla ricerca dell’anima, a una serenità stabile che liberi dai continui alti e bassi della vita.

L’onda più matura intuisce la profondità dell’oceano, ma immagina, suggestionata dalle illusioni che popolano la superficie chiassosa delle acque inquinate da superstizioni e fantasie di onnipotenza, che quando avrà trovato la propria anima potrà diventare un’onda che ha un’alta cresta e nessuna valle, con un grande potere di controllare il destino e realizzare i desideri

Ogni sforzo di diventare un’onda più saggia ed equilibrata si dimostra frustrante perché le maree, i venti e i terremoti sono forze incontrollabili. Ed è chiaro, soprattutto, che un’onda che abbia una cresta e non una valle non esisterà mai.

Gli improvvisi uragani che la innalzano verso il cielo non dipendono dal numero di mantra che l’onda ha recitato durante il suo passaggio sulla superficie dell’Oceano Indiano, né le deprimenti bonacce sono punizioni per i suoi atti impuri.

Onde più intelligenti capiscono che la soluzione consiste nella riunione del loro ego individuale con il Sé (il mare), ma anche lo sforzo in questa direzione conduce inutili fatiche sino a che l’onda identifica il suo destino mortale con la vita. A questo punto alcune onde giungono a pensare che forse era meglio vivere come fanno quelle onde che non cercano alcuna liberazione, forse meglio vivere alla giornata, tanto che cos’è la vita? Non ha alcun senso, si muore e tutto finisce… arraffa quel che puoi, sottometti le onde più piccole e c’è sempre qualcuno più piccolo da dominare, goditela fin che puoi.

L’onda che ha preso una piega spirituale non può tornare indietro, sente che c’è in lei stessa qualcosa di più grande e intuisce profondità abissali. Dopo aver tentato a lungo e invano di trovare un proprio sè stabile, quando comprende che non ci può essere una cresta senza una valle, né alcun metodo efficace per tirarsi su nei momenti di bonaccia, libera da queste illusioni a un tratto ricorda come un’eco lontana che, tanto tempo prima, al momento del suo nascere, si sentiva oceano. Allora non aveva un io e una storia, la vita scorreva attimo per attimo, spontaneamente, ma poi questa sensazione è scomparsa nello sforzo di creare un personaggio secondo gli ideali delle onde che l’avevano generata e di quelle che la circondavano.

Il cammino spirituale che gli avevano suggerito i numerosi gruppi di onde New Age, consisteva nel mettere in pratica degli stratagemmi mentali per trovare l’amore e vincere la paura. Si diceva che onde sagge avevano tramandato queste conoscenze in secoli lontani, ma che la fonte originaria fosse il Creatore stesso e oggi finalmente queste informazioni erano state riscoperte da autori di bestseller.

Stratagemmi che purtroppo si mostravano, alla prova dei fatti, del tutto inefficaci e che, alla luce di un’analisi più profonda risultavano non essere stati ispirati da Dio (o dal mare), bensì essere solo una versione distorta delle intuizioni dei saggi, diffusa a livello planetario da onde molto spaventate dalla morte e dal confronto con la vita, ansiose di diventare sante (e senza valle). Erano certe che con questi metodi sarebbero state protette, evitato le bonacce, raggiunto l’illuminazione e che dopo la morte sarebbero rinate in mari felici.

Queste tradizioni erano state tramandate in una forma che ne stravolgeva il messaggio, da onde che offrivano all’io illusori sostegni per aiutarlo a sfuggire l’inconcepibile idea di non essere.

Le onde veramente sagge, che riconoscono di essere una cosa sola con il mare, non sentono il bisogno di cambiare nessuno e parlano poco, perché sanno che quando parlano vengono sempre fraintese. Se non lascia l’identificazione con l’io separato, l’onda non può che interpretare ogni cosa da una prospettiva illusoria che distorce anche le più profonde verità.

L’onda, (l’uomo) non vuole veder morire l’illusione dell’io, seppure sia questa l’unica via alla vita eterna. Aborrisce la trascendenza di sé che pretende di cercare, vorrebbe liberarsi dalle colpe e dai peccati, ma non dai meriti. Non vuol rinunciare alle proiezioni illusorie che hanno costruito il teatro samsarico della vita; quindi persiste nel conflitto che nasce dal compito impossibile di diventare ciò che non si è, vittima d’insaziabili desideri di automiglioramento.

