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Red Pill

di Antonio Terrenzio - 25/05/2025

Red Pill

Fonte: Antonio Terrenzio

Se dovessimo dare una definizione della Red Pill, potremmo definirla: prassiologia delle dinamiche intersessuali. Non un semplice movimento di opinione, nemmeno una disciplina codificata o riconosciuta in ambito accademico, la Red Pill poggia i suoi assunti su discipline scientifiche come Sociologia, Scienze Politiche, Psicologia Evolutiva, Antropologia, Biologia, Endocrinologia. Tale movimento si è diffuso rapidamente in America con propaggini anche in Italia ed i suoi adepti sono stati bollati dalla propaganda liberal e politicamente corretta come misogini ed odiatori del genere femminile.
Ma è veramente così? Essa nasce come risposta ai deliri eccentrici del femminismo ma non corrisponde ad un suo alter ego. La Red Pill attraverso vari esponenti del mondo di internet ha avuto il merito di mettere il dito della piaga all'interno delle ipocrisie del mondo femminista e delle fandonie da esso diffuse. Chi https://ildetonatore.it/28450-2/?fbclid=IwY2xjawKbue1leHRuA2FlbQIxMQABHsV2WzQOlV3cu2PPFvKKq14sG2cFnFyqqACWmR9oY_GuSWVs7aFtdH-DH_6W_aem_sdyzhLHomkIJ-z4qBqG44Q cerca di farne una caricatura di maschi tossici che vogliono negare le libertà acquisite dall'emancipazione della donna, non si distanzia dal mondo femminsta che pur di non affrontare nel merito le questioni sollevate dalla Red Pill, preferisce gridare al lupo al lupo, di maschi vulnerabili incapaci di affrontare il rifiuto e riversare il proprio odio sull'intero gentil sesso.
Le cose sono un pò più complicate di come le si vuole banalizzare e la crisi dell'identità maschile è solo il punto di partenza di una rivoluzione che, per restringere l'arco temporale, parte dalla Sex Revolution degli anni 70 ed arriva fino alla rivoluzione dei social network, delle dating app.
L'emancipazione lavorativa e sessuale ha portato la maggioranza delle donne attuali a non accettare l'uomo medio, a vederlo sostanzialmente come "broken" or "loser". Partire da qualche dato statistico può aiutare a comprendere quello che molti "boomer" fanno fatica a capire perché hanno vissuto in un epoca in cui quel processo di individualizzazione di massa non era ancora palpabile in tutta la sua evidenza. Si stima che entro il 2035 quasi il 50% delle donne sarà single e childless (senza figli). Il dato che riguarda l'emisfero maschile è ancor più sconfortante, con il oltre 60% degli uomini fino ai trent'anni single e senza figli. Dati che hanno una ricaduta diretta sul collasso demografico e sociale delle nostre società. L'ingresso delle donne nel mondo del lavoro, dicevamo, ha spostato più in alto il livello di aspettative di queste e ultime, le quali per fattori di psicologia evolutiva e culturali, sono portare a legarsi a uomini con uno status sociale maggiore. La stragrande maggioranza degli uomini ha spesso uno stipendio (quando ce l'ha) medio, e la maggioranza dei divorzi sono richiesti dalle donne. La statistica parte dall'80%, e sale addirittura al 90% per quanto riguarda donne con un titolo di studio. Per tacere delle conseguenze legali, dove nel 95% dei casi, è l'uomo a rimetterci: casa, mantenimento e figli.
L'esplosione delle dating app e di social come Instagram hanno rappresentato un punto di non ritorno nella modalità degli incontri. Oggi il 50% degli incontri avviene tramite app come Tinder, Bumble e Hinge. La globalizzazione ha investito anche le dinamiche di coppia. Se prima ci si conosceva all'interno della propria scuola o gruppo di amici, l'esposizione sui social ha dato praticamente possibilità infinite di potenziali partner. Ad essere svantaggiati in questa competizione sono soprattutto i maschi di non particolare bellezza. Una ricerca ha dimostrato che le donne ritengono l'80% degli uomini, brutti. Il risultato è che il 20% degli uomini è inseguito dell'80% donne. La deregulation del sesso ha portato all'esatto contrario, come in qualsiasi regime di monopolio capitalistico. Tale forbice statistica porta la maggioranza degli uomini in uno stato di depressione ed assenza di motivazioni. L'uomo ha come obiettivo riprodursi, fare una famiglia ed avere dei progetti. Se gli si toglie questo, si sente praticamente inutile per se stesso e per il prossimo.
