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L'Europa barcolla tra l'ansia e l'angoscia

di Pepe Escobar - 03/02/2015

Fonte: Comedonchisciotte

   
 

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L’Europa, che dovrebbe essere rappresentata dall’UE, sta combattendo una guerra su due fronti che potrebbe distruggerla oltremodo – contro la Grecia all’interno dei propri confini e contro la Russia in Ucraina.

Una mostra a Roma non potrebbe – inavvertitamente – essere migliore icona di questo zetigeist: “L’età dell’angoscia – Da Commodo a Diocleziano”. Gli imperatori romani si potrebbero a malapena immaginare che le cose possano andare peggio sotto l’egida dell’UE.




Il fastidiosamente teso faccia a faccia tra il capo dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem e il nuovo Ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis ha preparato il campo di battaglia: l’US non accetterà una Grecia “unilaterale” e la Grecia non accetterà un’estensione del bailout o i diktat della troika (UE, BCE, FMI).

La leggenda ha già preso il sopravvento, dopo che Varoufakis aveva mantenuto fermamente la sua posizione “no troika” – ovvero basta terrorismo economico – alla fine della conferenza stampa ad Atene, Dijsselbloem gli ha sussurrato qualcosa all’orecchio che i leader greci hanno interpretato con un “Ho in mente pene medievali per il tuo culo” stile Pulp Fiction.

Per cui ora tutto ruota attorno ad Atene contro i Padroni dell’Universo (la sezione europea). Osservatori indipendenti sarebbero tentati di vederci un Perseo postmoderno che cerca di sgozzare la Medusa-UE – un mostro così orrendo che nessun essere vivente può osservarlo senza essere tramutato in pietra.

La troika fa la parte della Medusa. Medusa regina Merkel e i suoi galoppini – come il Ministro delle Finanze Wolfgang Schauble (“non ci faremo ricattare”), più i soliti ufficiali senza volto che solitamente usano metafore omeriche come “abbarbicati all’albero del confronto” – stanno accrescendo la pressione non riducendo il debito. Dopo il faccia a faccia, spetterebbe all’incubo burocratico della Commissione Europea venirsene fuori con un’alternativa possibile per la riscrittura del debito greco.

Syriza dice che vuole restare nell’Eurozona, ma si rifiuta di ripagare lo schiacciante debito della Grecia attraverso misure di austerità. Per cui la palla è destinata a restare nel campo di Bruxelles – anche se Dijsselbloem dice il contrario. La pressione della troika sarà pressochè insostenibile, per convincere Atene ad “onorare” il suo debito – o ad accettare altre soluzioni. In termini pratici, si parla di un processo incredibilmente complesso di ristrutturazione del debito, o più fondi europei per Atene, o entrambi.

La mossa di Perseo non prevede di sgozzare la Medusa mentre dorme (i Padroni dell’Universo non dormono mai), si tratterebbe di un default unilaterale su gran parte del debito. Se la diplomazia fallisce, Bruxelles dovrà imporre sanzioni (sono bravi in questo, guardate Iran e Russia) ed infine buttar la Grecia fuori dall’Euro – l’opzione nucleare che gli eurocrati temono più della Morte Nera. Al momento il Ministro dell’Economia tedesco Sigmar Gabriel sta bluffando, dicendo al Primo Ministro greco Tsipras che l’Eurozona può sopravvivere senza la Grecia (“Non ci dovremo mai più preoccupare come avevamo fatto allora”).

Se tuttavia Bruxelles ammettesse un default de facto, anche parziale, la conseguenza sarebbe che Spagna, Portogallo, Irlanda e le altre zone sofferenti inizierebbero a gridare “Vogliamo lo stesso trattamento”.

La Medusa si sta scatenando e la violenza degli attacchi della miriade di serpenti della troika sarà titanica. Il prossimo confronto cruciale sarà un summit a Bruxelles tra i leader dell’UE il 12 febbraio. Tsipras farà meglio a lucidare lancia e scudo alla perfezione.

Meglio chiamare Vlad

C’è un altro attore in questo remix dell’Età dell’angoscia: la Russia.
Mosca potrebbe sicuramente pagare la cauzione per Atene, situazione di cui si è già parlato. Per cui le dichiarazioni delle corporate occidentali circa il supporto della Grecia all’estensione delle sanzioni alla Russia di questa settimana sono senza senso.

Ecco i retroscena base, direttamente da Varoufakis, ecco la prova che la Grecia non è stata nemmeno consultata. Un altro chiodo nella sfarzosa cassa da morto che rappresenta il mito delle pratiche “democratiche” dell’UE.
Non vi aspettate che i gracili burattini dell’UE facciano la parte dei “leader” – gente che prende il proprio prestigio dall’essere un vassallo dello smemorato Impero del Caos – per riesumare qualsiasi tipo di memoria storica. Passiamo all’Ucraina.

