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La Russia colpita in profondità. L'escalation non si ferma

di Antonio Terrenzio - 03/06/2025

La Russia colpita in profondità. L'escalation non si ferma

Fonte: Antonio Terrenzio

A pochi giorni dal secondo round di Istanbul, la Russia soffre un attacco in profondità al proprio interno da parte delle forze ucraine e col supporto dei servizi di intelligence occidentali. Un attacco che mostra ancora una volta come siano false le intenzioni di raggiungere un negoziato di pace e che esporranno l'Ucraina ad una ritorsione di Mosca che sarà molto pesante.

40 bombardieri sono stati colpiti con droni che hanno sorpreso le difese russe ed inferto delle perdite militari dal valore stimato di 2 miliardi di danni, e che hanno colpito infrastrutture e basi logistiche come Voronezh e Belgorod, a poche centinaia di km dal fronte. Il piano "Spiderweb" ingegnato dal capo dell'SBU, Vasyl Malyuk, ma che vede sicuramente la compartecipazione di servizi quali l'MI6 britannico, in prima fila nel voler proseguire il conflitto fino alle estreme conseguenze. Un attacco avvenuto tramite il posizionamento di Tir con all'interno droni fatti esplodere nelle vicinanze degli obiettivi sensibili e che lascia pensare alla presenza di basisti interni per la riuscita dell'operazione militare.

I media occidentali hanno subito richiamato i commenti dei canali telegram russi che hanno parlato di "Pearl Harbor Russa". Le fonti ucraine parlano di danni ingenti tra vettori missilistici strategici, aerei a lungo raggio e da trasporto militare. Perdite non catastrofiche, ma che restano gravi, e che mettono a dura prova i nervi del Cremlino.

Mentre le varie tifoserie si scatenano sul web, i giornali e gli opinionisti mainstream rilanciano la vulnerabilità delle forze russe, dopo averne per mesi ridicolizzato la modernità e l'efficienza, si continua a sottovalutare la pazienza e la capacità di resilienza di Mosca. Varie personalità istituzionali russe, subito dopo l'attacco, hanno promesso una risposta adeguata, assecondata da un'opinione pubblica che spinge per una risoluzione definitiva del conflitto. Ed è proprio sull'entità di tale risposta che non solo l'Ucraina, ma tutta l'Europa dovrebbero tremare. La Germania di Mertz ha promesso all'Ucraina i missili Taurus con gittata di 500 km ed in grado di colpire in profondità il territorio russo. Le autorità del Cremlino hanno fatto sapere che in caso di attacco ricevuto risponderanno attaccando la brigata tedesca di stanza in Lituania.

Attacchi all'interno dei confini russi dimostrano le reali intenzioni di un Occidente ora a trazione britannica che non desidera nessuna pace, ma che sogna la distruzione della Russia e la sua balcanizzazione. Mentre si gioca col fuoco ed ogni giorno si sfida il Cremlino ad alzare il livello del confronto, sottostimando incoscientemente le sue possibilità di risposta che prevedono, come viene ripetuto da tempo, il nucleare tattico. Gli sprovveduti ed i cronisti intrisi di malafede intellettuale, pensano che Putin non deciderà mai di usare un’arma atomica, perché secondo loro ciò rappresenterebbe una sconfitta sul piano diplomatico, politico e militare. Si illudono. Ad ogni modo, al netto dell'opzione nucleare, la sconfitta sul campo dell'Ucraina è già nei fatti e scritta nei rapporti di forza tra i due contendenti. Le incursioni e le operazioni di attacchi a sorpresa tesi a "rivedere i concetti di inviolabilità" come scrivono i "sovranisti" a rimorchio di Kiev e di Londra, aumenteranno solo il grado di distruzione del territorio e i livelli di sofferenza del popolo ucraino. La giunta di Kiev è solo uno strumento in mano ai servizi americani prima ed inglesi adesso, che sin dai primi anni '90 lavorano alla disarticolazione della Russia anche attraverso collaborazionisti interni, gli stessi che hanno fornito assistenza dentro la Federazione per operare gli attacchi, e come avvenuto un paio di anni fa con l'attentato terrorista al centro commerciale di Mosca. Continuare a soffiare sul fuoco degli identitarismi e dei nazionalismi interni che compongono il mosaico della Federazione russa, è un disegno folle e criminale. Ed ancora più meschino e rivelatore se viene da chi fa dell'identitarismo a un tanto al kilo, la motivazione che spinge a ribellarsi contro il dominio verticistico e capillare del potere centrale moscovita, come se non fosse nota l'impostura ed il ruolo eversivo di tali nazionalismi. Appellarsi al desiderio di affrancamento e di ribellione ad un modello statale oppressivo, quello russo, nasconde malafede ed al più ignoranza sulla genuinità di tali "sacche di resistenza", che non sono altro che strumenti nelle mani del nemico, in questo caso, degli anglo-americani.

Continuare a vedere similitudini al limite della forzatura tra l'Occidente e la Russia, nella fragilità dei loro modelli multiculturali è un'operazione quanto mai discutibile. La Federazione russa ha al suo intento duecento popoli, vederne un patchwork di etnie, lingue e religioni tenute insieme dal timore a dalla forza è una narrazione strumentale all'Occidente anglo-americano che alimenta focolari di tensione come già avvenuto in Cecenia alla fine degli anni '90. Il patriottismo russo è quindi per necessità esistenziali basato sulla compattezza e l'unità territoriale garantite dal potere centrale. L'unità della Russia, inoltre, corrisponde ad esigenze di sicurezza interna ed internazionale, con 17 mila km2 disseminati di armamenti nucleari.

I nazionalisti di Kiev al soldo di Washington e dell'UE, prestandosi al ruolo di ariete contro la Russia, hanno portato alla perdita del 25% del territorio ucraino con oltre 11 milioni di sfollati, ad un cadavere tenuto in piedi con il defibrillatore di finanziamenti e di armamenti che non faranno altro che accentuarne la decomposizione. Altro che rinnovata competenza nazionale come scrive Sergio Filacchioni su PN! https://www.ilprimatonazionale.it/esteri/raid-ucraini-in-profondita-la-russia-si-scopre-vulnerabile-anche-dentro-290718/?fbclid=PAZXh0bgNhZW0CMTEAAaeCctjl0obPLi87N7mF-8C4yua_ipmLiC_EsoPXi3karCKuz3B5PDqeD9UYUQ_aem_EP8SIruu2w7vhjzUZbrZGw

Disfatta totale con gli avanzi dei territori che saranno cannibalizzati da Polacchi, Rumeni ed Ungheresi che ne rivendicano regioni con le rispettive minoranze. Più saranno i tentativi di protrarre la guerra con fughe in avanti, più Mosca risponderà e si spingerà nella conquista di territori con attacchi più devastanti. Il risultato di questa guerra è già segnato. La Russia ne uscirà più forte e chi ne sogna lo spacchettamento in nome dell’’"anti bolscevismo" destoricizzato, vedrà come contrappasso da girone dantesco, il risorgere dell'"Impero sovietico". Nella metro di Mosca hanno già rispolverato le immagini di Stalin.