Quella che attraversano le generazioni dai trenta ai cinquant'anni, è molto più che una crisi d'identità, di uno smarrimento di un codice maschile. L' attuale società dominata dalla subcultura femminista, vedente l'uomo come responsabile di ogni malefatta, chiusa nel proprio narcisismo autoreferenziale, non si rende conto dello stato psicologico della stragrande maggioranza degli uomini. Per decenni ci è stato raccontato che sopravvivere per le donne era molto più difficile che per gli uomini. Una falsa narrazione ripetuta in continuazione, dova alla richiesta di maggiori diritti, corrispondeva una maggiore sessualizzazione del proprio corpo, diventata oggi unica vera arma di emancipazione.
In tale situazione è facile che la donna possa diventare un capro espiatorio, genesi dello stato malessere di tutti quegli uomini che non possono accedere al sesso e meno che mai ad una relazione. Se le generazioni post-sessantotto hanno vissuto il trauma del divorzio, le generazioni attuali, sperimentano un celibato involontario, gli "Incel". Quest'ultimi spesso arrivano vergini sino ai 30 anni e per loro avere una famiglia è praticamente una chimera. E giungiamo al paradosso del "capitalismo delle relazioni", dove ha dettare le regole del gioco, è il top 1% di quegli uomini che hanno tutto: status, bellezza ed ovviamente soldi. L'emancipazione femminile ha finito col tagliare il ramo sul quale era seduta, finendo per rinforzare il tanto odiato dominio patriarcale.
A prima vista potrebbe sembrare la scoperta dell'uovo di Colombo: tutte le donne hanno sempre aspirato agli uomini più in alto nella scala sociale e geneticamente più prestanti. La sociologia evolutiva e la biologia sono validi strumenti di osservazione per quel che riguarda il mondo animale e che viene replicato nel mondo degli uomini. Ma nella società odierne, la liberazione degli istinti come il desiderio di potere, il sesso e denaro, ci hanno proiettato in una specie di primitivismo post-moderno, dove a dominare ed accedere al piacere sono coloro che si trovano nei gradini più alti della piramide sociale. Altra scomodo verità evidenziata dalla Red Pill, è che se gli uomini si sono demascolinizzati, la donna moderna è finita per diventare l'uomo che desideravano avere. L'ulteriore paradosso nel "normale caos dell'amore", per citare un libro del sociologo Ulrich Beck, è che molte donne rimangano vittime della propria ipergamia. Avendo scelto la carriera nei 20, quando arrivano oltre i 30 anni e sentono l'urgenza di "sistemarsi", non trovano il loro uomo ideale perché aspirando al top di essi, quest'ultimi hanno un harem e se decidono si metter su famiglia, lo fanno con donne più giovani e più fertili. La  donna "media" moderna preferisce condividere un uomo di valore con altre donne, che chiudersi in una relazione con un uomo "medio". La ragione dell'odierna epidemia di "singletudine" che accomuna entrambi, è essenzialmente descritta in questa equazione.
La via di uscita a questo caos che dalla Rivoluzione sessuale è arrivata fino ai giorni nostri non si vede all'orizzonte. Uno sguardo alla società dominata dallo spettacolo, dall'esperienza per l'esperienza, e dall'erotismo esasperato, non ci mostra come questa baraonda infernale vissuta nell'Occidente liberalizzato nell'anima, tale processo possa invertirsi. Detto in parole semplici, le donne continueranno ad inseguire il top degli uomini nella scala sociale, e non c'è modo che accettino di abbassare i loro standard o di scegliere la monogamia e la famiglia quando hanno l'età per farlo se non hanno alle soglie dei 40, quando la possibilità di avere figli si approssimano allo zero. Uomini e donne quindi escono entrambi perdenti nella società del "capitalismo cognitivo", che da l'illusione della libertà di scelta quando all'atto pratico, irrigidimenta più di qualisiasi dittatura islamica o comunista.
La Red Pill offre delle strategie di adattamento nelle relazioni per uomini ma anche le per donne. Non dice assolutamente di privare la libertà sessuale delle donne, o di importare le leggi del Corano, ma di richiamarle alla responsabilità delle proprie scelte. Agli uomini di reagire, recuperando autostima, andando in palestra, stando all'aria aperta, fare attività con altri uomini e non abbandonarsi ad una "quieta disperazione", porsi degli obiettivi; e nei rapporti con le donne, assumere l'atteggiamento più appropriato, riconoscendo gli aspetti ingannatrici della psiche della donna moderna, comiciando nel discernere quello che dicono da come operano, evitando di commentare sbagli che possono condizionare in negativo una intera esistenza.