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Iraq: è iniziato il primo processo contro Bush e Blair

di Luca Bellusci - 05/12/2011

Fonte: osservatorioiraq


La notizia è stata ripresa solo dall’americana CBS, ma il primo processo per crimini di guerra contro Bush e Blair potrebbe fare luce sulla guerra in Iraq del 2003, individuandone cause e responsabilità.  

 

 

 

 


 

È terminato lo scorso 22 novembre a Kuala Lumpur in Malesia, il primo processo intentato dalla Kuala Lumpur Foundation to criminalise war (KLFCW), organizzazione non governativa nata nel 2007 e che si occupa di crimini di guerra attraverso l’interpretazione del diritto internazionale.

Sul banco degli imputati: l’ex presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, e l’ex premier britannico Tony Blair.

I due sono accusati dalla Commissione del KLFCW di "crimini contro la pace in Iraq e crimini di guerra e torture", in quanto l'occupazione dell'Iraq ha violato le disposizioni della Carta delle Nazioni Unite, della Convenzione di Ginevra (1949) e della Convenzione contro le torture (1984).

La KLFCW ha condotto indagini per due anni, dal 2009 al 2011, analizzando anche tutte le risoluzioni riguardanti il paese mediorientale.

Secondo il parere della Corte, l’intervento militare del 2003 non ha infatti alcuna base giuridica, e nello specifico sono state prese in considerazione le risoluzioni 678, 687 e 1441, con le quali è stata giustificata l’occupazione irachena e il “cambio di regime” di Saddam Hussein.

La prima sentenza del Tribunale di Kuala Lampur ricorda inoltre come la 'dottrina del cambiamento di regime' e la 'dottrina dell'intervento umanitario' restino pratiche illegali, come dichiarato dalla Corte internazionale di giustizia nel caso Nicaragua e Stati Uniti del 1986 (Contras case).

Gli Stati Uniti approvarono l’Iraq Liberation Act nel 1998, durante la presidenza Clinton, e attraverso questo decreto riconobbero come obiettivo primario il cambio di regime in Iraq.

Questa strategia fu portata avanti anche dall’amministrazione Bush che, dopo il drammatico attentato dell’11 settembre 2001, ordinò al segretario alla Difesa Donald Rumsfeld di esaminare i piani di guerra per un’invasione dell’Iraq.

Gli Stati Uniti approvando l’Iraq Liberation Act sono andati quindi contro la decisione della Corte Internazionale di Giustizia.

Inoltre, il Tribunale di Kuala Lumpur afferma come ci siano prove di una presunta “guerra segreta” in Iraq, portata avanti dagli Usa e dalla Gran Bretagna dal 2002 al 2003, con l’obiettivo di annientare la difesa aerea irachena attraverso 21.736 interventi aerei e con l’utilizzo di circa 253.000 libbre di bombe.

Questo elemento dimostrerebbe l’intenzionalità di attaccare l’Iraq ben prima delle rivelazioni sulle armi di distruzione di massa, mai trovate.

Intanto, continuano i lavori della Commissione inglese istituita nel 2009 da Gordon Brown per far luce sulle dinamiche che portarono all’intervento militare in Iraq. Secondo le ultime rivelazioni, ci sarebbero infatti prove della volontà di realizzare un “cambio di regime” volontario.

A quest'ultima, lo scorso 22 novembre si è aggiunta anche l'autorizzazione della Corte d'appello di Londra, che ha accettato la richiesta di dar vita a una commissione indipendente che segua le indagini relative alla battaglia legale di 128 civili iracheni che hanno denunciato presunte torture nelle carceri ad opera dei soldati britannici in Iraq.

Il Tribunale di Kuala Lampur fisserà nelle prossime settimane la seconda udienza, quella relativa all’accusa di crimini di guerra e torture nei confronti della popolazione civile irachena.

In questo secondo appuntamento, oltre a Bush e Balir saranno imputati diversi membri dello staff governativo dell'ex presidente: Donald Rumsfeld, Dick Cheney, Alberto Gonzales, David Addington, William Haynes, Jay Bybee e John Yoo.

La sentenza del Tribunale malese non è vincolante, ma potrà essere portata dinnanzi alla Corte Internazionale di Giustizia.

Inoltre, se saranno accertate le accuse, si procederà con la richiesta d’inserimento degli imputati nel Registro Internazionale dei criminali di guerra.