Un bel giorno l’onda riflettendo sull’inutilità di ogni sforzo si arrende e accetta di essere com’è. “Sia come il mare vuole,” “Sia fatta la tua volontà”, “OM Namah Shivay”, queste frasi diventano improvvisamente un’azione interiore e non soltanto uno slogan da ripetere rimanendo ben saldi nel senso di separazione. Di colpo con infinito sollievo scopre che da sempre non c’era mai stata alcuna separazione tra sé e il mare e che quest’unione non implica smettere di essere contemporaneamente un’onda. Riconosce che, se si abbandona alla Vita, la sua vita andrà comunque come deve. Ciò che accade è inevitabile. Una lucidità mentale prima sconosciuta svela l’inganno dell’io e pone fine al dualismo, io-mondo, micro e macro, alto e basso, bene e male, che ora coesistono nell’interdipendenza e non nella contrapposizione. Ecco finalmente la liberazione.

Invero non è cambiato nulla. La cresta e la valle ci sono come prima, né questa consapevolezza innalza la statura dell’onda. E’ solo la fine del conflitto interiore. Senza alcuno sforzo si è dissolto il problema del divenire, della morte e del tempo. Eterno movimento delle onde, eterni abissi silenziosi e immobili. Misteriose creature abitano in noi e delfini giocano sulle nostre spalle. Tutto è Uno. La vacuità di cui parla il Buddha, il Brahman degli Hindù, lo Spirito Santo dei cristiani, l’impensabile vuoto quanto-meccanico dei fisici, che il pensiero e la fantasia non possono neppure sfiorare, permea la realtà apparente.

Il piccolo io si identifica con l’onda, il grande io con il mare, quando l’io scompare, scompare sia l’onda sia l’oceano. Ciò che rimane è lo stato naturale, prima di cadere nel sogno del pensiero da cui deriva l’illusione dello spazio e del tempo..

    Quando si hanno solo sensazioni, percezioni e impulsi, il mondo è arcaico. Quando aggiungi la capacità di formare immagini e simboli, il mondo appare magico. Quando aggiungi concetti regole e ruoli il mondo diventa mitico. Quando emergono capacità riflessive formali, il mondo appare razionale. Con il pensiero sintetico integrato si vede il mondo esistenziale. Quando il sottile emerge, il mondo diventa divino. Quando emerge il causale l’io diventa divino. Quando emerge il non duale, il mondo e l’io sono realizzati come lo Spirito uno.(Ken Wilber)

    Lo scopo principale della psicoterapia non è quello di portare il paziente a un impossibile stato di felicità, bensì di insegnargli a raggiungere stabilità e pazienza filosofica nel sopportare il dolore. Il compimento e la pienezza della vita richiedono equilibrio tra gioia e dolore. Spesso dietro la nevrosi si nasconde tutto il dolore naturale e necessario che non siamo disposti a tollerare. (C.G. Jung)

    La coscienza in te e la coscienza in me, apparentemente due, sono in realtà una sola, cercano l’unità e questo è amore. Il tuo maestro supremo è il tuo “sé”. Il maestro esteriore è solo una pietra miliare. E’ solo il tuo maestro interiore che ti accompagnerà alla meta, perché egli stesso è la meta. (Nisargadatta Maharaj)

    Il modo in cui noi umani siamo,
    è una casa per gli ospiti.
    Ogni mattino un nuovo arrivo.

    Una gioia, una depressione, una cattiveria,
    una momentanea consapevolezza
    viene come un ospite inatteso.

    Dai loro il benvenuto, ed intrattienili tutti.
    Anche se sono una folla di dolori
    che violentemente spazzano via
    tutti i mobili della tua casa.

    Tratta ugualmente ogni ospite con onore.
    Forse ti sta ripulendo per prepararti
    a qualche nuova delizia.

    Il pensiero oscuro, la vergogna, la malizia.
    Incontrali sulla porta ridendo
    ed invitali a entrare.

    Sii grato a chiunque venga
    perché ciascun ospite ti è stato mandato
    come guida dall’al di là. (Rumi)