L’Ucraina è stata parte della Russia per tre secoli – più di quanto il Texas e la California siano stati parte degli USA. Il fatto che la Russia abbia abbandonato l’Ucraina in seguito al crollo dell’URSS non basta come precedente storico per giustificare il colpo di stato di Maidan, miliardi di dollari per finanziare la sovversione interna e il conseguente saccheggio dell’Ucraina da parte delle multinazionali statunitensi, della Germania e della City di Londra. Per non menzionare che tutta la saga è principalmente – e così rimarrà – una questione di espansione della NATO.

Provate ad immaginare Washington che tollera i missili nucleari russi lungo le proprie linee di difesa strategiche – i confini con Canada e Messico. L’Impero del Caos scatenerebbe un’invasione senza batter ciglio. L’Ucraina era – e rimane – una linea rossa per la Russia. Washington e Bruxelles l’hanno sempre saputo.

Mosca, lenta ma risoluta, inizia a contrattaccare la guerra finanziaria/economica iniziata dai Padroni dell’Universo. Mosca ha infine – e con estrema sofferenza – capito che i veri Padroni sono quelli che controllano il credito delle banche centrali. Il dogma che il funzionamento delle banche centrali è un meccanismo indipendente è pura fantasia, risponde a gruppi di banche private.

In parallelo, sulla scacchiera militare, la situazione si fa pesante. Mosca potrebbe vendere il sistema missilistico S-300 a Damasco e Teheran.

Per di più, il capo delle Forze Armate Russe il generale Valery Grasimov ha detto ufficialmente che Mosca risponderà immediatamente al sistema di difesa missilistico statunitense che viola il trattato START III e il Trattato sulla Forze Nucleari di Medio Raggio. Gli analisti del Pentagono sanno molto bene che le armi russe sono superiori al loro sistema di difesa missilistico.

E in caso i burattini di Washington e Bruxelles non stiano ascoltando, manca poco al sistema anti-missilistico S-500, una cosa da Star Wars, che sarà ultimato nel 2017, o magari prima. L’S-500 viaggia alla velocità di 15.480 miglia orarie, con un raggio di 2.174 miglia [circa 25.000Km/h, per un raggio di circa 3.500Km, NdT] – ed è in grado di abbattere qualsiasi missile intercontinentale Washington lanci contro la Russia. Traduzione: lo spazio aereo russo inaccessibile per qualsiasi missile nucleare intercontinentale statunitense.

A differenza del chiassoso, bullo, bombardatore, inviatore di droni, sanzionatore Impero del Caos, la Russia si fa sentire con azioni, pazienza e discrezione – qualità decisamente asiatiche. Mentre la Russia è mortalmente attaccata attraverso la guerra del rublo, del greggio e dei derivati i suoi leader si stanno silenziosamente preparando al peggio.
Gorbachev – che conosce bene una o due cose circa le guerre fredde – ha le idee molto chiare: se Washington continuerà nella sua follia, tutto potrebbe precipitare e l’Europa sarebbe nel bel mezzo del fuoco incrociato.

Sognando un’altra UE

Tutto ciò ci riporta a Roma. Non arreca danno immaginare cosa potrebbe rivelarsi un’UE diversa, una UE “romana”, con al centro Roma, Atene ed Istanbul – non Bruxelles, Francoforte e Strasburgo. Il centro dell’UE attuale coincide con il centro del Regno Franco dell’ottavo/nono secolo, una rivisitazione di Carlo Magno – o, per come la pensano alcuni storici, il primo imperatore che tentò di unificare l’Europa. Altre correnti storiche sono orientate ad un tentativo precedente da parte dei Tedeschi attraverso la sofisticata cultura dei Galli.

Io mi concentrerei su Gibbon, come ho fatto questa settimana, tornando a quella notte dell’Ottobre 1764 quando, seduto in meditazione di fronte al Campidoglio (che meraviglioso punto di vista), dopo un pellegrinaggio attraverso le rovine romane, decise di scrivere “Declino e Caduta dell’Impero Romano”, la dissoluzione di un mondo che era stato letteralmente fondato nella pietra.

Come Bryan Ward-Perkins ha brillantemente fatto notare da Oxford, l’Europa porta con sè nel suo inconscio più recondito la paura che se Roma è crollata, lo stesso può accadere anche alle più moderne ed eccezionali civiltà. Lo sappiamo bene, l’attuale UE non-eletta e dilaniata dagli eurocrati – che ghettizza la Grecia, si oppone alla Russia, si compiace nel vassallaggio dell’Impero del Caos e tratta la maggior parte dei suoi cittadini come immondizia supertassata – può difficilmente essere definita eccezionale.

Pepe Escobar è autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007), Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge (Nimble Books, 2007), e Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009). Può essere contattato a pepeasia@yahoo.com.

Fonte: http://rt.com/

Link: http://rt.com/op-edge/228263-europe-anxiety-war/

01.02.2015

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l'autore della traduzione FA RANCO